giovedì, 10 Ottobre, 2024
Ambiente

PolieCo: “Più risorse per l’ambiente”

Si conclude oggi la sedicesima edizione del Forum internazionale a Napoli

Un’importante occasione di confronto e sensibilizzazione su un tema, quello del traffico dei rifiuti, che richiede interventi urgenti e soluzioni condivise. Con la partecipazione di esperti e operatori del settore, la sedicesima edizione del Forum internazionale PolieCo iniziata ieri e in programma fino a oggi a Napoli, al Renaissance Hotel Mediterraneo (dal titolo ‘Plastica poche chiacchiere! Traffici, bio, ecodesign e nuove regole’) mira a promuovere una gestione dei rifiuti più sostenibile e responsabile, per garantire un futuro migliore per l’ambiente e le comunità locali. La grande sfida, secondo i partecipanti alla prima giornata dell’evento, è chiaro: bisogna lavorare da squadra affinché istituzioni, magistratura e addetti ai lavori possano trovare una chiave di ‘svolta’ per trovare una soluzione definitiva alla problematica. Servono, in pratica, più risorse da mettere in campo.

Fenomeno preoccupante

‘Le nuove frontiere del traffico dei rifiuti’ è stata una delle tavole rotonde più attese e che ha dato l’inizio alla due giorni ambientale. All’interno del panel, che ha visto come protagonista del primo intervento il Direttore Generale PolieCo Claudia Salvestrini (tra i massimi esperti in materia in Italia e non solo su questo tema, il Consorzio Nazionale per il Riciclaggio di Rifiuti di Beni in Polietilene ha lanciato un allarme riguardo alle nuove destinazioni di esportazione degli stessi. Salvestrini ha sollevato preoccupazioni riguardo all’aumento delle esportazioni verso Paesi come Grecia, Lettonia e Bulgaria, ma anche Albania e Turchia. “Stiamo assistendo a un fenomeno preoccupante: rifiuti esportati con il codice CER 191212, riferito a materiali che hanno subito un trattamento meccanico, finiscono in impianti dove la lavorazione per la produzione di combustibile solido secondario non avviene come previsto, creando un rischio per l’ambiente e la salute pubblica”, le sue parole. Le indagini condotte dal Consorzio rivelano un quadro allarmante: molti di questi impianti non rispettano le normative e spesso si limitano a cambiare il codice dei rifiuti per eludere i controlli. “Sono appena tornata da Salonicco, dove ho potuto constatare che i rifiuti partiti dai porti italiani giungono in piattaforme inadeguate. Situazioni simili sono state riscontrate anche in Lettonia e Bulgaria,” ha aggiunto Salvestrini. L’esportazione di rifiuti dall’Unione Europea verso paesi extra-Ue ha raggiunto nel 2023 il volume di 35,1 milioni di tonnellate, per un valore totale di 18,5 miliardi di euro. E’ un trend, questo, che non solo solleva preoccupazioni ambientali, ma mette anche a rischio la salute dei cittadini nei paesi destinatari e rappresenta una minaccia per le aziende del riciclo che operano in contesti normativi più severi, costrette a fronteggiare una concorrenza sleale. I dati comunicati da Salvestrini sono, per il Procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Pescara Anna Rita Mantini, “evidenti e sconcertanti”. Ha quindi parlato della difficoltà del lavoro dei pm che possono lavorare quando i casi di traffici di rifiuti irregolari sono già accertati e non possono “essere invece ricercati. E spesso i i reati legati a questa tematica vengono a galla per puro caso, tipo dopo un accertamento finanziario per una verifica merceologica”. Insomma, per Mantini manca un vero regolamento che possa in qualche modo regolarizzare il tutto: “Dobbiamo porci delle misure attive, bisogna far parlare tra loro i soggetti istituzionali, magari utilizzando l’Intelligenza Artificiale per far dialogare le banchi date”.

