Tanti seggi con persone in coda in tutta la Russia e anche alle sedi dei consolati. Non solo a Mosca e San Pietroburgo, ma anche a Ekaterinburg, Voronezh, Irkutsk, Vladivostok, Novosibirk, si sono presentate ai seggi a mezzogiorno, aderendo all’appello lanciato da Yulia Navalnaya per protestare contro Vladimir Putin, vincitore sicuro delle elezioni presidenziali che si chiudono oggi, dopo tre giorni di voto con un’affluenza superiore al 70% e che ha oltrepassato il 90% nel voto on line. Un consultazione elettorale molto disturbata, tra proteste, attacchi con droni e manifestazioni passive difficili da quantificare. Sono state arrestate una ottantina di persone in 17 città. Navalnaya è apparsa di fronte all’ambasciata a Berlino, dove è stata accolta dagli applausi di numerosi russi che avevano accolto il suo appello a votare a mezzogiorno. Risultato scontato: Vladimir Putin è stato eletto Presidente della Federazione russa.
Provocazioni in Moldavia
Preoccupano, invece, le provocazioni in Moldavia dove una persona ha lanciato due bottiglie molotov contro l’ambasciata russa e un drone kamikaze ha attaccato una base militare in Transnistria, la regione separatista filo-russa. Un intervento militare di reazione russo potrebbe aprire un altro fronte. Le autorità locali accusano l’Ucraina: a seguito dell’esplosione del drone è scoppiato un incendio nella base a Tiraspol, capitale della regione separatista.
Oggi Consiglio Estero Ue con Kuleba
Si fanno più chiare anche le parole del Presidente francese Emmanuel Macron che spinge per il dispiegamento di truppe dei terra della Nato in Ucraina. Il quotidiano Le Monde scrive che i sondaggi per le elezioni europee hanno provocato “un’ondata di panico nel campo presidenziale” perché la lista guidata dal lepenista Jordan Bardella ha superato il 30% delle intenzioni di voto, molto avanti al 18% della coalizione presidenziale. I sondaggi sono ritenuti attendibili perché realizzati da Ipsos, in collaborazione con il Centro di ricerca politica Sciences Po (Cevipof), l’Istituto Montaigne, la Fondazione Jean Jaurès e Le Monde. “Se non arriviamo a superare il 20%” ha dichiarato il deputato, leader di Horizons, Laurent Marcangeli, diventa “hardos”, spaventoso. Motivo per il quale Macron cerca di recuperare quota con posizioni politiche nette e rivolgendosi direttamente ai francesi. Lo sostengono molti osservatori e anche il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, alla domanda sul perché Macron insista sull’invio di truppe a Kiev ha risposto: “non lo so, per prendere le distanze da Le Pen, credo sia più per un fatto interno.” Anche il cancelliere tedesco, Olaf Scholz è in completo disaccordo con Macron e rifiuta anche la consegna a Kiev dei missili Taurus. Oggi, a Bruxelles, c’è un Consiglio europeo dei ministri degli Esteri. La riunione, presieduta dall’alto rappresentante Josep Borrell, si aprirà con uno scambio di vedute con il segretario di Stato americano, Antony Blinken, collegato in video-conferenza mentre è in un tour importante in Corea e altri paesi asiatici. Seguirà poi un confronto sul conflitto in Ucraina, aperto alla partecipazione del ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba.