giovedì, 25 Aprile, 2024
Protezione Futuro

È ora di pianificare il futuro!

Secondo Seneca, la vita non è breve: “È l’uomo a renderla tale quando disperde il tempo senza saggezza.”

Per Seneca il
problema sta nell’inconsapevolezza della propria fragilità. All’improvviso, un giorno, ci si sveglia e ci si ritrova anziani; allora il pensiero corre subito indietro nel tempo, come per cercare di recuperarlo, ma ormai è così lontano che solo la memoria può continuare a custodirlo.

Ognuno di noi è chiamato a verificare che le scelte effettuate nel passato si siano dimostrate corrette e coerenti. A tal proposito bisogna avere il coraggio di pianificare il proprio futuro per proteggere se stessi ed avere una opportunità di vita migliore.

È davvero essenziale pensare a quando arriverà la vecchiaia, non essere un peso, essere assistiti con attenzione, ed avere le giuste risorse economiche.

Ecco al riguardo il pensiero di Stefano Gentili, Senior Advisor e Manager di vertice del mercato assicurativo, per la nostra rubrica “Protezione futuro” curata da Angelica Bianco.

Indicazioni chiare, sul come prevenire gli imprevisti della vita, di cui far tesoro già da oggi. Buona lettura!

Dott. Gentili, la vita si allunga ma gli anziani restano sempre più soli e fragili. Può farci il punto della situazione?
“Nell’ultimo secolo, l’attesa di vita media in Italia si è allungata in modo decisamente significativo: da 62,5 anni nel 1900 a 71,1 nel 1950 per arrivare (dati ISTAT) nel 2007 a 78,7 per un bambino e di 84 per una bambina.
Ma vivere di più non significa vivere meglio.  La vita media degli italiani è di due anni superiore alla media europea eppure la speranza di vita senza limitazioni funzionali è di due anni inferiore (72,6 contro 74,4 media europea).
Dietro questi numeri, c’è una situazione umana molto difficile per 2,5 milioni di anziani e le loro famiglie. Anziani che non sono in grado di portare a termine in maniera autonoma una o più delle funzioni base della vita quotidiana cioè alimentarsi, vestirsi, lavarsi, muoversi da una stanza all’altra, alzarsi da un letto o da una sedia, essere autonomi nelle funzioni fisiologiche.
L’invecchiamento della popolazione italiana da un lato e la crisi della famiglia tradizionale dall’altro fanno di questa situazione un problema sociale esplosivo. Oggi si stima che almeno 2,8 milioni di persone si dedichino all’assistenza dei loro parenti non autosufficienti e a questi vanno aggiunte 900 mila badanti”.

Com’ è la situazione dell’assistenza, quali i costi e le difficoltà a cui vanno incontro le famiglie?
“Si tratta di un impegno davvero notevole da un punto di vista sia umano che economico.
Il costo annuo medio di una badante è di circa 16.000 €; il costo mensile medio di un posto letto in una struttura di assistenza agli anziani è di 1.600 €, ma si arriva facilmente oltre i 3.000 €.
Molte famiglie non possono permettersi tali costi e così assistiamo al fenomeno dei parenti che lasciano il lavoro per dedicarsi all’anziano non autosufficiente.
E la situazione è destinata a peggiorare: la popolazione italiana invecchia. Per il 2050 si stima che le persone non autosufficienti in Italia saranno oltre 5 milioni.
A fronte di questo trend demografico vi sono trend sociali che di certo non aiutano.
Sempre di più assistiamo al fenomeno delle famiglie composte da una sola persona; sempre di più i figli sono costretti a spostarsi da dove sono cresciuti e da dove risiedono i propri genitori per cercare lavoro. Tutto questo comporta che sempre di meno la famiglia possa svolgere la sua funzione storica di organismo in grado di occuparsi delle persone più fragili ed in particolare degli anziani”.

