giovedì, 12 Dicembre, 2024
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“Riaccendere” i centri urbani. Missione Confcommercio: 110mila chiusure svuotano il Paese

L’impegno della confederazione con il progetto multidisciplinare Cities

La Confcommercio lo chiama il “Laboratorio del cambiamento”, ma è una mutazione dolorosa da studiare perché dentro la trasformazione ci sono pezzi dell’Italia che scompaiono. Per la Confederazione arginare la desertificazione è un obiettivo strategico e il progetto ha assunto il nome di Cities il “laboratorio del cambiamento”, pensato come una piattaforma di conoscenza multidisciplinare per migliorare i centri urbani e sostenere le economie di prossimità.

Cities, studio multidisciplinare

L’approccio spiega la Confederazione è “multidisciplinare”, per questa la Confcommercio ha chiavato a raccolta amministrazioni comunali esperti di city making, politiche pubbliche e cambiamenti socio-economici, per “giungere ad identificare strategie innovative e strumenti operativi per rilanciare il tessuto economico locale e valorizzare il ruolo urbano delle attività economiche di prossimità”. Il Piano è stato presentato Alma forum “Urbanpromo – Progetti per il paese”, tenuto la scorsa settimana a Firenze promosso dall’Istituto Nazionale di Urbanistica.

110mila chiusure

“Quest’anno ci siamo concentrati sul tema della desertificazione commerciale: il nostro Centro Studi”, spiega il responsabile del settore urbanistica e rigenerazione urbana di Confcommercio, Paolo Testa, “nei mesi scorsi, ha evidenziato i preoccupanti andamenti della demografia d’impresa, con 110 mila chiusure nel corso degli ultimi dieci anni. Ripartire dai dati, tanto quelli strettamente amministrativi che quelli derivanti dalle indagini demoscopiche, in grado di restituirci le percezioni dei cittadini, è il primo passo per organizzare una risposta, sia da parte delle rappresentanze d’impresa, che dal lato dei decisori locali”.

Scende la densità commerciale

I lavori del convegno sono aperti da un videomessaggio del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli che ha ringraziato Anci “con la quale stiamo costruendo una comune visione di città e di futuro e ad Urban promo che ha raccolto la complessa sfida di ridisegnare le funzioni delle città”. “Un lavoro fondamentale perché, o noi immaginiamo scientemente e poi costruiamo la citta che vogliamo o rischiamo di finire a vivere In luoghi che non ci appartengono più”. “Negli ultimi 10 anni – evidenzia Sangalli – la densità commerciale nei nostri centri urbani è diminuita di 15 punti. Tutto questo si collega ad un altro dato che recupero dal forum Giovani Inprenditori: se cala la densità commerciale diminuisce la popolazione ed in particolare quella giovanile con la capacità di fare impresa. I giovani sulla popolazione totale sono diminuiti del 19% e le imprese giobvanili del 28%. Questo ha implicazioni fortissime sulle città. Desertificazione è un concetto quantitativo ma si traduce in impoverimento qualitativo. Se la desertificazione incalza l’antidoto che proponiamo è la rivitalizzazione delle città. Sono i giovani l’elemento base sul quale puntare come leva del futuro, dobbiamo cambiare il futuro insieme”.

Città vive con negozi aperti

All’evento presente in collegato in video Enrico Postacchini, componente di Giunta con incarico per Commercio e Città, Confcommercio e presidente della Confcommercio Bologna ed Emilia Romagna. “Confcommercio ha puntato risorse ed energie sulla rigenerazione urbana. Le città vivono se vivono i negozi. I valori degli immobili sale se ci sono attività presenti. Non abbiamo puntato sull’aspetto edilizio ma su quello sociale e di comunità”. “Bisogna ragionare su un nuovo Piano Marshall sulla questione idrica rispetto ai fiumi che attraversano le nostre città. Con il senno di poi il Pnrr avrebbe dovuto occuparsi di questi aspetti, dobbiamo collaborare con le amministrazioni comunai e territoriali per mettere in sicurezza i centri urbani”.

