giovedì, 25 Aprile, 2024
Società

Coni: Bellutti ha presentato la sua candidatura alla guida del Comitato Olimpico italiano

“L’esigenza del Coni è riprendersi quella competenza che lo deve portare al centro della politica sportiva italiana, serve una dirigenza nuova che sia capace di dialogare con le istituzioni e sappia dare autorevolezza al Coni”. Due volte campionessa olimpica, Antonella Bellutti ha presentato la sua candidatura alla guida del Comitato Olimpico italiano e ha le idee chiare su quello che deve essere il futuro dello sport nel nostro Paese. Uno sport dove ci deve essere più spazio per le donne per quanto, sotto l’attuale gestione, le quote rosa sono raddoppiate.

“Mi fa piacere che ci sia stato questo adeguamento a delle direttive che arrivano dall’alto, il Cio sta spingendo in questa direzione – commenta a ‘Radio Anch’io Sport’ su RadioUno – Ma il bisogno di rappresentare il genere meno rappresentato non si limita a una presenza tout-court ma al fatto di occupare ruoli apicali. In più di 100 anni di storia del Coni ci sono quasi 800 ruoli di presidenti mai occupati da una donna, Antonella Granata (presidente della Federazione squash, ndr) è l’eccezione che conferma la regola. Anche la rappresentanza femminile nei quadri tecnici è limitata nonostante lo sport femminile stia portando risultati importanti”.

“In 100 anni di storia – ha poi aggiunto la Bellutti – il Coni ha avuto la funzione di ministero ma grazie all’autonomia che gli è dovuta, ha spesso svolto quel ruolo scomodo di controllore e controllato. Ci sono state così situazioni che hanno portato alla riforma avviata due anni fa. C’è una persistenza di una logica di potere che vede troppi presidenti ancorati al ruolo da troppi anni e continuano a ostacolare un rinnovamento, una rappresentanza di donne e giovani nei ruoli apicali”.

Infine l’ex ciclista punta a una visione meno calcio-centrica. “La riforma prevede finalmente una disciplina dei lavoratori sportivi che può aiutare le associazioni a superare questo momento di difficoltà ma c’è bisogno di dare a tutte le federazioni il diritto di visibilità.
Non dico che bisogna ridurre l’importanza del calcio ma ampliare quella delle altre discipline”.

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