venerdì, 26 Aprile, 2024
Società

Musica contro le mafie

Tutto pronto per il Premio “Musica contro le mafie” che sostiene e valorizza la musica socialmente impegnata. L’iniziativa, giunta alla X edizione, è organizzata dall’Associazione “Musica contro le mafie”, che fa parte della rete di Libera. Non a caso don Luigi Ciotti è presidente onorario.

Il tema scelto per quest’anno è #Oltreiconfini. Si tratta di un invito a stimolare un pensiero preciso, verso un mondo senza barriere, senza divisioni di credo e di razza, senza poteri che oscurino cuori e menti.

Fino al 31 ottobre si raccolgono le iscrizioni on line. Dopo una prima fase di giudizio popolare tramite social network (Facebook e Instagram) in programma nel mese di novembre, tre differenti giurie (social, studentesca e tecnica) stabiliranno i dieci finalisti, i quali andranno ad esibirsi dal vivo nelle finali nazionali a Cosenza in una kermesse ricca di incontri, ospiti importanti, concerti, seminari, showcase, spettacoli, momenti di riflessione e azione concreta insieme a migliaia di studenti.

Della manifestazione e del suo valore sociale ne abbiamo parlato con il presidente Gennaro De Rosa.

Gennaro De Rosa

In dieci anni dove vi ha portato il binomio musica – impegno antimafia?
“Il nostro impegno affonda le sue radici in quella che viene chiamata cittadinanza attive e responsabile. Non ci guardiamo molto alle spalle e siamo proiettati verso il futuro e con i piedi ben piantati nel presente. Quello che ha creato questo forte binomio (Musica/Impegno Antimafia) è il nostro contributo al tanto agognato cambiamento, che venga da cuore e mente insieme e sempre meno dalla pancia. La pancia non da quasi mai buoni consigli. Quest’anno abbiamo puntato l’attenzione sul potere che ha la musica nel travalicare e attraversare i confini rendendoli inesistenti. Non possiamo più erigere muri reali o metafisici oggi nell’era del world wide web, del globale… è un controsenso assoluto. Quando ci osserviamo dall’esterno vediamo che abbiamo fatto tanti passi in questi dieci anni: libri, documentari, laboratori, dischi, viaggi, incontri e tanto altro. Sentiamo il bisogno di crescere ancora, cercando di conservare l’entusiasmo del primo giorno e la saggezza dell’ultimo e avere così la capacità di essere sempre attuali e avere i più giovani a fare da motore a questo progetto ambizioso”.

 I giovani come rispondono alle vostre sollecitazioni?
“I giovani domandano e rispondono, non sono solo dei fruitori. La nostra associazione è fatta al 75% da giovanissimi, le idee, l’energia, l’entusiasmo e spesso anche la direzione viene da loro. Chi più di loro conosce i gusti, le abitudini e il linguaggio dei coetanei. Noi lavoriamo da sempre sul linguaggio… ci rifacciamo ad una frase di Italo Calvino contenuta nelle “Lezioni Americane” dove dice ‘Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore’. Con tutte le difficoltà nell’applicare la leggerezza a dei temi densi e spesso tragici come quelli di cui ci occupiamo, cerchiamo di tenerla sempre presente, ricordandoci soprattutto che l’educazione antimafia si può fare anche divertendosi”.

Pensate che la musica autoriale si occupi poco del contrasto alla cultura mafiosa?
“Questa a quanto pare è una questione molto dibattuta negli ultimi tempi. Ci si chiede spesso se il mondo della musica si occupi troppo poco di quello che possiamo considerare “politico” nel senso più bello e alto di questo termine. Noi troviamo sempre sponde molto positive ed attive, devo essere sincero. A volte la ritrosia viene più dal timore di non dire le cose giuste. Gli artisti hanno un megafono importantissimo e credo debbano usarlo con grande responsabilità. Questo non vuol dire che sono obbligati a moralizzare o a pedagogizzare con la loro musica, tutt’altro. L’arte, in quanto espressione vera e diretta non andrebbe mai censurata in ogni sua espressione. Una cosa sulla quale invece dovremmo puntare l’attenzione è su quello che accade quando un artista esprime una sua opinione su fatti di cronaca di taglio sociale o politico e gli viene detto qualcosa del tipo “suona e stai zitto”, “pensa a suonare e se vuoi fare politica, candidati” ecc… Credo che ognuno di noi debba esprimere liberamente la propria opinione, siamo tutti animali sociali e politici.

Questo da cosa dipende?
“È un periodo di disorientamento e c’è una parte della classe politica che strumentalizza il disorientamento delle persone. In frangenti così delicati bisognerebbe essere invece piu’ responsabili. Invece noi dal 2 settembre abbiamo lanciato il nuovo bando del Premio Musica contro le mafie 10° edizione che è aperto a tutti gli artisti che hanno voglia dire la propria opinione, in musica. Bene e bello, etica ed estetica, forma e contenuto che si fondono… questo è Musica contro le mafie”.

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