Un patrimonio di strade del valore di 5 mila miliardi. Una rete di vie che ha bisogno di una manutenzione di 42 miliardi, soldi che non ci sono, così il patrimonio cade a pezzi con il risultato, – non solo in Abruzzo dove il divieto di transito ai Tir su un viadotto A14 giudicato a rischio, provoca un caos da mettere in crisi una intera regione – ma l’intero Paese è oggi vittima dei dissesti stradali. Di gallerie, ponti e viadotti che impensieriscono chi li attraversa. C’è chi, con una punta di amara ironia osserva: “Basta oltrepassare il confine di pochi chilometri che alcuni aspetti della viabilità saltano subito all’occhio.
Strade pulite, tombini livellati al manto stradale e riparazioni di buche e cedimenti strutturali effettuati secondo precise procedure, per garantire standard di sicurezza elevati sia per auto che per moto”. In Italia, invece, la situazione ha superato i limiti di guardia la SITEB, Associazione Strade Italiane e Bitumi, sintetizza così: “la prolungata assenza di lavori di manutenzione ha raggiunto un punto di non ritorno”. Oltre a buche, asfalto dissestato, le voragini che si aprono all’improvviso ci sono problemi ancora più preoccupanti, ad esempio, i danni provocati dai terremoti, oppure, in questo triste elenco di dissesti stradali ora le cronache abbondano di crolli in galleria, di ponti e viadotti insicuri tanto da spingere la magistratura a interventi drastici di controlli. In questo scenario di lavori non fatti, di infrastrutture che invecchiano, si arriva alla situazione di oggi con strade chiuse, deviazioni da incubo per incolonnamenti e tempi di percorrenza, cartelli che indicano velocità limitate ai 30 km/h. Con vie mal tenute e code caotiche viene messa a rischio anche la sicurezza di milioni di automobilisti, pedoni , ciclisti e motociclisti.
Per l’Associazione Strade Italiane e Bitumi, che ha fotografato lo stato della rete viaria nazionale i risultati non sono affatto rassicuranti, problemi annunciati dal momento che c’è una “prolungata assenza di lavori di manutenzione delle nostre strade” che “ha ormai raggiunto un punto di non ritorno”. Lo dicono, per altri versi anche i numeri che riguardano direttamente l’attività dell’Associazione: nel 2017 i consumi di asfalto (conglomerato bituminoso), si sono confermati al minimo storico, da tre anni intorno ai 23 milioni di tonnellate contro i 45 milioni di tonnellate del 2006. E negli ultimi due anni le cose non sono a fare diversamente, anzi nel 2018 gli indicatori sono addirittura peggiorati. Senza asfalto e senza lavori “le vie più a rischio sono le arterie comunali dove le amministrazioni stanno correndo ai ripari moltiplicando le limitazioni alla circolazione e della velocità”. Nel 2019 la situazione è arrivata ad un livello di guardia tale che l’Associazione Strade Italiane e Bitumi, ha sentito il dovere di mettere in guardia tutti sui ritardi e i pericoli che incombono sulla mobilità.
“Sembra quasi”, evidenziava Michele Turrini, presidente SITEB, “si sia diffuso ormai in molte amministrazioni quasi un senso di assuefazione e impotenza nei confronti di strade ammalorate e buche, con una doppia beffa per i cittadini: da una parte sono obbligati a convivere con una viabilità sempre più da bollino rosso e dall’altra, proprio a causa di questi pericoli, sono tenuti a percorrere arterie cittadine anche sotto i 30 km/h. L’empasse è totale”.
Inoltre anche le imprese del settore dei lavori stradali devono fare i conti con crisi e rialzo dei prezzi delle materie prime, “se a questo si aggiunge l’improvviso aumento del prezzo del bitume che da solo rappresenta il 40% del valore di un’opera stradale, si capisce come il Paese abbia perso una ennesima occasione per eseguire i lavori a prezzi più contenuti”, aggiungeva Turrini. Dopo tante sollecitazioni, allarmi e una cronaca quotidiana che riporta di giorno in giorno i guasti della mancata manutenzione, qualcosa si è mosso.
Nei giorni scorsi è arrivata una buona notizia, rilanciata dalla SITEB che per il settore delle manutenzioni stradali, l’Anas è corsa ai ripari stanziando due miliardi per opere di manutenzione, inoltre ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale un bando per lavori di risanamento della pavimentazione dal valore complessivo di 520 milioni di euro che, nell’ambito del piano #bastabuche, si uniscono ai 380 milioni, pubblicati lo scorso giugno. Inoltre c’è un bando di gara per interventi di manutenzione su ponti e viadotti dal valore di 380 milioni di euro.
Con questo nuovo bando da 520 milioni di euro il Piano #bastabuche, avviato nel dicembre del 2015, arriva alla VII tranche con un investimento complessivo di oltre 2 miliardi di euro su tutta la nostra rete.
“Il nuovo investimento”, fa presente ora la SITEB, “consentirà di eseguire interventi di pavimentazione e rifacimento della segnaletica orizzontale anche sui 3 mila km di strade rientrate dalle Regioni e dalle Province che, dopo anni di abbandono, potranno innalzare notevolmente i loro livelli di servizio, sicurezza e qualità.
Il bando per interventi di nuova pavimentazione è suddiviso in 20 lotti per tutto il territorio nazionale”. Gli appalti, di durata quadriennale, saranno attivati mediante “Accordo Quadro” “che garantisce”, osservano le imprese, “la possibilità di avviare i lavori con la massima tempestività rispetto alla programmazione della manutenzione delle strade consentendo quindi risparmio di tempo e maggiore efficienza nell’esecuzione”.
“Per informazioni dettagliate”, spiega l’Associazione Strade Italiane e Bitumi, “su tutti i bandi di gara e per i termini di presentazione delle offerte è possibile consultare il sito internet stradeanas.it alla sezione Bandi gara: https://www.stradeanas.it/it/