giovedì, 2 Maggio, 2024
Società

Ambrosetti: l’Italia con la più alta percentuale di avanzamento dopo la Francia

Osservatorio Pnrr. Il 2024 anno cruciale per l’avanzamento del Piano

A Cernobbio, nella giornata dedicata all’Agenda per l’Europa e per l’Italia, promossa da The European House Ambrosetti, i rappresentanti della business community partecipanti alla trentacinquesima edizione del Workshop annuale, “Lo Scenario dell’Economia e della Finanza”, sono stati invitati a esprimere la propria opinione sulle prospettive per l’Italia, partendo da un’analisi sul Pil, produttività, Pnrr e operato del Governo. Secondo il 94% dei partecipanti il Pil italiano nel 2024 è previsto in crescita, con più della metà della platea (54,6%) che stima una crescita tra 0 e 1%. In termini di leve per migliorare la produttività del Paese, al primo posto interventi per snellire la burocrazia (26,8%). A seguire con percentuali tra il 16 e il 19% circa anche l’adozione di tecnologie digitali, la formazione e lo sviluppo di competenze, la riforma del sistema fiscale e delle politiche economiche e una maggiore propensione a innovazione e ricerca. Valutazione positiva sul Pnrr per il 31% della platea, dato in crescita rispetto al 17,3% del 2023. Per il 56,3% dei partecipanti (lo scorso anno il dato era al 63%) rappresenta “un passo nella giusta direzione, ma perfettibile”. Positivo il giudizio della platea (67,6%) sull’operato del Governo ad oggi, con il 54,9% dei partecipanti che pensa si potrebbe però fare di più.

Italia prima per dotazioni

Il 2024 è un anno cruciale per l’avanzamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: è stata superata la boa di metà percorso, e gli obiettivi da raggiungere passano dagli elementi preparatori alla realizzazione delle opere. Si tratta quindi di un anno di grande attenzione che vede anche cambi di proporzione fra i traguardi (le Milestone del Piano) e gli obiettivi (i Target): nel 2024 dovranno essere raggiunti 113 obiettivi – 24 in più delle previsioni iniziali – di cui 19 legati a riforme e 94 legati a investimenti. Allo stato attuale, l’Italia rimane al primo posto per dotazione ricevuta – anche a valle della revisione del Piano avvenuta nel 2023 – e si posiziona fra i Paesi con la più alta percentuale di avanzamento, seconda solo alla Francia. Infatti, se ad oggi solo Italia e Portogallo hanno ricevuto la quarta rata, in termini di avanzamento percentuale dei fondi erogati la Francia risulta lo Stato con percentuali raggiunti maggiori. Questo è dovuto alla differente allocazione delle risorse e degli obiettivi nel corso del piano: complessivamente, la Francia ha suddiviso l’importo totale in 5 rate, rispetto alle 10 di Italia e Portogallo. La Spagna, nonostante abbia ricevuto la terza rata, risulta molto lontana in termini di stato avanzamento, a causa della significativa revisione e ampliamento del Piano promossa nel 2023.

La rielaborazione

La struttura del Pnrr è stata rielaborata con l’introduzione di una settima Missione dedicata a REPowerEU che è focalizzata sulla sicurezza energetica e la transizione verde. Prima della revisione del 2023 l’Italia aveva destinato la quota minima delle risorse (37%) in progetti a supporto della transizione climatica, posizionandosi sotto la media europea (43,5%). Grazie alla revisione e all’introduzione di REpowerEU la percentuale green dell’Italia è salita al 41%, anche se rimane comunque sotto la media europea che è aumentata al 50%. In merito alla quota destinata alla transizione digitale non sono state apportate ingenti modifiche: l’Italia ha aumentato dal 25% al 26% la percentuale dei fondi, in linea con la media europea (anche essa passata dal 25% al 26% post revisione). Con la revisione, il numero di traguardi e obiettivi è stato significativamente aumentato, passando da 527 a 617, con un ampliamento degli obiettivi climatici e della transizione digitale.

Lo ‘sprint finale’

A livello finanziario la revisione del 2023 ha portato a un incremento della dotazione da 191,6 a 194,4 miliardi di euro. Il nuovo piano prevede uno “sprint finale” più accentuato, con un numero significativamente maggiore di obiettivi da raggiungere nelle fasi conclusive. A partire dalla settima rata fino al termine del piano, sono previsti 348 obiettivi, 99 in più rispetto alla versione precedente. A livello di erogazione, ad oggi l’Italia ha ricevuto 102,5 miliardi di euro, il 54% del nuovo finanziamento totale. L’importo corrisponde al raggiungimento della quarta rata, collegata agli obiettivi di giugno 2023. Il Governo italiano ha, però, già richiesto la valutazione della quinta rata comunicando di aver raggiunto anche tutti gli obiettivi previsti per la fine del 2023. Qualora la Commissione approvasse anche la quinta rata, l’Italia avrebbe ricevuto complessivamente 113 miliardi di euro, oltre il 58% del finanziamento totale.

A che punto sono le imprese

Per raccogliere il punto di vista delle imprese nel valutare l’efficacia del Pnrr, The European House Ambrosetti ha condotto una survey che ha coinvolto i 450 amministratori delegati e vertici delle principali società italiane membri del TEHA Club. Metà dei rispondenti ha dichiarato di non aver partecipato ad alcun bando Pnrr a causa della limitata varietà dei settori produttivi direttamente coinvolti dal Piano. Di contro, delle imprese che hanno partecipato a un bando è emerso che il 36% ha presentato un progetto nell’ambito di Transizione 4.0. Di questo 36%, solo l’8% ha sfruttato le risorse per finanziare progetti già programmati prima del Pnrr, mentre il restante 92% ha utilizzato il Piano come volano per nuovi investimenti o ammodernamenti. Il 77% delle imprese ha dichiarato di aver riscontrato difficoltà nella partecipazione ai bandi; le principali delle quali sono la complessità di interpretazione (28% delle difficoltà) e lo scarso dialogo con il soggetto appaltante (23%). La maggior parte delle imprese aveva già lavorato in precedenza con la Pubblica Amministrazione: la survey ha indagato le differenze nella gestione dei bandi nel contesto Pnrrrispetto alla situazione precedente. L’indagine non evidenzia nessun miglioramento: la totalità dei rispondenti non ha evidenziato miglioramenti nella chiarezza delle informazioni fornite, nella riduzione della burocraticità delle procedure e nella riduzione dei tempi di risposta ed elaborazione delle pratiche.

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