venerdì, 26 Aprile, 2024
Sanità

Contagi e vaccini. Ecco l’atteso rapporto di Gimbe. Preoccupazioni per carenza di dosi e richiami vaccinali

Si chiude la settimana per ricercatori e Centri studi si fanno i conti per comprendere il percorso della pandemia. All’apparenza un calcolo di numeri e percentuali ma sono proprio questi a determinare scelte che vincolano cittadini e determinano aperture e chiusure e, infine, il contraccolpo sull’economia e sulla crisi socio sanitaria. Così il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE di Bologna è tra gli eventi più attesi in ogni fine settimana. Ecco i risultati.

Nella settimana 13-19 gennaio 2021, rispetto alla precedente, la riduzione dei nuovi casi (97.335 vs 121.644) a fronte di un significativo e anomalo calo del rapporto positivi/casi testati (19,8% vs 29,5%). In leggera diminuzione i casi attualmente positivi (535.524 vs 570.040) e, sul fronte ospedaliero, si riducono i ricoverati con sintomi (22.699 vs 23.712) e le terapie intensive (2.487 vs 2.636); lieve calo dei decessi (3.338 vs 3.490). Quindi un calo generalizzato di morti, di casi positivi, ricoveri e terapie intensive

In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:

  • Decessi: 3.338 (-4,4%)
  • Terapia intensiva: -149 (-5,7%)
  • Ricoverati con sintomi: +1.013 (-4,3%)
  • Nuovi casi: 97.335 (-20%)
  • Casi attualmente positivi: -34.516 (-6,1%). Un risultato dietato e atteso che apre qualche spiraglio positivo.

“Dopo due settimane di lenta risalita di tutte le curve che riflettevano gli allentamenti pre-natalizi”, fa presente Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE, “si osserva una riduzione dei nuovi casi grazie agli effetti del Decreto Natale, che nei primi giorni ha di fatto “colorato di rosso” l’intero Paese”.

Un calo reale perché non vengono segnalate le variazioni di tamponi e persone testate perché dal 15 gennaio il bollettino del Ministero della Salute include anche i tamponi antigenici rapidi. In tal senso, il crollo del rapporto positivi/persone testate è di difficile interpretazione e non confrontabile con la settimana precedente, dove il calcolo era effettuato solo sui tamponi molecolari. Grazie alla serrata di Natale si riduce l’incremento percentuale dei casi in quasi tutte le Regioni. Lieve calo anche delle ospedalizzazioni anche se l’occupazione da parte di pazienti COVID continua a superare in 7 Regioni la soglia del 40% in area medica e in 11 Regioni quella del 30% delle terapie intensive.

Questioni delicate invece quelle relative ai vaccini. In particolare la disponibilità di dosi ancora da accertare.

“Il Piano vaccinale nazionale”, scrive la Fondazione Gimbe, “prevede nel 2021 la consegna di 154,1 milioni di dosi: 28,3 nel primo trimestre, 57,2 nel secondo, 53,8 nel terzo e 14,8 nel quarto. Tuttavia, i dati non risultano aggiornati”, secondo gli approfondimenti effettuati dalla Fondazione GIMBE sui dati di Commissione Europea ed EMA, “in relazione ai nuovi contratti stipulati dalla Commissione Europea, allo status di avanzamento degli studi clinici e a quello di approvazione dell’European Medicines Agency (EMA)”.

Questi i calcoli e gli scenari che emergono dalle valutazioni di Gimbe.

“Dei vaccini approvati (Pfizer-BioNTech e Moderna) l’Italia dispone sulla carta di 102,3 milioni di dosi”, sottolinea la Fondazione bolognese, “37,7 milioni di dosi con tempi di consegna già definiti dal Piano vaccinale; 64,6 milioni di dosi con tempi di consegna non noti”. Tali dosi includono quelle previste dal contratto aggiuntivo stipulato dalla Commissione Europea con Pfizer-BioNtech lo scorso 8 gennaio (40,3 milioni) e quelle aggiuntive opzionali previste dai contratti con Pfizer-BioNTech (13,5 milioni) e Moderna (10,8 milioni).

Nella sua analisi Gimbe approfondisce anche la situazione di altri fornitori.

“AstraZeneca si è impegnata a fornire 53,8 milioni di dosi”, ricorda Gimbe, “con tempi di consegna noti solo per 40,4 milioni di dosi (16,2 nel primo trimestre 2021 e 24,2 nel secondo), previa autorizzazione condizionata all’immissione in commercio (AIC) dell’EMA, il cui parere è atteso per il 29 gennaio”.

Le rimanenti 202,6 milioni di dosi riguardano vaccini per i quali le aziende non hanno presentato all’EMA la domanda di AIC: in particolare, per il vaccino di Johnson&Johnson è stata avviata la procedura di rolling review, Cure-Vac ha iniziato lo studio di fase 3 a metà dicembre (ma inspiegabilmente il Piano vaccinale prevede consegne già nel primo trimestre), mentre Sanofi-GSK ha posticipato le consegne al 2022.

Altro capitolo è la consegna e la somministrazione del vaccino.

“Al 20 gennaio sono state consegnate alle Regioni 1.558.635 dosi, di cui 1.250.903 già somministrate (80,3%), con inevitabile rallentamento negli ultimi giorni”, annota Gimbe, Tuttavia, solo 9.160 persone hanno completato il ciclo vaccinale, mentre 13.534 persone avrebbero già dovuto ricevere la seconda dose. “Tenendo conto dei possibili ritardi di consegna, anche comunicati last minute come nel caso di Pfizer”, spiega il Presidente, “è fondamentale che in questa fase le Regioni accantonino i vaccini per la somministrazione della seconda dose. La campagna vaccinale non è una gara di velocità: l’unità di misura su cui confrontarsi, sia con gli altri Paesi, sia tra le Regioni, non è infatti il numero di dosi somministrate, ma la percentuale della popolazione che ha completato il ciclo vaccinale, garanzia di efficacia del 94-95% nel prevenire la COVID-19 sintomatica”.

Altro aspetto sono le indicazioni della Commissione Europea che ha pubblicato il 19 gennaio un documento che evidenzia le azioni necessarie per intensificare la lotta contro la pandemia. “Gli obiettivi delineati sulle coperture vaccinali”, commenta Renata Gili, Responsabile Gimbe Ricerca sui Servizi Sanitari, “prevedono la vaccinazione dell’80% degli operatori sanitari, socio-sanitari e delle persone over 80 entro la fine di marzo e il 70% degli adulti entro la fine dell’estate, richiedendo un’accelerazione che, con le attuali criticità, sembra ardua da raggiungere, pur rimanendo obiettivo prioritario una volta risolti i problemi di fornitura dei vaccini”.

Ecco in conclusione le considerazioni finali di Gimbe.

“A fronte dei ritardi di consegna dei vaccini e delle incognite legate alle varianti del virus”, conclude Cartabellotta, “se da un lato è urgente tarare il piano delle somministrazioni su quello delle consegne effettive per garantire nei tempi corretti la seconda dose, dall’altro è indispensabile potenziare rapidamente l’esigua attività di sequenziamento virale (0,034%), visto che la Commissione Europea raccomanda un target del 5-10% dei tamponi molecolari positivi. Last but not least, bisogna prendere definitivamente atto che solo le zone rosse, come quelle imposte dal Decreto Natale, sono la vera arma per piegare la curva del contagio, destinata a risalire nelle prossime settimane per le minori restrizioni nelle Regioni arancioni e gialle, la riapertura delle scuole e il potenziale impatto delle nuove varianti”.

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