mercoledì, 8 Maggio, 2024
Ambiente

Confcooperative: “I disastri ambientali hanno bruciato 210 miliardi”

Secondo uno studio condotto da Censis Confcooperative, i disastri naturali e i cambiamenti climatici hanno lasciato un pesante conto di 210 miliardi di euro all’Italia. Un ammontare enorme che in pratica equivale all’intero importo del Piano nazionale di ripresa e resilienza e a ben 10 manovre finanziarie. Di questi 210 miliardi, ben 111 sono attribuiti agli effetti dei cambiamenti climatici. Un segnale chiaro: la cura del territorio non è un costo, ma un investimento cruciale per il sistema paese. Maurizio Gardini, Presidente di Confcooperative, ha commentato i dati emersi dal Focus Censis Confcooperative ‘Disastri e climate change conto salato per l’Italia’ in occasione della giornata mondiale della terra. Lo studio evidenzia come negli ultimi 40 anni il Paese abbia pagato circa un terzo del valore totale dei danni provocati da eventi estremi nell’Unione europea.

Dal 1980 al 2022, le perdite economiche causate da eventi estremi e disastri naturali si sono attestati sui 210 miliardi di euro in Italia. Di questi, i cambiamenti climatici hanno contribuito per 111 miliardi di euro. Le alluvioni sono state responsabili di danni per 57,1 miliardi, seguite dalle ondate di calore con 30,6 miliardi e dalle precipitazioni con 15,2 miliardi. Siccità, incendi boschivi e ondate di freddo hanno causato danni per 8,2 miliardi.

Tanti disastri

I disastri geofisici come terremoti, eruzioni e frane hanno contribuito con poco meno di 100 miliardi di euro ai danni complessivi. Inoltre, solo negli ultimi cinque anni, dal 2017 al 2022, i disastri naturali hanno comportato una spesa di 42,8 miliardi di euro, quasi l’1% del PIL nel 2022, pari a 17 miliardi di euro. Questi disastri non solo hanno un impatto economico devastante, ma minacciano anche le imprese. Gardini sottolinea che una su quattro delle Pmi italiane è minacciata, soprattutto se localizzate in aree a rischio frane e alluvioni. Una volta che si verificano eventi avversi, queste imprese hanno una probabilità di fallire il 4,8% più alta rispetto alle altre.

Sono tutti dati che mettono in evidenza l’urgenza di affrontare i cambiamenti climatici e di adottare misure concrete per proteggere il nostro territorio e le nostre imprese. La sostenibilità ambientale e la resilienza diventano sempre più cruciali per garantire un futuro sicuro e prospero per il nostro Paese.

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