giovedì, 2 Maggio, 2024
Esteri

Scholz deciso no ai missili. Taurus all’Ucraina

Mosca: "La Germania non è denazificata"

Berlino smentisce che Mosca abbia convocato l’ambasciatore tedesco sulle intercettazioni dei suoi militari e dice che l’incontro era previsto da tempo. Il cancelliere Olaf Scholz, ha comunque ribadito il suo “no” alla consegna dei missili da crociera Taurus all’Ucraina: “io sono il cancelliere, ed è per questo che è così”, ha detto Scholz in una sessione di domande e risposte a margine di una visita in un centro scolastico professionale nel Baden-Württemberg. Per Scholz il controllo dei Taurus è possibile solo “se sono coinvolti i soldati tedeschi” e “questo è completamente fuori discussione.” A Mosca, invece, si è in piena campagna elettorale per le elezioni presidenziali del 15 marzo. Il ministro Lavrov si è spinto anche a lamentare interferenze dell’Unione europea affermando di avere prove di sostegno all’opposizione extraparlamentare e ha anche lamentato che gli occidentali stanno facendo della Moldavia quello che hanno fatto finora con l’Ucraina. Quanto alle truppe occidentali in Ucraina il Cremlino è già informato del fatto che “soldati britannici e americani” sono sul terreno per aiutare le forze di Kiev a lanciare missili Storm Shadow e ha comunicato l’ingaggio di migliaia di mercenari nepalesi: sono i celebri “Gurkha”, noti per aver servito a lungo la Gran Bretagna. Secondo alcune fonti giornalistiche il contratto è molto generoso per un nepalese: 60 mila rubli al mese (600 euro) più un premio di 195 mila rubli alla firma dell’arruolamento, il passaporto russo e 5.000 euro in caso di morte.

Zakharova: Germania non è denazificata

La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, che partecipa in questi giorni al “Festival mondiale della Gioventù” a Sochi, dove sono arrivati oltre 20mila giovani da tutto il mondo, Italia compresa, ha detto: “ora sappiamo che i tedeschi non sono stati completamente denazificati”, mentre il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha sottolineato che le conversazioni intercettate degli ufficiali tedeschi mostrano il coinvolgimento diretto dell’Occidente nel conflitto in Ucraina, ma ha anche affermato che bisogna scoprire “se la Bundeswehr si muove di propria iniziativa e quanto il signor Scholz controlli questa situazione.” Mentre il vicepresidente del Consiglio di sicurezza, Dmitry Medvedev ha affermato che la “minaccia nucleare” oggi è “cento volte maggiore che nel 1962 durante la crisi di Cuba” mentre ha mostrato una mappa dove l’Ucraina risulta divisa tra Russia, Polonia, Romania e Ungheria.

Aiuti all’Ucraina

Dall’Italia il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, si è detto “del tutto favorevole” all’utilizzo dei beni russi congelati in Europa a sostegno del governo di Kiev. ”Bisogna accertare se l’obiettivo politico è giuridicamente percorribile.” Mentre il direttore del quotidiano Il Foglio in un articolo ha riferito che l’Italia, come risulterebbe da una “tabella importante” e direttamente visionata, avrebbe impegnato per l’Ucraina non quanto è stato comunicato, ma oltre 2,2 miliardi di euro; “tre volte di più della cifra ufficiale.” Anche la Francia ha reso noto gli aiuti forniti all’Ucraina dall’inizio della guerra: 3,8 miliardi di euro in aiuti, 2,6 miliardi in armamenti e il Presidente Macron, intervistato dal portale Novinky.cz, ha nuovamente dichiarato che per il prossimo futuro non c’è nessuna intenzione di inviare truppe in Ucraina. Mentre il ministro degli Esteri cinese, Mao Ning, in una nota ha scritto che “la posizione della Cina sulla crisi Ucraina è coerente e chiara. Ci auguriamo che tutte le parti si impegnino per una soluzione politica alla crisi e lavorino insieme per allentare la situazione.” Invece l’Unione europea ha annunciato che non sarà rinnovato il contratto per la fornitura di gas russo che scadrà a fine anno.

Navalny: 40 paesi chiedono indagine Onu

A Mosca continua la processione di centinaia di persone che vanno al cimitero dove è seppellito Alexei Navalvny per rendergli omaggio. E l’ambasciatrice dell’Unione europea all’Onu Lotte Knudsen si è appellata al Consiglio per i diritti umani a nome di tutti i 27 Stati dell’Unione e di altri 16 paesi, tra cui Canada, Regno Unito, Stati Uniti e Ucraina perché si faccia luce sulla morte del politico russo avvenuta in un carcere siberiano. “Siamo indignati per la morte del politico dell’opposizione russa Alexei Navalny, per la quale la responsabilità ultima è del Presidente Putin e delle autorità russe”, ha dichiarato Knudsen. “La Russia deve consentire un’indagine internazionale indipendente e trasparente sulle circostanze della sua morte improvvisa”.

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