venerdì, 26 Aprile, 2024
Società

Lettera Aperta  Sign. Ministro della Salute On. Roberto Speranza

I Cattolici impegnati in Politica tornano sul Tema dell’aborto e attraverso “La Discussione” tentano di sensibilizzare il Ministro Speranza e chiedono di tornare sulla legislazione.

Ripubblichiamo una lettera del 27/3/2020 nella cui giornata, mentre il Ministro Speranza parla di “aborto farmacologico” il Papa prega in Piazza San Pietro.

L’aborto, questione di civiltà e di tutela della sacralità della vita.

La Vita, oggi più che mai vulnerabile, insidiata dall’aborto”       

Illustre Sign. Ministro,
leggo sulla stampa di oggi (27/3/2020) un appello a Lei rivolto affinchè si agevoli l’aborto farmacologico a casa unitamente alla telemedicina perché non si riesce a garantire i servizi in sicurezza relativi alla interruzione volontaria di gravidanza a causa degli ospedali al collasso in virtù delle degenze colpite dal covid – 19.              Non entro ovviamente nel merito tecnico della questione che senza dubbio mi troverebbe impreparato ma soprattutto fuori luogo e tra l’altro penso pure che se proprio si decide di ricorrere a tale pratica è giusto che siano garantite le migliori condizioni scientifiche.

Mi permetto però, Sign. Ministro, farne una questione morale e dopo qualche dubbio legato alla perplessità d’essere frainteso o d’esser ritenuto presuntuoso, ho deciso di intervenire sull’argomento spinto anche dalla Preghiera Universale tenuta stasera in Piazza San Pietro da Papa Francesco per chiedere a Dio di far cessare l’epidemia in atto nel mondo, ma anche dopo aver ascoltato il Presidente del Paraguay che nel suo discorso alla Nazione ha fatto esplicitamente riferimento al Profeta Isaia “Non temere … – Capitolo 41, Verso 10”. In un momento dove la “morte” la stiamo combattendo, dove esaltiamo la “Sacralità della vita”, dove impietrositi assistiamo alle immagini spettrali dei mezzi militari che trasportano le bare dei defunti, dove piangiamo oltre 9000 morti in due mesi, è forse il caso di riproporre in Italia la questione legata all’interruzione “prematura” volontaria della gravidanza in atto. Non ne faccio, Sign. Ministro, una questione religiosa, non ne sarei degno, ma Le sottopongo un problema di civiltà, di salvaguardia a chi non può difendersi, di tutela a chi non ha deciso e che, suo malgrado, subisce la decisione altrui.                                                                                                       

Nel momento probabilmente più nefasto per il nostro Paese, funestato da una tragedia in atto Le chiedo di porre nell’agenda italiana delle questioni Etiche il dibattito sull’ ABORTO, Le chiedo di creare le condizioni politiche e sociali per ridiscutere la Legge 22/5/1978 N° 194 e come ebbe a dire Madre Teresa di Calcutta il 26/9/1987 al Congresso Eucaristico Diocesano a Bologna: “Quali cose terribili accadono oggi ai bimbi non nati, … l’aborto è diventato il più grade distruttore dell’amore, della pace, … l’aborto distrugge l’immagine di Dio, …“ io, sommessamente e con grande deferenza La invito ad attenzionare anche le “Voci in dissenso”, ad ascoltare anche i “dissidenti” di tale “pratica” e di considerare l’opportunità di rivedere suddetta Legislazione e di approfondirne i “confini”, nella più convinta laicità ma nel rispetto più ortodosso della SACRALITA’ della VITA.

Nel ringraziarLa Sign. Ministro per la Sua cortese attenzione e certo di un Suo cortese riscontro porgo i più deferenti saluti.

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