venerdì, 3 Maggio, 2024
Società

Confindustria: il Piano Mattei rilancia la collaborazione con l’Africa

Raddoppiato l’import dall’Africa e interscambio in crescita: più di 68 miliardi

Come collaborare con gli stati del continente africano per mettere in pratica anche il piano Mattei? Confindustria, in una audizione del direttore generale, Raffaele Langella, alla Terza Commissione affari esteri della Camera, ha espressamente dichiarato che l’Italia, con il proprio sistema industriale, può “giocare un ruolo di primo piano nel favorire la crescita” dell’Africa. Nel 2023 si prevede che la crescita media del prodotto interno lordo (PIL) reale dell’Africa si attesti al 3,4%, con un lieve incremento al 3.8% nel 2024. Nel 2022 l’interscambio Italia–Africa ha registrato un valore superiore ai 68 miliardi di euro. Un dato in forte aumento rispetto all’anno prima, soprattutto per merito dell’import dall’Africa che, salito da 24 a 47 miliardi di euro; quasi raddoppiato.

Popolazione giovane

Con quasi due terzi della sua popolazione sotto i trent’anni e il 40% sotto i quattordici anni, il continente vanta la struttura demografica più giovane al mondo. Con il raddoppio della popolazione – 2.8 miliardi entro il 2050 – il mercato dei consumatori giovane e in crescita dell’Africa sarà il principale motore della domanda globale di prodotti e servizi di consumo, istruzione, salute, tecnologia e infrastrutture. Inoltre, l’Africa ospita un’incredibile quantità di capitale naturale diversificato: quasi il 30% delle riserve minerarie mondiali, il 12% delle riserve di petrolio e l’8% del gas naturale si trovano in Africa; il continente ospita il 40% delle riserve auree mondiali, il 30% dei depositi mondiali di terre e il 65% delle terre coltivabili del mondo, il che lo rende fondamentale per la produzione e la sicurezza alimentare a lungo termine.

Persistono turbolenze, ma ci sono opportunità

In particolare, secondo Confindustria, per l’Africa orientale (+3.4% nel 2023) pesa l’attuale conflitto in Sudan, insieme alla crescente vulnerabilità del debito e agli elevati costi del servizio del debito, rispettivamente in Etiopia e Kenya. Tra i Paesi in crescita nell’area emergono invece il Ruanda e la Tanzania. Aiutata da importanti iniziative di investimento mirate all’agro industrializzazione, alla vendita al dettaglio, al manifatturiero, al turismo e al settore energetico, la crescita in questi Paesi potrebbe risalire al 5,1% nel 2024; in Africa centrale (+4,1% nel 2023) persistono sfide politiche e di sicurezza, in particolare in Ciad, Repubblica Centrafricana e Repubblica Democratica del Congo; in Nordafrica (+ 4% nel 2023) i maggiori ostacoli sono legati a ragioni di scambio negative, shock, ampie svalutazioni valutarie (in Egitto) e un contesto di elevata inflazione (in particolare in Algeria e Tunisia) mentre l’Africa meridionale con una crescita al 1,6% nel 2023 risulta la più lenta del Continente. In Sudafrica, la più grande economia della regione, le gravi sfide legate all’energia elettrica hanno avuto un impatto particolarmente marcato sulla produttività dell’economia. Infine in Africa occidentale, il rallentamento previsto in Nigeria nel 2023 potrebbe contribuire ad una previsione di crescita del Pil reale in calo al 2,8% rispetto alle previsioni di maggio del 3,3%.

Continente strategico

Inoltre la posizione dell’Africa riveste un’importanza strategica nel commercio globale: il continente è geograficamente posizionato come porta tra l’Atlantico e l’Oceano Indiano; in secondo luogo, l’Africa è sede di importanti rotte commerciali marittime; inoltre, la vicinanza al Canale di Suez rappresenta un vantaggio significativo, perché ogni anno, il 12% del commercio mondiale passa attraverso questo canale. Confindustria chiede sostegno alle piccole e medie imprese che vanno verso il continente africano e un sistema bancario in grado di supportarle. Gli industriali italiani hanno anche esplicitamente scritto: “apprezziamo la visione che il Governo italiano rivolge all’Africa promuovendo con l’adozione del Piano Mattei un modello innovativo che rilancia la collaborazione con i paesi del continente africano e il rafforzamento dei partenariati industriali stabili e di lungo periodo. Un approccio strategico al continente Africano e ai temi ad esso connessi, che non si limita certamente alla questione migratoria”.

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