Numeri sottostimati

I terribili numeri di cui sopra sono addirittura sottostimati per il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trani Renato Nitti, “anche se l’Italia è quella che fa di più in tutta Europa”. Altra tratta che interessa il traffico dei rifiuti è quella relativa tra l’Italia e l’Africa, senza dimenticare l’Asia. Lo ha ricordato il Sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Genova Fabrizio Givri: “Il numero sui controlli dei container è davvero irrisorio, di media ne viene controllato uno su mille; per scaricare un container e quindi controllarne il contenuto, ci vuole una settimana. Insomma, difficile fare un’analisi approfondita”.

“Servono risorse”

“Sul tema dell’ambiente ci sono tante chiacchiere ma poi quando bisogna mettere le risorse, queste risorse non ci sono. Dobbiamo invece darci energie, strumenti, controlli, attenzione perché sia un tema di persone che vogliono intervenire e ridurre questo fenomeno che incide sulla salute di tutti i cittadini”. Il procuratore Roberto Rossi della Procura di Bari è perentorio e con lui a far quadrato sul bisogno di una maggiore presenza di controlli è Eugenia Pontassuglia a capo della Procura di Taranto che, intervenuta con il collega al Forum, ha sottolineato: “Il primo problema è quello della specializzazione della Polizia Giudiziaria, del numero degli organici”. “Perché – insiste Pontassuglia – ci può anche essere Polizia Giudiziaria particolarmente specializzata ma gli organici sono veramente molto risicati, quindi diventa difficile fare questo tipo di indagini. I numeri purtroppo lo attestano, perché se consideriamo nel complesso le indagini aperte in Italia negli ultimi anni, a fronte di un fenomeno veramente allarmante che sotto gli occhi di tutti, i numeri sono veramente bassi”. “Oggi – continua, la procuratrice – il problema del traffico di rifiuti non riguarda più una regione piuttosto che un’altra ma lo smaltimento verso l’estero, oramai generalizzato con destinazioni diverse rispetto al passato”. Le nuove rotte parlano infatti di mete europee che si affiancano a quelle extra Ue. In ordine, invece, all’attuale situazione in Puglia, “purtroppo – dice Rossi- abbiamo constatato flussi di rifiuti che provengono dalla Campania e che vengono sparsi nei terreni, nelle discariche, nelle strade, nei capannoni”. Una situazione che accresce il rischio degli incendi spesso, rilevano i Procuratori Rossi e Pontassuglia, derubricati come autocombustione. “I vigili del fuoco fanno le comunicazioni solo quando ritengono che sia doloso ed il più delle volte non interveniamo perché non lo sappiamo se non dopo aver letto le relative notizie dai giornali. È vero però che capire tecnicamente se un incendio è stato doloso oppure se è scoppiato per autocombustione, è molto difficile”, evidenziano il procuratore di Bari e la procuratrice di Taranto. È dunque, fondamentale andare a monte del fenomeno e richiamare i gestori degli impianti al rispetto delle norme antincendio, “come fatto a Bari dove abbiamo arginato il problema obbligando secondo legge i gestori a mettersi in regola”, ha concluso Rossi. Al tavolo dei relatori anche l’Avvocato Tommaso Marvasi, esperto di Diritto ambientale e da oltre 20 anni al fianco di PoliEco. Nel suo intervento ha ricordato il business di questo traffico: “Una tonnellata di plastica costa più di una tonnellata di arancia”, il suo amaro commento, aggiungendo che bisogna migliorare “anche il riciclo domestico”.

La seconda giornata

Oggi, alle 9, il secondo appuntamento con il Forum che vedrà il saluto iniziale di Salvestrini, del Presidente PolieCo Enrico Bobbio e del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania Ottavio Lucarelli. Ci sarà la presentazione delle risultanze dai Tavoli di lavoro di ieri a cura dei coordinatori e una tavola rotonda che sarà moderata dallo scrittore Sergio Nazzaro. Tra i relatori, il Sostituto Procuratore presso la Direzione Nazionale Antimafia Antonio Ardituro, il Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord Cesare Sirignano, il Vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno e il Viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto. L’evento, organizzato dal Consorzio Nazionale per il Riciclaggio di Rifiuti di Beni in Polietilene, gode del patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e in collaborazione con l’Ordine Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori di Napoli e Provincia e l’Ordine dei Giornalisti della Campania.

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