Per la prima volta nella storia della Repubblica, accanto alle Forze armate, che rappresentano la difesa dell’Italia e la tutela della sicurezza nazionale, alla parata per la celebrazione della nascita della Repubblica italiana parteciperanno le professioni sociosanitarie, che rappresentano ormai in modo evidente la tutela della salute, della qualità della vita e la difesa della nostra Nazione da nemici subdoli come i virus, ma anche dalle patologie che provocano ogni anno oltre 600mila decessi. I rappresentanti di oltre 1,5 milioni di professionisti, medici, medici veterinari, infermieri, farmacisti, ostetriche, tecnici sanitari, professioni della riabilitazione e della prevenzione, chimici, fisici, biologi, psicologi, e assistenti sociali sfileranno davanti alle massime autorità nazionali, a testimonianza del loro valoroso impegno nel combattere un virus che altrimenti sarebbe stato difficile contenere.
Presi alla sprovvista dalla pandemia, non si sono mai tirati indietro: dall’inizio del 2020 a oggi hanno salvato milioni di vite e aiutato milioni di persone. Sono rimasti sempre accanto a tutti, anche a chi non ce l’ha fatta: ogni professione ha perso decine, centinaia di colleghi che hanno contratto il virus per non lasciare mai soli i cittadini. Il ruolo delle professioni sociosanitarie è, per legge, tutelare ogni giorno gli interessi pubblici, garantiti dall’ordinamento e connessi all’esercizio professionale. La loro responsabilità, garantire i diritti dei cittadini: la tutela della salute, alla luce dell’articolo 32 della Costituzione; il diritto, previsto dall’articolo 3, all’uguaglianza, alla pari dignità sociale senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali; il diritto stesso, di cui all’articolo 2, di vedersi riconosciuti ed erogati i diritti inviolabili dell’uomo, a fronte dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
“Abbiamo saputo affrontare tutti i livelli di bisogni, rischi e assistenza, in tutti i momenti, in tutti i contesti. Su questo dovremo continuare a lavorare per migliorare tali livelli e renderli sempre più concreti e attuali, sempre più aderenti a quelle che sono le realtà che viviamo quotidianamente, e sempre più nell’ottica proattiva della prevenzione”, dichiarano i rappresentanti delle oltre 30 professioni sociosanitarie. “Il futuro che abbiamo davanti è un futuro che dipende anche da noi. Da quello che abbiamo fatto e dimostrato di sapere e potere fare, da quello che continueremo a fare”, è il loro impegno.
Tutte le professioni sociosanitarie, per la loro parte e le loro competenze, non faranno mai venir meno il contributo, la capacità di relazione, la disciplina, l’abnegazione agli assistiti, al Servizio sanitario e in tutti gli ambiti di prevenzione legati a prodotti ed ambiente. “Guardiamo ai prossimi anni – affermano – dal punto di vista della salute con serenità e con l’auspicio di poterci lasciare alle spalle un problema che ha toccato tutti noi, ma nella consapevolezza che tutti abbiamo imparato molto da quello che abbiamo vissuto e stiamo ancora, purtroppo, vivendo, anche se nelle sue battute, si spera, finali”. “L’impegno di chi lavora per la tutela della salute è di curare e assistere tutti, prevenendo per quanto possibile la diffusione dei virus, degli inquinanti ambientali, delle patologie e delle disabilità” concludono i rappresentanti delle Federazioni, dando voce a più di 1,5 milioni di professionisti della Salute.