mercoledì, 24 Aprile, 2024
Società

Il vecchietto dove lo metto

Ricordo con tanto affetto mio nonno Antonio, ormai avanti con gli anni, che spesso mi diceva: “Caro nipote, ricorda che la vecchiaia è una Carogna”. La mia puntuale risposta era sempre la stessa “Carissimo nonno, beato a chi ci arriva!”.

Ora per fortuna siamo in tanti a raggiungere una età avanzata, gli scienziati ci dicono che ormai si diventa anziani solo dopo i 75 anni di età.

Terenzio, illustre saggista romano, affermava qualche secolo fa: “SENECTUS IPSA EST MORBUS”. La vecchiaia stessa è una malattia.

Citazioni a parte non tutte le persone arrivano in tarda età in buone condizioni di salute, si sa che con l’avanzare degli anni aumentano le malattie: disturbi di memoria e di comportamento, cardiopatie, bronchiti, deficit di vista e di udito, artrosi polidistrettuale, dolori reumatici e così via.

Questa marea crescente di anziani più o meno acciaccati da innumerevoli patologie è in continuo aumento e sarà sempre più problematico assisterla negli anni a venire, vuoi per la mancanza di famiglie unite come esistevano una volta, vuoi per la scarsità di stutture idonee dove ricoverarli e assisterli ma soprattutto per le scarse risorse economiche di cui molto spesso dispongono.

Lo Stato continua ad indebitarsi con spese improduttive, vedi il Reddito di Cittadinanza, ignorando persone che pur avendo lavorato una vita e pur avendo versato contributi, arrivano a vivere gli ultimi anni della loro esistenza indigenti, soli , abbandonati dalle famiglie e dallo stesso Stato.

C’è proprio da vergognarsi.
Invero qualche anziano usufruisce anche di un assegno di accompagnamento che pur sommato alla pensione sociale non riesce a coprire le spese della retta mensile richiesta dalle Case di Riposo o dalle RSA (Residenze Sanitarie Assistite).

A volte i comuni dispongono di fondi sociali che integrano la quota mensile da pagare, ma i tempi dei pagamenti sono lunghie e arrivano spesso quando i ricoverati sono deceduti.
A questo punto ci si chiede: cosa fare?
Considerato che lo Stato dispone di ospedali periferici abbandonati, di caserme in disuso e di un ingente patrimonio immobiliare sequestrato alla malavita, potrebbe creare 3 tipi di strutture assistenziali.

Nella prima andrebbero collocati gli anziani autosufficienti; in questo luogo bisognerebbe  organizzare attività per mantenere in costante stimolazione i loro interessi: cinema, rassegna stampa quotidiana, lettura, giardinaggio pet therapy, gioco delle carte e degli scacchi ecc. ecc..

Nelle strutture di secondo tipo andrebbero ricoverati gli anziani che non presentano patologie importanti, quindi parzialmente autosufficienti e che necessitano pertanto di assistenza medica ed infermieristica ridotta.

Il terzo ed ultimo tipo di ricovero per anziani andrebbe riservato a tutte le persone affette da gravi malattie e quindi bisognose di assistenza totale e complessa con la presenza fissa quindi di personale sanitario ed infermieristico.

Se lo Stato riuscisse a realizzare in tempi brevi queste strutture assistenziali, potrebbe incrementare l’occupazione creando nuovi posti di lavoro: medici, infermieri, operatori socio sanitari, impiegati, cuochi e tanti altri lavoratori troverebbero impiego, i futuri Navigator avrebbero veramente qualche posto di lavoro da assegnare e in tempi di crisi come questi che stiamo vivendo non sarebbe una cosa tanto malvagia.

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