domenica, 5 Maggio, 2024
Regioni

Sicilia: Confimprese: “La legge sull’ampliamento dei negozi è inapplicabile”

È stata pubblicata la Legge regionale numero 3 che contiene i provvedimenti inclusi nella finanziaria e tra questi l’ampliamento delle superfici commerciali. Il coordinatore regionale di Confimprese Sicilia, Giovanni Felice, ha inviato una nota al Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, per invitarlo a chiedere un parere all’ufficio legale poiché ritiene che tale legge sia nei fatti inapplicabile. “La modifica delle dimensioni delle superfici degli esercizi di vicinato e delle medie strutture di vendita rappresenta una palese contraddittorietà dell’intera legge rendendola inapplicabile. Perché? La legge Regionale 28/99 che disciplina la riforma del commercio ha stabilito le regole e gli obiettivi che intende raggiungere fissando i principi generali, come il pluralismo e l’equilibrio tra le diverse tipologie delle strutture distributive e le diverse forme di vendita, con particolare riguardo al riconoscimento e alla valorizzazione del ruolo delle piccole e medie imprese, attraverso una programmazione che deve essere disciplinata da un decreto del Presidente della Regione che, ad oggi, non è stato modificato”, ha dichiarato il coordinatore regionale di Confimprese Giovanni Felice.

Patrimonio artistico e ambientale

Secondo Giovanni Felice, quindi, “le modifiche introdotte provocano degli stravolgimenti che vanificano e mettono in discussione l’intera programmazione commerciale fatta dai comuni siciliani. La programmazione, infatti, è stata effettuata tenendo conto delle tipologie di vendita nei termini di dimensioni previste originariamente e quindi la loro modifica annulla gli obiettivi che la programmazione aveva raggiunto. Obiettivi come i limiti di presenza delle medie e grandi strutture di vendita, ovvero il numero che ne possono aprire o anche il preservare i centri storici, attraverso il mantenimento delle caratteristiche morfologiche degli insediamenti e il rispetto dei vincoli relativi alla tutela del patrimonio artistico ed ambientali”.

Decreto sulla programmazione commerciale

“Nel decreto che disciplina la programmazione commerciale, i Comuni nella loro pianificazione hanno individuato le aree in cui possono essere consentiti gli insediamenti di medie e grandi strutture di vendita al dettaglio, ed i limiti cui sono sottoposti gli insediamenti commerciali in relazione alla tutela dei beni artistici, culturali, ambientali e dell’arredo urbano, nonché i limiti ai quali sono sottoposte le imprese commerciali nei centri storici e nelle località di particolare interesse artistico e naturale. È evidente che mutato il dimensionamento degli esercizi di vicinato, conferendogli le dimensioni di medie strutture, si sia falsificata l’intera programmazione commerciale. E questo consentirà di aggirare i vincoli fissati dai Comuni per impedire in alcuni parti del loro territorio l’apertura di medie strutture ed inoltre sarà possibile eludere le regole fissate dai comuni in materia di tutela dei beni artistici, culturali, ambientali e dell’arredo urbano, nonché i limiti ai quali sono sottoposte le imprese commerciali nei centri storici e nelle località di particolare interesse artistico e naturale”, ha aggiunto Felice. “Ricordo che questi limiti sono stati individuati dai comuni e che quest’intervento legislativo, nella sostanza sta limitando l’autonomia dei comuni facendo saltare quelle misure di salvaguardia della tutela delle piccole imprese e delle condizioni morfologiche dei centri storici, che i comuni avevano previsto”, insiste il coordinatore di Confimprese.

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