giovedì, 25 Aprile, 2024
Protezione Futuro

Gentili: dalle polizze green alle tutele per le famiglie. Ecco i vantaggi delle proposte assicurative

La rubrica “Protezione Futuro” è alla sua terza uscita quindicinale, appare già seguita da migliaia e migliaia di lettori e per questo continua con l’ obiettivo di offrire linee guida nelle incertezze del panorama assicurativo italiano.

“L’incidenza della spesa assicurativa rispetto al Pil in Italia è fra le più basse d’Europa”, è uno dei punti su cui Stefano Gentili, Senior Advisor e Manager Assicurativo, ci invita a riflettere, con cognizione di causa perché gli italiani hanno risorse tenute liquide ed infruttifere sui conti correnti, “oggi siamo ad oltre 1.700 miliardi di euro, quanto il PIL Italiano”, calcola Gentili, depositi per fronteggiare eventuali imprevisti, “mentre sarebbe molto più efficiente”, indica, “definire un corretto piano di coperture ed investire la liquidità in eccesso in modi più redditizi e anche più utili a sostenere l’economia del Sistema Italia”.

Con la rubrica “Protezione Futuro”, tornano le domande e le risposte su temi di attualità, e quello assicurativo è tra gli argomenti su cui oggi c’è molta attenzione. Le proposte e i vantaggi assicurativi infatti, iniziano a farsi strada anche nell’ opinione pubblica e nei singoli cittadini che valutano i benefici di un sistema di tutele che sappia offrire benefici e garanzie al giusto prezzo.

Per saperne di più, ecco la rubrica “Protezione Futuro” nata da un’ idea di Angelica Bianco, direttore commerciale de “la Discussione” e giornalista. Al suo interno tutte le risposte chiare di  Stefano Gentili, di cui far tesoro già da oggi per un futuro più sereno e privo di spiacevoli imprevisti.

Buona lettura!

Dott. Gentili, in tutti i settori la sostenibilità risulta un tema importante. Qual è il contributo che il settore assicurativo può dare a questa tematica?
Cominciamo col dire che il settore assicurativo è a basso impatto ambientale.

Non è infatti un settore del secondario, che si occupa di trasformazione di materie prime e che di conseguenza genera scorie o emissioni più o meno inquinanti.
Il settore assicurativo è un settore del terziario ed i suoi prodotti o servizi sono sostanzialmente legati a contratti ed alle conseguenti prestazioni.
Oggi la maggior parte delle compagnie ha adottato importanti politiche interne per combattere gli sprechi e per incentivare comportamenti virtuosi dei propri dipendenti e dei propri clienti.
Di certo il lockdown e la conseguente accelerazione della digitalizzazione delle polizze e delle attività in remoto hanno accelerato questa tendenza già in atto da qualche anno, riducendo in modo notevole l’utilizzo di carta, come pure gli spostamenti per raggiungere sedi di lavoro o per incontrare clienti che oggi, facendo di necessità virtù, vengono contattati spesso in modo virtuale riducendo quindi spostamenti e conseguenti emissioni tossiche o rumorose.
Accanto a questi comportamenti, sostanzialmente rivolti ai propri dipendenti, alcune compagnie hanno sviluppato prodotti specifici per i propri clienti tali da incentivare ed assicurare scelte “sostenibili”.
Ad esempio ci sono polizze legate al comparto della mobilità che coprono gli spostamenti non solo con le autovetture ma anche con altri mezzi di trasporto decisamente più “green”.
Così come ci sono polizze vita di investimento legate a fondi che investono in società della “green economy” o che comunque perseguono gli obiettivi degli SDGs della agenda ONU 2030.
Non è quindi un caso che la prima Compagnia italiana (Generali ndr) sia presente nel Dow Jones Sustainability World Index e nel Dow Jones Sustainability Europe Index, insieme fra le altre a due importanti operatori di bancassicurazione come Poste ed Intesa.

In Italia, non esiste una cultura assicurativa; per generazioni alla domanda “non si sa mai”  si è risposto investendo i propri risparmi in immobili oppure detenendo le risorse finanziarie sui conti correnti; in futuro, ci sarà un Welfare State sempre meno assistenziale. Quali sono le risposte del mondo assicurativo per rispondere alle esigenze di sicurezza?
L’incidenza della spesa assicurativa rispetto al Pil in Italia è fra le più basse d’Europa, meno della metà dei Paesi della comunità europea (1,9% Italia; 4,5% media OCSE).

