martedì, 30 Aprile, 2024
Esteri

Tajani: de-escalation, sanzioni individuali all’Iran, più difesa aerea per Kyiv

G7. Ministri degli esteri a Capri: cessate il fuoco, liberazione degli ostaggi e aiuti a Gaza

Pace e sanzioni. E’ questo quanto il G7 segna come strategia per arrivare a una tranquillità geopolitica sia in Medio Oriente. Domani si parlerà dell’Ucraina. I ministri degli Esteri del G7, riuniti nella tre giorni di Capri, hanno trovato un “consenso unanime” sul varo di “sanzioni individuali” nei confronti di entità iraniane, “in particolare quelle coinvolte nella fornitura di droni e missili balistici utilizzati contro Israele, contro l’Ucraina e contro le navi sul Mar Rosso”. “Lavoreremo per cercare insieme di infliggere sanzioni all’Iran. Vedremo se si potrà trovare una soluzione, e che tipo di sanzioni” ha detto il ministro degli Esteri Tajani che presiede i sette grandi della politica estera e che ha anche spiegato che “l’attacco dell’Iran non può rimanere senza risposta”.

Il G7 chiede il cessate il fuoco in Medio Oriente per permettere la liberazione senza condizioni degli ostaggi e l’invio di beni e alimenti alla popolazione civile. “Ci auguriamo che prevalga sempre la prudenza” ha detto Tajani. Anche gli Stati Uniti e l’Unione europea stanno decidendo nuove sanzioni a Teheran. Il G7 però è intenzionato a lavorare per calmare le acque e con la guida del ministro italiano che lo presiede è “impegnato in uno sforzo a tutto tondo per raggiungere questo obiettivo.” Per questo c’è anche l’impegno “per la difesa della libertà di navigazione” nel mar Rosso e le grandi democrazie – è sicuro Tajani – daranno “dimostrazione dell’unità che c’è tra i Paesi liberali, a economia avanzata, i Paesi democratici dell’Europa, dell’America, dell’Asia”.

Tre giorni per la pace

L’agenda della tre giorni si concentra sui temi al centro del dibattito internazionale, a partire dalla situazione in Medio Oriente: “Israele ha ottenuto un successo chiaro, neutralizzando praticamente per intero gli effetti dell’inaccettabile attacco iraniano”. Nella risposta dello Stato ebraico alla rappresaglia iraniana di sabato “qualche segnale positivo si intravede” ha sottolineato il vicepremier Tajani, per il quale gli israeliani “non sono insensibili alle richieste del G7” e “i primi risultati si notano: la reazione contro l’Iran per il momento non si vede e l’attacco a Rafah è stato rimandato”. Per Tajani non ci sono altre strade: “dobbiamo giocare il nostro ruolo piccolo o grande che sia, nel solco della tradizione italiana capace di dialogare con tutte le parti”. Nei giorni scorsi il vicepremier aveva anche dichiarato che “il governo italiano è fortemente impegnato per la pace, siamo amici di Israele ma vogliamo lavorare per la pace, compreso l’invio eventuale di truppe qualora si volesse creare uno Stato palestinese.”

Oggi, supporto all’Ucraina

A Capri, i ministri hanno accennato anche sulla risposta all’aggressione russa all’Ucraina – tema che sarà sviscerato oggi – e, a questo proposito, Tajani ha invitato per discuterne l’omologo ucraino Dmytro Kuleba e il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. Si stabiliranno strategie per rafforzare le difese aeree ucraine. Mentre una sessione sull’Africa vedrà invece la partecipazione del ministro degli Esteri della Mauritania, Mohamed Salem Ould Merzoug. Si discuterà anche di Indo-Pacifico, connettività infrastrutturale, cybersicurezza, di Intelligenza Artificiale e di lotta alla disinformazione. Mentre il Niger è stato tra gli argomenti al centro dell’incontro bilaterale, a margine del summit, tra il ministro Tajani, e il segretario di Stato Usa Antony Blinken. I due hanno discusso della situazione dopo il colpo di Stato militare dello scorso luglio e dopo la decisione della giunta al potere a Niamey di espellere i militari statunitensi di stanza nel Paese africano, dove anche l’Italia ha un contingente di circa 250 uomini. Oggi, tra l’altro, è previsto un incontro bilaterale tra il ministro italiano e la ministra degli Esteri giapponese, Yoko Kamikawa.

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