giovedì, 18 Aprile, 2024
Economia

Alleanza Cooperative: rivedere le norme sui conti correnti. Senza liquidità a rischio il credito “pulito”

Per Alleanza Cooperative (struttura che raccoglie tutte le Coop italiane di ogni settore produttivo) non c’è altro tempo da perdere. Sulle nuove norme restrittive in materia bancaria – che penalizzano chi ha il conto corrente in rosso anche di poche centinaia di euro – l’Unione europea deve riflettere e far slittare la data di applicazione, magari quando la pandemia sarà circoscritta. Il rischio per Alleanza Cooperative che le imprese e le famiglie in difficoltà si rivolgano fuori il circuito delle banche esponendosi in settori finanziari poco trasparenti.

“L’eccezionale severità della crisi richiede di intervenire con tempestività e pragmatismo, attivando tutti gli strumenti necessari per limitare le conseguenze economiche e sociali”, scrive Alleanza in una lettera indirizzata a Bruxelles in cui è contenuta una “forte richiesta di intervenire urgentemente” su alcune norme in materia bancaria che, pensate in un contesto completamente diverso da quello attuale e caratterizzate da un eccesso di automatismi. Norme che, secondo Alleanza, rischiano di “compromettere irrimediabilmente le prospettive di recupero dell’economia italiana ed europea”. Una iniziativa era già stata presa prima della crisi di Governo. Ma tra consultazioni e nuove indicazioni, la vicenda è scivolata nel dimenticatoio, la situazione ora però rischia di innescare nuove indecisioni in un sistema quello delle relazioni banche, imprese e clienti che non appare facile da gestire alla luce del cosiddetto Credit Crunch. Il credito, nella visione di Alleanza e delle associazioni che hanno sottoscritto il documento, non solo ha una funzione cruciale per stabilizzare le imprese in un momento di crisi e di forti incertezze, ma soprattutto di fornire liquidità ad un sistema che è in stallo e che privo del supporto del credito non riuscirà a creare le condizioni di ripresa economica.

“Per le Associazioni imprenditoriali italiane”, sollecita Alleanza, “occorre che una serie di criticità nel quadro regolamentare bancario, debbano essere superate per evitare che situazioni di temporanea difficoltà delle imprese si trasformino in crisi irreversibili per effetto degli automatismi incorporati in alcune norme di primo e secondo livello e in una restrizione dell’offerta di credito esiziale nel contesto attuale”. Per evitare un effetto domino sul sistema produttivo diventa necessario procedere “immediatamente ad alcune modifiche ed adattamenti temporanei, che consentano alle banche di offrire il massimo supporto all’economia reale nel momento in cui questo è la condizione per la tenuta del tessuto produttivo”. Tecnicamente per Alleanza è urgente intervenire sulle regole relative all’identificazione dei debitori come deteriorati. Il combinato disposto di una norma restrittiva, come quella che limita a 90 giorni il periodo di ritardo di pagamento ammesso, con l’applicazione, scattata da gennaio 2021, di nuove e più restrittive soglie per gli importi scaduti, per i nuovi criteri per il trattamento dei crediti ristrutturati, rischiano di determinare la classificazione a default di un numero ingentissimo di imprese, comunque sane. “Queste imprese perderebbero l’accesso al credito, con quello che ne consegue in termini di prospettive di ripresa”, osserva Alleanza Cooperative.

È indispensabile evitare che, alla classificazione di un credito come deteriorato, consegua in tempi troppo stretti e predeterminati l’imposizione di coperture a carico delle banche fino all’annullamento del valore del credito. Un approccio di questo tipo – che in generale induce le banche a restringere i criteri di concessione del credito – appare particolarmente dannoso in questo momento, in quanto introduce un incentivo perverso a favore della cessione del credito, al primo segno di deterioramento”, sottolinea con preoccupazione Alleanza, “al di fuori del circuito del mercato bancario regolamentato, invece di incoraggiare la banca ad accompagnare il cliente in un percorso di ristrutturazione. In ogni caso, queste norme debbono tenere conto dei rallentamenti, osservati in tutta Europa, nell’attività giudiziaria conseguenti alla crisi pandemica”.

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