Si tratta di una situazione storica che ha molteplici spiegazioni.
Fino a qualche anno fa, si parlava del costo decisamente più elevato della copertura obbligatoria RCA in Italia, cosa ormai non più vera dopo che per anni il prezzo di tale polizza è sceso.
La mia opinione, connessa anche alla forte matrice cattolica della nostra cultura, resta il fatalismo degli italiani, che preferiscono affidarsi alla “divina provvidenza” piuttosto che pianificare le proprie coperture.
Ecco che gli italiani sono portati a considerare con più attenzione il costo certo della copertura assicurativa rispetto al possibile danno economico che una mancata assicurazione può provocare loro. 
Vi portò un esempio per farvi capire quanto sia profonda la scarsa cultura assicurativa. Si tratta del caso del fratello di un agente, in una delle aziende in cui ho lavorato, quindi persona che si suppone ben informata di rischi e possibili coperture. Era proprietario di un negozio di scarpe, che purtroppo andò a fuoco, cose che possono capitare. 
Ebbene, questo imprenditore non era assicurato per l’incendio. Perse tutto per non aver sottoscritto una polizza da qualche centinaio di euro.
Come conseguenza di questo atteggiamento generale assistiamo ad un utilizzo del tutto irrazionale delle risorse finanziarie, spesso tenute liquide ed infruttifere sui conti correnti (oggi siamo ad oltre 1.700 miliardi di euro, quanto il PIL Italiano) per fronteggiare eventuali imprevisti mentre sarebbe molto più efficiente definire un corretto piano di coperture ed investire la liquidità in eccesso in modi più redditizi e anche più utili a sostenere l’economia del Sistema Italia.
Ultimamente la tendenza delle compagnie è quella di far evolvere la propria offerta dal semplice comparto della assicurazione, cioè del risarcimento di un danno causato o subito da parte del cliente, verso il concetto più ampio della sicurezza.
La sicurezza si compone di altri tre elementi fondamentali: la prevenzione, il contenimento del danno ed i servizi di rimedio successivi al danno stesso.
Oggi le migliori compagnie italiane stanno promuovendo presso i propri clienti comportamenti virtuosi e stili di vita che concorrono a ridurre la probabilità che un evento negativo accada. Chi adotta tali stili di vita, nel caso delle polizze auto ad esempio uno stile di guida prudente, viene premiato con una riduzione di prezzo.
Assistiamo poi all’inserimento nella polizza di una serie di servizi volti a ridurre il danno nel momento in cui l’evento negativo si manifestasse. Ad esempio sistemi IOT (Internet of things) che, attraverso sensori intelligenti, consentono di chiamare una centrale di assistenza nel momento in cui nella propria abitazione ci fosse del fumo o ci fosse dell’acqua, in modo da consentire un rapido intervento riparatore.
Infine vengono inserite nelle polizze servizi di assistenza post evento in grado di aiutare il danneggiato a recuperare quanto prima il proprio stile di vita, come ad esempio servizi di fisioterapia all’interno di polizze infortuni.
Tutto questo per andare incontro alle esigenze dei clienti, molto più disponibili a pagare un giusto prezzo per servizi che riducono la probabilità del verificarsi di un evento negativo o gli impatti da esso derivanti, rispetto a semplici polizze che si limitano a rimborsarne il danno economico.

I rischi pandemici sono difficili da assicurare poiché vi è scarsità di dati statistici e questo  impedisce agli assicuratori di elaborare una tariffazione corretta.
Alcune Compagnie assicurative stanno comunque studiando diverse soluzioni per dare supporto ai loro assicurati, in particolar modo alle PMI. Cosa ne pensa e come prevede il 2021?
La difficoltà dell’assicurazione dei rischio pandemico nel momento attuale, oltre alla scarsità dei dati, che ne rende impossibile la riassicurazione, dipende anche dal fatto che oggi siamo nel già nel mezzo di una pandemia e di conseguenza assicurare tale rischio diventa impossibile in quanto manca l’aleatorietà dell’evento, tipica del contratto di assicurazione.

La pandemia oggi non è un rischio, ma una certezza.
Nella prima fase di questa pandemia le principali polizze malattia hanno coperto i costi per ricoveri da Covid19, a volte liquidando anche un capitale aggiuntivo in caso di ricorso alla terapia intensiva.
Abbiamo inoltre visto alcune compagnie di assicurazione coprire ad esempio il rischio di interruzione legato ad un possibile lockdown, come pure la possibilità di estendere anche al caso del covid le coperture infortuni o sanitarie collettive per il personale.
Credo che una volta che avremo superato l’emergenza covid le Compagnie Assicurative predisporranno prodotti adeguati per coprire famiglie ed imprese dai rischi di potenziali pandemie future.
Come sempre vale il concetto che la sicurezza propria, del proprio nucleo familiare, della propria attività, si costruisce pensandoci per tempo e non dopo che un evento negativo si sia già manifestato. 

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