Centro urbano e costi

Il “padrone di casa” Aldo Cursano, Presidente di Confcommercio Firenze e Arezzo, osserva “che la desertificazione è la conseguenza di scelte di un certo tipo. E’ una sconfitta, perché bisogna ricordare come nascono le città. La storia delle città e la storia del commercio che ha accompagnato il progresso determinando uno stile di vita come quello di italiano che è il più invidiato: “uscio e bottega”. “Ora”, prosegue Aldo Cursano, “non è più cosi e le persone devono continuamente spostarsi per raggiungere i servizi e l’economia. Quindi casca un modello quello del centro urbano dove rimangono solo i costi. Una città senza cittadini non è più una città. Di fronte a ciò bisogna ripensare ad un equilibrio diverso delle funzioni. Riportare servizi ed economia all’interno dei centri storici”.

Le mancate scelte

“L’apprensione per i processi di desertificazione”, commenta presidente dell’Inu, Michele Talia, “credo che sia il frutto di mancate scelte e credo che esistano delle politiche a tempo medio lungo che si possano adottare per contrastare questi processi. La prima questione fa riferimento alla prossimità: esistono proposte che se indirizzate e coordinate possono essere un’arma di contrasto proprio alla prossimità. Faccio riferimento alla città dei 15 minuti, valorizzando il ruolo del quartiere. Bisogna migliorare l’accessibilità, con trasporti pubblici più veloci e una ciclabilità più estesa e soprattutto con la reinterpretazione dello spazio urbano come sommatoria e integrazione delle diverse funzioni. L’avvento dello smart working ha rivoluzionato il ruolo dell’abitazione che non è più un posto dove tornare a dormire ma occupa gran parte della nostra vita sociale e lavorativa”. Secondo Talia, “il rischio del commercio non è quello dei grandi centri commerciali in periferia ma in molti casi si sconta il problema del commercio on line. La distribuzione commerciale può contribuire ad una reinterpretazione dello spazio urbano. Poi c’è la questione della rigenerazione urbana e la necessità di fare un salto di qualità: questo è un tema che molto spesso viene declinato in un modo riduttivo. Bisognerebbe coniugare i corridori ecologici con le direttrici del trasporto pubblico, affidando all’attività distributiva un contesto adeguato per esplicare la propria funzione”.

Esperti a confronto

Nel corso della tavola rotonda dedicata a “Dati e pratiche a contrasto della desertificazione commerciale”, le testimonianza di Riccardo Grassi, di SWG Davide Agazzi, esperto di sviluppo locale e innovazione sociale (FROM), Andrea Mariotto, esperto di politiche pubbliche per il territorio Università Iuav di Venezia , e il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, che ha presentato una serie di numeri e statistiche sul tema. “Storicamente, un problema spesso evidenziato dalle associazioni locali del sistema Confcommercio – ha detto Bella – è il rischio di desertificazione commerciale nelle città. Nel 2015 l’Ufficio Studi ha avviato il progetto dell’Osservatorio, siamo al lavoro per la presentazione nel 2025 della decima edizione, con la finalità di monitorare nelle nostre città l’andamento dello stock delle imprese del commercio al dettaglio e delle attività di alloggio e ristorazione. Capire le cause dei cambiamenti della rete comunale di servizi al consumatore e, conseguentemente, anche capire come neutralizzare eventuali patologie, quali appunto il rischio di desertificazione commerciale o, meglio, la riduzione del livello di servizio alla cittadinanza”. La seconda tavola rotonda è stata incentrata sulle “Sperimentazioni Cities a sostegno delle economie di prossimità”, con le testimonianze dei rappresentanti delle associazioni territoriali di Confcommercio e del mondo della politica di Parma e Prato che si sono confrontati sulla promozione di Distretti del commercio e, più in generale, di forme di accordo territoriale finalizzati allo sviluppo urbano in chiave economica e la logistica dell’ultimo miglio.

Relatori e istituzioni

Sono intervenuti Claudio Franchini, direttore Confcommercio Parma; Chiara Vernizzi, Assessora alla Rigenerazione Urbana del Comune di Parma, Tiziano Tempestini, direttore Confcommercio Pistoia e Prato Benedetta Squittieri, Assessora all’innovazione, economia circolare, sviluppo economico e commercio del Comune di Prato.

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