giovedì, 5 Dicembre, 2024
Società

La strage di Marcinelle. Mattarella: “Vincolo inscindibile tra democrazia e il rispetto della dignità del lavoro”

Il cordoglio del capo dello Stato e del premier Meloni nella Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo

“C’è un vincolo inscindibile tra democrazia e lavoro, e il pieno rispetto della dignità del lavoro è un obiettivo non ancora pienamente raggiunto”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un passaggio della sua dichiarazione nel giorno del 68° anniversario della strage di Marcinelle. A ricordare l’incidente anche la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, insieme ai Presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa.

La strage di Marcinelle

La mattina dell’8 agosto 1956 a Marcinelle, in Belgio, si verificò uno dei disastri minerari più gravi della storia. A causa di un incendio scoppiato nel pozzo di carbone Bois du Cazier, innescato dal contatto di un carrello mal posizionato con un cavo elettrico ad alta tensione, che provocò una scintilla e l’accensione di olio e materiali infiammabili, la miniera fu invasa da fumi tossici, che si diffusero rapidamente nei tunnel sotterranei a causa di una ventilazione insufficiente e di mancanze nell’organizzazione delle vie di fuga, aggravando la situazione e impedendo l’evacuazione dei minatori intrappolati. Il bilancio fu drammatico: persero la vita 262 lavoratori, di cui 136 italiani. Nonostante i tentativi di salvataggio, solo pochi minatori riuscirono a sopravvivere.

La ricerca delle vittime

Il 25 marzo di quest’anno, il quotidiano belga ‘Dh Net’ ha identificato Rocco Ceccomancini, 19enne di Turrivalignani (Pescara), come una delle vittime del disastro, grazie a un’analisi del Dna condotta dall’Institut national criminalistique et de criminologie (Incc) del Belgio. Le ricerche, iniziate nel 2021 su richiesta dei familiari di Francesco Cicora, un’altra vittima, hanno anche portato al riconoscimento del francese Oscar Pellegrims e Dante Di Quilio, quest’ultimo originario di Alanno, in provincia di Pescara.

Le parole di Mattarella

In un comunicato divulgato dal Quirinale, Mattarella ha ricordato come “da ventitré anni la data del disastro minerario di Marcinelle del 1956 ha dato vita alla ‘Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo’. La portata della tragedia che sessantotto anni fa sconvolse 262 famiglie – di cui 136 italiane – le ha fatto assumere una fortissima carica simbolica. Quanto accadde al Bois du Cazier è dunque un richiamo alla memoria del sacrificio di tutti lavoratori italiani deceduti all’estero nello svolgimento delle proprie attività professionali e a quanti hanno recato il contributo della propria industriosità a Paesi anche lontani”.

Il rispetto della dignità umana

“Fin dal suo primo articolo – ha proseguito il Presidente – la Costituzione della Repubblica stabilisce un vincolo ideale inscindibile tra democrazia e lavoro. Il pieno rispetto della dignità dei lavoratori ne è un principio fondamentale, affermato anche al livello internazionale; un obiettivo che, tuttavia, non è stato ancora pienamente raggiunto. Svolgere la propria attività lavorativa in sicurezza è la prima elementare condizione”.

Solidarietà e vicinanza del presidente

“Marcinelle – ha continuato – e le altre tragedie che hanno coinvolto migranti italiani nei cinque continenti costituiscono ancora oggi un monito ineludibile a promuovere la dignità del lavoro, valore irrinunciabile della identità della nostra comunità. A quanti hanno perso familiari, amici e colleghi, vittime del lavoro, al Bois du Cazier e in altre parti del mondo – ha concluso – rinnovo l’espressione dei sentimenti di vicinanza e di solidarietà della Repubblica”.

Meloni: tragedia, segno indelebile

Anche la Presidente Meloni si è unita al ricordo. “La tragedia avvenuta di Marcinelle – ha affermato la Premier – ha lasciato un segno indelebile nella storia nazionale ed europea. L’Italia ha pagato il tributo più pesante: 136 su 262 minatori erano nostri connazionali. Italiani che avevano deciso, con sofferenza e dolore, di abbandonare la loro terra per sostenere, con dignità e spirito di servizio, la Nazione che li aveva accolti. Senza pretese, ma con umiltà e dedizione. Il buio di una miniera distante migliaia di chilometri dai loro luoghi d’origine ha inghiottito le loro vite, ma la memoria di questi figli d’Italia vive ancora nella riconoscenza della comunità nazionale”

