sabato, 22 Febbraio, 2025
Esteri

Hamas ha consegnato una palestinese al posto di Shiri Bibas. L’ira di Netanyahu: “Pagherete”

Identificati invece i resti dei due figli piccoli:. Tel Aviv, bombe su 3 bus, tre arresti, nessuna vittima "timer sbagliato". A Riad vertice Lega araba su piano-Gaza anti Trump

Le tensioni tra Israele e Hamas si riaccendono dopo la consegna da parte del gruppo palestinese dei corpi di alcuni ostaggi, tra cui i piccoli Ariel e Kfir Bibas, uccisi in prigionia. Ma la restituzione del cadavere di una donna palestinese al posto di quello della madre dei bambini, Shiri Bibas, ha scatenato una nuova ondata di accuse reciproche. Israele accusa Hamas di aver deliberatamente ucciso i due bambini e di aver violato gli accordi restituendo un corpo non identificato invece di quello di Shiri Bibas. “Ariel e Kfir sono stati brutalmente assassinati in prigionia”, ha dichiarato il portavoce dell’IDF Avichay Adraee, respingendo la versione di Hamas secondo cui la famiglia sarebbe morta sotto i bombardamenti israeliani. Il DNA del corpo ricevuto, ha aggiunto l’IDF, non corrisponde a quello di Shiri né di alcun altro ostaggio. Dall’altro lato, Hamas afferma che la madre sia morta durante un attacco aereo israeliano e che i suoi resti si siano mescolati con altri sotto le macerie. “Abbiamo informato i mediatori già a novembre 2023”, ha dichiarato il gruppo, sostenendo che Netanyahu abbia rifiutato allora la restituzione dei corpi.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha reagito duramente: “Hamas pagherà per questa violazione dell’accordo”. Il gruppo islamista ha definito queste dichiarazioni “una manovra politica”, ribadendo di voler rispettare l’intesa per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. Inoltre, Hamas ha chiesto la restituzione del corpo della donna palestinese erroneamente consegnato a Israele. La Croce Rossa da parte sua ha espresso nuovamente preoccupazione per le modalità con cui Hamas sta gestendo la consegna degli ostaggi e dei corpi. “I rilasci dovrebbero avvenire in modo dignitoso e privato”, ha dichiarato l’organizzazione, evidenziando l’assenza di criteri trasparenti nel processo.

Oggi altro scambio prigionieri

Parallelamente, Hamas ha annunciato che Israele rilascerà 602 detenuti palestinesi, tra cui 50 condannati all’ergastolo, in cambio della liberazione di sei ostaggi israeliani. Tra i prigionieri rilasciati ci sono 47 ex detenuti già scarcerati nello scambio per il soldato Gilad Shalit nel 2011 e nuovamente arrestati. Gli ostaggi israeliani che verranno liberati comprendono Tal Shoham, Omer Shem-Tov, Eliya Cohen, Omer Wenkert, oltre ad Avera Mengistu e Hisham al-Sayed, trattenuti a Gaza da oltre un decennio.

Sventato attentato a Tel Aviv

In un ulteriore segnale di tensione, Israele ha sventato un attentato terroristico contro cinque autobus nei pressi di Tel Aviv. Tre ordigni sono esplosi senza causare vittime, mentre altri due sono stati disinnescati. La polizia ritiene che l’attacco sia di matrice palestinese e sta cercando i responsabili. Su una delle borse contenenti esplosivi è stata trovata la scritta “Vendetta per Tulkarem”, in riferimento alla città della Cisgiordania, teatro di recenti scontri tra israeliani e palestinesi. Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha ordinato un’intensificazione delle operazioni militari nei campi profughi della Cisgiordania, accusando Hamas di fomentare il terrorismo.

La Lega Araba a Riad per Gaza

Mentre la crisi si acuisce, a Riad si tiene un summit tra otto leader arabi per rispondere al piano di Donald Trump sulla Striscia di Gaza. L’ex presidente USA aveva proposto di porre il territorio sotto il controllo americano e di trasferirne la popolazione in Egitto e Giordania, un’idea che ha provocato indignazione nel mondo arabo. I leader di Arabia Saudita, Egitto e Giordania stanno lavorando a una strategia alternativa per la gestione post-bellica di Gaza, con l’obiettivo di ricostruire il territorio e garantire un governo palestinese autonomo. Hamas ha chiesto il sostegno della Lega Araba per il futuro della Striscia, escludendo qualsiasi ingerenza israeliana o americana.

L’ONU stima che la ricostruzione di Gaza richiederà oltre 53 miliardi di dollari. Un piano egiziano in tre fasi prevede la rimozione delle macerie, la costruzione di infrastrutture essenziali e, infine, la pianificazione urbanistica a lungo termine. Parallelamente, si discute la possibilità di rilanciare il processo di pace attraverso la soluzione dei due Stati, un’ipotesi sempre più lontana nel contesto attuale.

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