“Usa il cuore per l’azione…” (Use Heart for Action) è il tema della campagna 2024-2026 promossa dalla World Heart Association iniziata in occasione della Giornata mondiale del Cuore (29 settembre). L’obiettivo: sensibilizzare gli individui a prendersi cura del proprio cuore e spingere i leader mondiali a non sottovalutare il grave problema di sanità pubblica rappresentato dalle malattie cardiovascolari. Le malattie del sistema circolatorio rappresentano infatti la prima causa di morte in Italia (30,8%). Va sottolineato che negli ultimi anni si continua a registrare una riduzione dei decessi per le malattie del sistema circolatorio; il tasso di mortalità standardizzato (popolazione europea, Eurostat 2012) si è ridotto del 12% nei 5 anni dal 2017 al 2021. La riduzione della mortalità per le cause cerebro e cardiovascolari è continuata nonostante nel 2021 si sia registrato un aumento totale di circa 110mila decessi rispetto alla media degli anni 2018 e 2019, spiegato principalmente dalla mortalità per COVID-19. Questa diminuzione è stata favorita dal miglioramento dell’efficacia delle misure preventive, terapeutiche, assistenziali e riabilitative di queste patologie e dei correlati fattori di rischio. L’analisi dei tassi di mortalità standardizzati per uomini e donne per malattie ischemiche del cuore mostra che negli uomini la mortalità è trascurabile fino a 40 anni, emerge fra 40 e 50 anni e poi cresce in maniera esponenziale con l’avanzare dell’età; nelle donne si manifesta circa 10 anni dopo, a partire dai 60 anni e cresce rapidamente dopo i 70 anni.
Fare prevenzione
Bisogna ricordare che le malattie cardiovascolari sono per la gran parte prevenibili attraverso l’adozione di sani comportamenti legati allo stile di vita, in particolare attraverso l’adozione di una sana alimentazione, attività fisica regolare e abolizione del fumo di tabacco. Il trend temporale rilevato per la pressione arteriosa e l’indice di massa corporea indica una riduzione della prevalenza di pressione arteriosa elevata e una sostanziale stabilità della prevalenza di obesità, sebbene gli indicatori rimangano ben al di sopra dei livelli desiderabili. Nel 2018-2019 si è osservata una significativa riduzione del valore medio di pressione arteriosa sistolica e diastolica misurata negli uomini (1998-2002: 136/86 mmHg; 2008-2012: 132/84 mmHg; 2018-2019: 132/78 mmHg) e nelle donne (1998-2002: 132/82 mmHg; 2008-2012: 126/78 mmHg; 2018-2019: 122/73 mmHg); una riduzione della prevalenza di pressione elevata, che è passata dal 50% del 1998-2002, al 40% del 2008-2012, al 30% del 2018-2019 negli uomini e 39%, 25% e 16% nelle donne e una riduzione anche della prevalenza di ipertensione: – 54%, 49% e 44% negli uomini e 45%, 35% e 32% nelle donne. Queste tendenze risultano coerenti per età e livello di istruzione. Nel 2018-2019, gli uomini e le donne ipertesi con pressione arteriosa controllata erano solo il 27% e il 41%, rispettivamente, ma si è osservato nel tempo un andamento favorevole.
Stili di vita sani
Sia per gli uomini che per le donne, l’indice di massa corporea medio misurato nei campioni di popolazione esaminati nel 2018 è risultato paragonabile a quello del 1998 e 2008 (uomini 1998, 2008 e 2018: 26,7, 27,5 e 27,0 kg/m², rispettivamente; donne: 26,2, 26,6 e 26,3 kg/m², rispettivamente). Nel 1998, 2008 e 2018 la prevalenza del sovrappeso è risultata, rispettivamente, del 49%, 47% e 46% negli uomini e del 33%, 32% e 28% nelle donne; la prevalenza dell’obesità, rispettivamente, del 17%, 24% e 20% negli uomini e del 21%, 23% e 23% nelle donne. Tutti gli indicatori di eccesso di peso risultano peggiorare con l’aumentare dell’età e sono più gravi nelle persone con un livello di istruzione inferiore. I dati sui principali stili di vita come l’abitudine al fumo, l’attività fisica e l’alimentazione, raccolti nel 2018-2019, hanno mostrato livelli ancora piuttosto elevati di fumatori, di persone sedentarie e con comportamenti alimentari scorretti. Per quanto riguarda l’assunzione giornaliera di sale, nella popolazione esaminata attraverso il dosaggio dell’escrezione urinaria di sodio nelle urine delle 24 ore è stata di 10,8 g negli uomini e 8,3 g nelle donne nel periodo 2008-2012 e, rispettivamente, di 9,5 g e 7,2 g nel periodo 2018-2019. È stata, quindi, osservata una riduzione significativa dell’assunzione di sale di oltre il 12% in 10 anni.
Esame sulla popolazione generale
I dati preliminari raccolti attraverso l’esame in corso sulla popolazione generale nell’ambito della periodica Italian Health Examination Survey (ITA-HES) – Progetto Cuore condotta dall’ISS, mostrano per il 2023 che i valori medi della valutazione del rischio cardiovascolare sono risultati pari al 6,9% negli uomini e al 2,3% nelle donne (quante persone su 100 – % – si stima potranno avere un infarto del miocardio o un ictus nei successivi 10 anni sulla base delle proprie caratteristiche – sesso, età, pressione arteriosa sistolica, trattamento per ipertensione, colesterolemia totale ed HDL, fumo, diabete). Per gli uomini di età compresa tra 35 e 44 anni il rischio cardiovascolare medio risulta pari all’1,6%, per i 45-54 anni al 3,8%, per i 55-64 anni al 10,0%, per i 65-69 anni al 17,6%; per le donne risulta pari rispettivamente allo 0,5%, all’1,0%, al 3,3% e al 6,0%.
L’importanza del monitoraggio
I dati preliminari mostrano quanto siano diffuse le principali condizioni di rischio ed evidenziano l’importanza di un monitoraggio periodico della propria salute attraverso la misurazione dei principali parametri: nel 2023 tra i 35 e i 74enni, il 23% degli uomini e il 25% delle donne è risultata in condizioni di obesità, il 10% degli uomini e l’8% delle donne è risultato affetto da diabete mellito (tra questi 2 uomini su 10 e 1 donna su 10 non ne sono consapevoli), il 24% degli uomini e il 29% delle donne è risultato avere livelli di colesterolemia totale elevati o è in trattamento farmacologico specifico (tra questi 1 uomini su 10 e 2 donna su 10 non ne sono consapevoli), e il 49% degli uomini e il 39% delle donne è risultata avere livelli di pressione arteriosa elevati o è in trattamento farmacologico specifico (tra questi 4 uomini su 10 e 3 donne su 10 non ne sono consapevoli).