“Oggi, infatti, l’Italia celebra la ‘Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo’: ricorrenza istituita nel 2001 dall’indimenticato Ministro Mirko Tremaglia, per ricordare i lavoratori italiani caduti in ogni continente e omaggiare il loro contributo allo sviluppo delle Nazioni che hanno scelto come ‘seconda Patria’. Marcinelle”, ha evidenziato il Premier, “è una delle pagine più drammatiche della grande storia dell’emigrazione italiana. Una storia di sconfitte, di sacrifici, di privazioni ma anche di luminosi successi, di battaglie vinte e risultati straordinari. In questa giornata, onoriamo anche questa grande storia e rinnoviamo il legame con i nostri connazionali all’estero, uomini e donne innamorati dell’Italia e che contribuiscono a rendere la nostra Patria amata e apprezzata nel mondo”.

Fontana e La Russa

Al coro del ricordo e della memoria si è unito anche il Presidente della Camera Lorenzo Fontana, il quale si è espresso con un post social in ricordo delle vittime, affermando che “ne onoriamo la memoria. Una preghiera per loro”. Sulla stessa linea il Presidente del Senato La Russa, per il quale “questi nostri compatrioti, emigrati all’estero in cerca di un futuro migliore, sono simbolo di coraggio, sofferenza, fatica e resilienza. Il loro sacrificio – anche a distanza di tanti anni – non è stato dimenticato e rimarrà indelebile nella memoria della nostra Nazione”, rammentando come questa giornata “ci ricorda ancora oggi l’importanza della sicurezza sul lavoro. Alle tante, troppe morti bianche, il Senato della Repubblica rende omaggio rivolgendo un deferente pensiero”. Tra le alte cariche dello Stato, anche il Vicepremier Antonio Tajani ha espresso il suo pensiero: “Onoriamo la memoria dei connazionali che con dedizione e coraggio hanno tenuto alto il nome dell’Italia, spesso con grandi sacrifici personali e familiari”.

Il ricordo dei Ministri

Tra i Ministri che hanno dato il loro cordoglio, quello della Giustizia, Carlo Nordio, ha messo l’accento sul come questo avvenimento “ci impegna nel riconoscimento del lavoro come valore universale, sia nel ricordo del sacrificio dei connazionali emigrati all’estero durante il XX secolo, sia nell’affermazione, per tutte le persone che lavorano oggi in Italia, di tale fondamentale diritto costituzionale mediante condizioni di sicurezza effettive”, mentre per il Ministro per le Riforme istituzionali e la Semplificazione normativa, Elisabetta Casellati, “questo dramma rappresenta per l’Italia un simbolo doloroso dell’emigrazione e del prezzo pagato in vite umane, ma anche un duro monito nella battaglia per la sicurezza sul lavoro”.

Le opposizioni

Ai messaggi di vicinanza si sono unite anche le opposizioni. Per la Segretaria del Pd, Elly Schlein, “ricordare e onorare Marcinelle oggi significa anche spronare l’Europa affinché si recuperino la solidarietà sociale e politica, i valori di accoglienza e la difesa dei diritti sociali. La memoria di quelle morti impone allora a tutti scelte coraggiose sulla dignità e la sicurezza di tutte le lavoratrici e i lavoratori, e sulla solidarietà anziché i respingimenti e i muri dettati da egoismi nazionali”. Dello stesso pensiero Benedetto Della Vedova, deputato di +Europa, per il quale “ricordare questo evento può essere utile a stemperare lo scontro ideologico e a ispirare scelte più umane, razionali e lungimiranti sull’immigrazione, perché oggi è l’Italia a dover contrastare un drammatico declino demografico”.

Combattere la precarietà

Linea simile per la deputata del Pd Anna Ascani, per la quale “troppe sono ancora le vittime, ogni giorno. Perciò è necessario tenere sempre alta l’attenzione sui diritti dei lavoratori e combattere sfruttamento e precarietà”. Allo stesso tempo, la Segretaria Confederale, Lara Ghiglione, ha spiegato come, per la Cgil, “salvaguardare la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori è una nostra fondamentale prerogativa. Per questo abbiamo presentato i nostri quattro quesiti referendari per rendere il lavoro più stabile e sicuro e abbiamo depositato in cassazione quattro milioni di firme”.

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