venerdì, 29 Marzo, 2024
Società

Togliere il piombo che frena le riforme di giustizia e fisco

Un enorme arretrato grava sia sull’amministrazione fiscale che su quella giudiziaria. Occorre decidere su amnistia, indulto e cancellazione dei debiti per uscire dall’impasse. Si può farlo senza ledere i principi della Costituzione.

Ogni giorno i media ci raccontano che viviamo in tempi eccezionali per gravità, incertezze, per le sfide che ci attendono. Parliamo dei problemi dei singoli cittadini e di un Paese che ha di fronte questioni irrisolte che si trascinano da decenni. Tra questi, due temi, che si intrecciano tra loro in modo perverso, quello fiscale e quello della giustizia. In entrambi i casi ci sono ipotesi di riforme che finora sono rimaste sulla carta, e abbozzate solo in modo approssimativo. I motivi di tante cautele sono molteplici: in primo luogo i numeri. Nel caso del fisco parliamo di 987 miliardi di crediti fiscali. Il 91% dei quali, 895,8 miliardi, non esiste perché addebitati a contribuenti deceduti o falliti. Nel caso della Giustizia a dicembre 2019 i procedimenti pendenti in materia civile erano di 2 milioni e 400 mila e 1 milione e 400 mila i procedimenti penali.

Si tratta di quantità enormi, che, con tutta la buona volontà di questo mondo, non possono essere smaltite in tempi ragionevoli. Il danno più grande è il peso insopportabile per lo Stato e per i Governi, di queste zavorre che non permettono l’avvio delle riforme tanto attese quanto invocate da tutti.

 

TRIBUNALI OBERATI, CARCERI AFFOLLATE

Di fronte a questa realtà più che nascondere la testa sotto la sabbia, più che sbandierate ad uso di propaganda politica, proposte che non potranno essere realizzate, serve coraggio nel dire le cose come stanno: le riforme di fisco e giustizia, non potranno realizzarsi senza una presa d’atto che è necessario togliere di mezzo il pregresso per ricominciare. Per non essere fraintesi aggiungiamo, chi deve rispondere di gravi reati contro lo Stato e la persona, sia sotto il profilo della giustizia e del fisco, deve essere giudicato e, se condannato, sanzionato. I numeri, tuttavia, ci dicono che nelle carceri ci sono per lo più persone detenute per reati meno gravi, tra questi oltre il 30% per reati connessi alle droghe, mentre il 34% per reati contro il patrimonio. Su questo tema così spinoso e controverso si sono levate le voci di diversi Pontefici, negli ultimi anni da Papa Wojtyla e Papa Francesco, che hanno chiesto a ragione per motivi umanitari e nel perdono Cristiano, amnistia e indulto. L’ultimo appello è stato fatto lo scorso anno da Papa Francesco, anche alla luce delle tante emergenze che si vivono nelle carceri italiane, dal sovraffollamento alla pandemia. Ci uniamo a Papa Francesco e chiediamo anche noi che si inizi a discutere di amnistia e pandemia.

 

ECCESSO DI RIGORE SU PICCOLE INADEMPIENZE

Altro tema altrettanto serio è quello del fisco, come detto, ci sono miliardi che non torneranno nelle casse dello Stato perché non più esigibili. Se guardiamo ai debiti degli italiani scopriamo che il fisco si è abbattuto su milioni di famiglie e imprese assediate da mille difficoltà. Non tutti sono cattivi pagatori ma molti sono vittime di circostanze avverse. Ricordiamo, inoltre, sono negli elenchi della Centro rischi finanziari, la famigerata Crif ci sono – stando ai numeri ufficiosi – segnalati 12 milioni di cittadini per “reati” (già definirli tali è una esagerazione) per aver saltato una rata di un mutuo o di una finanziaria. O per aver messo una semplice firma di garanzia su un prestito di un parente. Beninteso, non vogliamo né minimizzare né assolvere nessuno, non siamo giudici o l’Agenzia delle entrate, ma una giusta riflessione va fatta. Il governo Draghi è alle prese con un cammino difficilissimo, che va anche oltre le difficoltà della pandemia. I problemi del Paese sono ancora più gravi e complessi. Tuttavia, non è la prima volta che l’Italia ha di fronte scelte difficili, che legislatori coraggiosi in un Parlamento libero e sovrano, un Governo forte e coeso, abbiano

deciso in modo da attuare scelte incisive e lungimiranti.

 

AGIRE SUBITO

Giustizia e Fisco hanno bisogno di essere presi in considerazione come questioni Nazionali. Una riforma può essere fatta a condizione che si guardi in faccia la realtà. Togliendo il peso di zavorre, mettendo dei paletti tra ciò che è stato e ciò che sarà, possiamo immaginare un futuro che ridia possibilità a tutti di tornare a credere in un Paese nuovo. Se è vero che la pandemia ci ha posto in guerra allora dobbiamo decidere e ragionare come sarà il dopo guerra. La ricostruzione del Paese non può attendere. Prima agiamo e prima possiamo riprendere il cammino.

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