“Faccio appello al presidente Draghi affinché valuti con la sua obiettività scevra da retaggi ideologici l’apertura o la chiusura delle scuole, l’obiettivo deve essere la salute”. Cosi’ Luca Zaia, governatore del Veneto, al Corriere della Sera. “Il Cts ammette la relazione tra scuole e contagi, con la previsione di chiudere da qualche parte. Ma il problema c’e’ o non c’e’? Pensare che si possa chiudere a macchia di leopardo, sapendo che il virus non conosce confini, alla fine ci porterà a chiudere ovunque. Meglio una chiusura breve ora che un’agonia trascinata per settimane”.
“Io ho tenuto le scuole chiuse a gennaio sulla base di articoli scientifici che dicono che la riapertura porta a una diffusione esponenziale. Intendiamoci: non sto dicendo che i ragazzi siano untori” continua Zaia.
“Prima cosa, i ragazzi sono spesso asintomatici. E la presenza a scuola implica quella di più persone, in Veneto 700 mila, in ambienti confinati. La scuola rischia di diventare il punto di snodo per portare l’infezione da una famiglia all’altra. Senza colpe, ma i ragazzi rischiano di essere i vettori del contagio.
Del resto, l’abbiamo appena visto…. La riapertura delle scuole ha aumentato i contagi? Lo dicono i numeri. L’infezione in Veneto ha preso quota venti giorni dopo la riapertura delle scuole. E ha toccato la sua fase più… impressionante tra novembre e dicembre.
Sara’ una lettura empirica, ma vedo regioni che hanno aperto un mese prima di noi che hanno alte infezioni e parlano di richiudere”.