Le tensioni commerciali, i conflitti in atto, l’aumento delle povertà, il costo dell’energia, hanno un impatto negativo sul clima di fiducia degli italiani e delle imprese. La Confesercenti fa una sintesi con un “Peggioramento a tutto tondo”. Una caduta che segnala le difficoltà del Paese di fronte alle nuove sfide con i cittadini che mantengono un profilo basso e riducono drasticamente i consumi. “Si sconta l’effetto Trump, ma pesano anche la corsa delle bollette e il caos polizze catastrofali al fronte economico arrivano purtroppo segnali preoccupanti: peggiora decisamente – secondo le rilevazioni dell’Istat – il clima di fiducia di consumatori ed imprese nel mese di marzo”.
Pessimismo a tutto campo
L’analisi della Confesercenti diventa realistica e cruda.
“Per quanto riguarda le famiglie”, evidenzia la Confederazione, “il pessimismo è a tutto campo, coinvolgendo sostanzialmente tutte le voci, da quelle sul clima economico generale a quello personale. Per le imprese si tratta del secondo calo consecutivo: in particolare il sentiment peggiora anche per il settore dei servizi, dai turistici, che diminuiscono di 5,5 punti, a quelli di mercato, -3 punti, mentre il commercio tiene in apparenza ma solo grazie alla grande distribuzione, poiché per i negozi l’indice diminuisce di oltre 2 punti e mezzo”.
Il perché delle difficoltà
Nella sua nota la Confesercenti entra nel merito delle cause che innescano un ciclo di sfiducia.
“Sono diversi, in questa fase, gli elementi interni ed esterni”, osserva la Confederazione, “che possono spiegare questa situazione di allarme: pesano gli aumenti dei prezzi energetici che hanno aggravato il costo delle bollette ed il caos sulle polizze catastrofali che incide negativamente sulle imprese, mentre iniziano a manifestarsi le preoccupazioni per la svolta negativa impressa dall’Amministrazione Trump sulle prospettive economiche mondiali”.
I consumi di primavera
Una situazione senza una svolta che potrebbe influire negativamente sui consumi di primavera.
“Il dato odierno rischia”, conclude la Confederazione degli esercenti, “perciò, di ripercuotersi negativamente sui consumi della prossima primavera, vanificando gli effetti espansivi associati alle festività pasquali ed al lungo ponte successivo”.