Quindi poche risorse, pochi aiuti, quando ci sono, dello Stato. Una situazione estremamente difficile. Può completarci questo quadro di affanni socio economici? Quali sono i possibili sostegni da poter mettere in campo e quali sono i nuovi orizzonti assicurativi e di aiuto alle famiglie?
“Purtroppo questo è un campo in cui l’assistenza pubblica è del tutto insufficiente.
Solo circa il 30% delle famiglie toccate da questo problema riceve una qualche forma di supporto, che normalmente si concretizza in una striminzita pensione di accompagnamento.
Ed anche le strutture, pubbliche o private, di assistenza agli anziani sono del tutto insufficienti: la disponibilità di posti letto nelle RSA oggi è circa del 10% rispetto al numero di anziani non autosufficienti.
Il mondo assicurativo ha studiato forme di supporto che possono essere utili in tali situazioni, purché attivate per tempo. Si tratta delle polizze LTC dall’inglese Long Term Care, ossia assistenza di lungo periodo.
Queste polizze si dividono a grandi linee in 3 gruppi.
Le polizze LTC per malattia, che coprono le spese mediche fino ad un massimale e che possono avere anche una indennità mensile al verificarsi della situazione di non autosufficienza.
Le polizze LTC a vita intera, in cui l’assicurato sopporta un costo di assicurazione per tutta la vita o fino al momento in cui viene a trovarsi in una situazione di non autosufficienza e a quel punto è la Compagnia ad erogare una rendita mensile a vita.
Le polizze LTC temporanee in cui il costo di assicurazione è pagato dall’assicurato per un periodo temporaneo che va dai 5 ai 25 anni mentre la rendita in caso di non autosufficienza resta ovviamente a vita”

Cosa c’è da sapere per orientarsi tra queste diverse offerte? Quali sono le principali caratteristiche a cui porre attenzione. Può spiegarci?
“Oggi tutte le principali compagnie di assicurazione offrono coperture di questo tipo.
Diventa quindi fondamentale analizzarne gli aspetti più critici, a cominciare dal modo in cui viene determinato lo stato di non autosufficienza e di conseguenza l’inizio della prestazione di rendita.
Normalmente questo scatta quando tre su quattro oppure quattro su sei delle funzioni quotidiane di cui abbiamo parlato prima vengono ad essere completamente inibite. Qualche compagnia utilizza sistemi più sofisticati, con una valutazione per punteggio che tiene conto anche della parziale non capacità a compiere tali funzioni.
Un secondo aspetto da tenere presente è se la rendita prevista verrà rivalutata in funzione dell’inflazione o resterà fissa. Questo aspetto è particolarmente importante in quanto è probabile che tale rendita venga erogata diversi anni dopo la stipula della polizza.
Importante è anche se la compagnia preveda che il premio annuo possa essere modificato durante la durata della polizza e con quali modalità. A fronte di situazioni socio sanitarie che non promettono nulla di buono la variabilità potrebbe diventare significativa”.

E se le condizioni economiche dell’assistito non gli permettessero di effettuare pagamenti regolari?
“C’è infatti da considerare con attenzione cosa succede se viene interrotto il pagamento del premio da parte dell’assicurato prima della data concordata contrattualmente. In alcuni casi si ha una riduzione dell’eventuale rendita mentre in altri cessa interamente il diritto a tale prestazione”.

Cosa bisogna sapere ancora per essere pronti ad aderire ad un contratto assicurativo LTC?
”Altri aspetti importanti riguardano l’età in cui tale polizza può essere sottoscritta: si hanno limiti massimi che variano fra i 60 ed i 75 anni.
Ci sono anche dei limiti minimi di età a cui poter sottoscrivere una polizza Long Term Care che variano fra i 30 e i 40 anni.
Inoltre per la sottoscrizione è sempre prevista la compilazione di un questionario anamnestico, mentre la visita medica è richiesta soltanto per sottoscrizioni dopo una certa età oppure per rendite mensili particolarmente elevate”.

Dott. Gentili, Lei ci ha spiegato in modo chiaro cose che non sono semplici. Adesso, cosa consiglia?
“Questa è una tematica davvero importante e che rischia di essere sempre più impattante anche sul bilancio delle famiglie.
Diventa allora fondamentale pensarci per tempo. Da un lato perché, come in tutte le assicurazioni, se la patologia è già in corso non si riuscirà a trovare una copertura; dall’altro lato perché i premi annui da pagare alla Compagnia dipendono dall’età in cui viene stipulata la polizza e crescono in maniera importante al crescere di tale età”.

Insomma, come diceva Seneca, bisogna pensare in tempo al futuro per non essere impreparati, soprattutto quando poi ci saranno difficoltà?
“Proprio così. Tra l’altro va considerato che la rendita è esente da IRPEF e che il premio della polizza è detraibile al 19% con un massimo di 1.921€ annuo.
Quindi pensateci subito, per la vostra tranquillità futura e per quella dei vostri cari.
Mai come in questo caso vale la pena di ragionare non sul costo della polizza, ma sull’eventuale costo della non copertura”.

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