Secondo le stime di Confcommercio dicembre si chiuderà con una variazione nulla del Pil in termini congiunturali e del +0,6% su base annua. “Il 2023 si chiude all’insegna del rallentamento generalizzato, ma non mancano preziosi spunti di vitalità economica, seppure deboli e incerti. In questo senso vanno letti sia il recupero delle vendite reali in ottobre sia la crescita della fiducia delle famiglie a novembre”, spiega l’associazione di categoria. Tale stima comporterebbe la conferma della crescita per l’intero anno 2023 allo 0,8%, in linea con le indicazioni della Nadef. La previsione del Prodotto interno lordo per il mese di dicembre è dunque di una variazione nulla in termini congiunturali su base annua. Il quarto trimestre si chiuderà con una crescita dello 0,4% in termini congiunturali e dello 0,7% in termini tendenziali.
Domanda delle famiglie
Sempre secondo le stime di Confcommercio, a novembre la domanda delle famiglie, espressa nella metrica dell’ICC (Indicatori di consumi), ha registrato dopo un semestre in negativo una variazione dello 0,4% nel confronto annuo. La stima è frutto di una crescita dei consumi per i servizi (+2,3%) e di una riduzione per la componente relativa ai beni (-0,3%). I segmenti più dinamici della domanda si confermano quelli delle automotive (+17,6%), dei servizi ricreativi (+16,8%) e dei trasporti aerei (+21,2%). Rimane molto difficile la situazione per la domanda relativa ai beni più tradizionali (alimentari, abbigliamento e calzature e mobili), condizione che potrà subire marginali modifiche positive in occasione delle spese legate alle festività di fine anno e della prossima stagione dei saldi.
Rientro dell’inflazione
Per un possibile sostegno della domanda delle famiglie potrebbe intervenire il deciso rientro dell’inflazione, scesa a novembre allo 0,8%, valore che non si registrava da marzo 2021. Il rientro contenuto dell’inflazione di fondo consolida l’ipotesi dell’esaurimento della bolla inflazionistica iniziata nella primavera del 2021. La stima per il mese di dicembre è di una variazione congiunturale dello 0,1% e di una crescita dello 0,6% nel confronto annuo. Nella media dell’anno l’inflazione si collocherebbe al 5,7%, conseguenza pressoché esclusiva del trascinamento proveniente dal 2022.