giovedì, 25 Aprile, 2024
Società

AIGRIM: ristorazione in ginocchio. Crollo di clienti nelle stazioni di servizio

L’AIGRIM (Associazione Imprese Grande Ristorazione Multilocalizzate ) nasce nel novembre 2013 per raggruppare, in seno a Fipe – Confcommercio, le Imprese che effettuano attività di somministrazione di alimenti e bevande nei centri urbani, nei centri commerciali, nelle aree di servizio autostradali, negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie, marittime ed in altri siti in concessione.

Oggi, aderiscono all’AIGRIM molte delle più grandi e prestigiose Imprese di ristorazione; esse impiegano più di 30.000 dipendenti, contano su oltre 3 miliardi di ricavi, e gestiscono più di 3.000 punti di ristoro in tutto il territorio nazionale, sia in forma diretta che in franchising.

Le aziende associate sono Autogrill, Chef Express (Gruppo Cremonini), KFC-Kentucky Fried Chicken, MyChef, Burger King, Lagardere, McDonald’s, Roadhouse, Sarni Ristorazione, Sea service, Sirio .

Dal Consiglio dell’Associazione viene lanciato un accorato appello al Governo nonostante la piena e consapevole collaborazione come aveva già ricordato Enzo Andreis Presidente di AIGRIM. Viene richiesto un  impegno in un momento di grave emergenza  che l’AIGRIM ha voluto onorare finora al prezzo di notevoli sacrifici sia in termini  di personale che economici. I problemi  e le possibili iniziative di ripresa che  sono state indicate al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, sono i seguenti:  gli adeguamenti contrattuali della categoria, ed il ruolo di servizio pubblico per le aziende di settore. Il dialogo dovrà proseguire, questa infatti, la decisione messa in campo dall’Associazione Imprese Grande Ristorazione Multilocalizzate, ma le difficoltà attuali sono davvero tante:  “imprese importanti che hanno visto una contrazione dell’attività fino al 90%”, ed è questo il senso della misura della crisi che il settore sta subendo. In particolare il settore Autostradale, con imprese di importanza nazionale che stanno subendo contraccolpi durissimi per le attività che li vede impegnati 24 ore su 24 ma con un crollo di clienti.

L’AIGRIM, nella sua volontà di tenere alto il proprio impegno ed il dialogo con le istituzioni ha inviato una lettera a noi de “La Discussione” che volentieri pubblichiamo:

Enzo Andreis, Presidente Aigrim

“In questo momento di difficoltà generale e senza precedenti, con la quasi totalità delle attività economiche nel nostro Paese bloccata, potremmo correre il rischio – in parte sta già avvenendo – che si alzi un coro generalizzato di lamentele e di richieste economiche per ottenere sussidi di ogni genere. Come Aigrim siamo convinti che ciascuno deve fare la sua parte e tutti possiamo dare un contributo, anche aiutando il Governo a stabilire una gerarchia razionale negli interventi. Con questo spirito, per esempio, ci siamo rivolti ufficialmente al Presidente Conte, soprattutto per evidenziare la valenza di servizio pubblico svolto dal settore della ristorazione in concessione, soprattutto sulle autostrade dove sussiste l’obbligo di apertura dei punti vendita.

Aigrim rappresenta le principali aziende della ristorazione ed in particolare in concessione nelle aree di servizio autostradali, negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie: imprese importanti che hanno visto una contrazione dell’attività fino al 90% con un progressivo azzeramento della capacità di generare cassa nel settore, con situazioni differenziate per canale. Infatti, se nelle stazioni è stata imposta la chiusura, negli aeroporti è ancora consentito il servizio, anche se la quasi totalità dei locali ha chiuso per inattività degli scali.

Diverso è il caso delle autostrade, dove le società hanno l’obbligo di tenere aperto h 24 e che si sta rivelando il canale più critico del settore. Infatti, le norme previste sulla Cig straordinaria potranno dare un beneficio, di cui non potrà però trarre pieno frutto l’ambito autostradale che continua a sopportare i costi del personale in attività, a cui si aggiungono i costi di gestione degli immobili, investimenti e canoni dimensionati su volumi ad oggi non più esistenti e che non recupereranno i livelli precedenti sicuramente per molti mesi.

Le aziende non hanno fatto mancare il proprio contributo nell’emergenza supportando gli ingenti oneri aggiuntivi legati alle necessarie e giuste precauzioni per la tutela della salute nello svolgimento del servizio. Però, a differenze di quanto sta accadendo nel settore della grande distribuzione, questi sforzi sono un pesante onere finalizzato unicamente a garantire il servizio minimo, e non certo un’opportunità di business.

Cosa serve per affrontare la situazione? Innanzitutto un supporto da parte degli enti concedenti.  In tutti i canali in concessione (autostrade, aeroporti e stazioni) , con spirito di sincera collaborazione reciproca, occorre scongiurare iniziative unilaterali.  Servono interventi sui canoni – azzeramento dei corrispettivi fissi e minimi garantiti, e azzeramento/riduzione dei canoni in funzione della diminuzione dei fatturati – sui tempi di pagamento, sul blocco degli investimenti non ancora avviati e sull’estensione dei contratti in essere bloccando qualsiasi nuova gara. Non bastano, però, moratorie temporanee destinate a cessare con la fine delle misure di contenimento. Servono azioni di sostegno affinché in tutti i canali in concessione (autostrade, aeroporti e stazioni), anche dopo le misure di contenimento, vengano garantite condizioni di sostenibilità economica per la ripresa che non sarà veloce. Il traffico riprenderà lentamente e soprattutto occorrerà confrontarsi con un viaggiatore che sarà  cambiato. Servirà  molto tempo prima di recuperare i volumi ante emergenza.

È importante che per il tempo necessario al recupero di questi volumi vengano stipulati accordi ponte tra concedenti e operatori della ristorazione a canoni calmierati. Solo in questo modo potrà  essere salvaguardata la continuità delle gestioni e di conseguenza del mercato.

Al Governo, come settore, chiediamo un intervento affinché, attraverso interventi ad  hoc, in modo uniforme venga affrontato il problema delle condizioni economiche dei contratti sia durante l’emergenza sia dopo di essa. Con specifico riferimento all’autostrada,  chiediamo inoltre il riconoscimento del ruolo di servizio pubblico che le aziende stanno svolgendo. In questo caso , andranno supportate le esigenze di liquidità con sovvenzioni specifiche. Inoltre è necessaria la chiusura momentanea e selettiva dei locali autostradali non necessari alle esigenze di servizio pubblico.”

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