Gli aeroporti possono fare di più per ladecarbonizzazione. Lo sostiene un’analisi di Cassa Depositi e Prestiti sul trasporto aereo. “Sebbene il peso del settore sia relativamente ridotto (circa 2,5%) rispetto alla quota globale di emissioni CO2 queste sono aumentate notevolmente negli ultimi anni.” Un primo efficace contributo per conseguire la neutralità climatica – come sottolinea il nuovo brief degli analisti di Cassa Depositi e Prestiti sullo stato del trasporto aereo – è rappresentato dall’adozione di nuovi carburanti sostenibili per l’aviazione (SAF, Sustainable Aviation Fuels), in grado di contribuire per quasi due terzi all’obiettivo grazie alla riduzione delle emissioni di CO2fino all’80% rispetto ai combustibili tradizionali. Benefici di lungo termine potranno derivare anche dallo sviluppo di nuovi sistemi di propulsione (elettrici o a idrogeno) ancora in fase di studio.
Promuovere l’autoproduzione
Un obbiettivo raggiungibile con investimenti attivabili in tempi più rapidi, sempre secondo Cdp, è la transizione delle infrastrutture aeroportuali da realtà energivore a veri e propri hub energetici, iniziando dalla realizzazione di infrastrutture per lo stoccaggio e la distribuzione di carburanti sostenibili. Inoltre, l’evoluzione degli scali in ottica di autoproduzione, con interventi di implementazione di sistemi fotovoltaici o a idrogeno consentirà di soddisfare l’alto fabbisogno energetico degli asset delle aree aeroportuali e di tutte le operazioni di terra in modo sostenibile.
Cosa fare
Lo studio appena pubblicato individua quindi alcune auspicabili linee di azione a favore del settore del trasporto aereo italiano al fine, da un lato, di accompagnare gli scali aeroportuali verso il raggiungimento degli obiettivi di emissioni net-zero entro il 2050, e dall’altro di promuovere una crescita integrata sia a livello di sistema aeroportuale nazionale (complementarietà tra scali di diversa dimensione), che in una logica intermodale. In dettaglio: è auspicabile incrementare il livello di connettività degli scali nazionali, facendo seguito alla solida crescita del traffico passeggeri, con iniziative concertate fra vettori e scali che aumentino la qualità dei collegamenti, il numero di rotte e la loro frequenza. Si stima che un aumento dell’indice di connettività impatti significativamente su PIL e occupazione, dunque anche su alcune componenti strategiche quali il Turismo, l’Export e l’Internazionalizzazione dell’economia del Paese; potenziare le attività di Ricerca e Sviluppo, implementare le tecnologie digitali innovative e assicurare la continuità di un contesto normativo e regolatorio favorevole che contribuisca all’accelerazione degli investimenti green e digitali. Nel 2022 gli investimenti realizzati dai gestori aeroportuali italiani sono stati di circa 510 milioni di euro complessivi, di cui quasi 69 milioni riconducibili agli assi portanti di Next Generation EU, ovvero digitalizzazione, transizione ecologica e intermodalità.
Piano nazionale aeroporti
Infine, il Piano Nazionale Aeroporti (PNA), in attesa di revisione, potrebbe essere uno strumento importante al fine di indirizzare ulteriormente gli interventi dei gestori aeroportuali verso la sostenibilità, la digitalizzazione e l’intermodalità, nell’ambito di “un ridisegno complessivo del quadro strategico del sistema aeroportuale nazionale, che dovrà guardare alla coesistenza di scali di dimensioni molto diverse, con differenti gradi di connettività e prospettive di crescita”.