giovedì, 2 Maggio, 2024
Lavoro

Costruzioni: l’Inail, in 5 anni giù gli incidenti nei cantieri, aumentano in itinere

Gli infortuni più frequenti, le cadute dall’alto e impatto con oggetto

Nel 2022 gli infortuni sul lavoro del settore Costruzioni al 30 aprile 2023, sono stati 40.135, in aumento del 3,4% dal 2021, ma nell’analisi quinquennale in linea con i dati del primo biennio 2018-2019. La crescita delle denunce è coerente con l’incremento dell’occupazione che nell’ultimo anno si attesta al +3,9% rispetto al 2021 (circa 60mila addetti-anno Inail in più), a fare da volano gli incentivi statali e lo sblocco dei cantieri. Sono i dati certificati dall’Inail nell’ultima statistica disponibile sugli incidenti sul lavoro nell’edilizia.

Uomini, 97% delle vittime

Anche per il 2022 resta elevato il contributo in termini di vite perse: il settore si colloca al secondo posto in valore assoluto dopo il manifatturiero, con una differenza di appena due casi, e per il 2022 registra 175 decessi, il 16% in meno rispetto all’anno precedente e il numero più basso di morti sul lavoro dell’ultimo quinquennio. La maggior parte degli infortuni professionali (mediamente negli anni del periodo il 62%) e dei decessi (il 55%) si verifica nelle fasi di demolizione o preparazione del cantiere, nei lavori di impiantistica elettrica ed idraulica e in generale nelle opere di costruzione specializzata, il resto accade nella costruzione di edifici e nelle opere di ingegneria civile. L’incremento maggiore si registra per i casi in itinere (+5,0%). Per i decessi, quelli in itinere rappresentano il 18% e sono gli unici ad aumentare nel 2022 nel confronto con l’anno precedente: dieci vittime in più e il numero più elevato nei 5 anni osservati. Il 97% delle vittime sono uomini.

Un terzo sono cadute

Circa il 30% degli infortuni del quinquennio è dovuto a schiacciamento in movimento verticale o orizzontale su/contro un oggetto immobile; si tratta nella stragrande maggioranza dei casi (9 su 10) di cadute dall’alto (come impalcature, scale, ecc.). Poco più di un caso su 5 (21,7% nel quinquennio) avviene per contatto con un agente materiale tagliente, appuntito, duro o abrasivo; più in dettaglio in poco meno della metà dei casi l’oggetto è provvisto di lama. Un altro caso ogni 5 (19,8%) avviene per sforzo fisico anche per il maneggio e trasporto di carichi, materiali e detriti di demolizione pesanti. Rispetto all’evento deviante che ha determinato l’infortunio emerge che meno di un caso su 4 (23,4% nel quinquennio) si verifica a seguito della perdita di controllo di una macchina o di un’attrezzatura che nel 40% dei casi è un oggetto che si sta portando o spostando. Un altro caso su 4 (23,2%) è prodotto da un movimento del corpo sotto sforzo fisico ed in particolare in poco più della metà dei casi è un passo falso con torsione della gamba o della caviglia.

Toscana con più incidenza

Nel 2022 sono state protocollate al 30 aprile 2023, 10.238 malattie di origine professionale con un significativo aumento (20,2%) rispetto alle 8.516 del 2018; osservando i dati nel corso dell’ultimo quinquennio, la crescita è stata pressoché costante nel periodo ad eccezione dell’anno 2020 in cui le denunce di tecnopatie sono calate del 24,2% rispetto al 2019 pre-pandemia. Territorialmente, il 40,0% delle tecnopatie nel settore proviene dal Centro, seguito dal Sud (oltre un terzo) e dal Nord (25,5%). Le regioni del Centro con l’incidenza più elevata sono la Toscana e le Marche, che da sole arrivano al 30% delle denunce e che hanno registrato un aumento di circa il 27% sul 2018. Seguono le regioni del Mezzogiorno con Sardegna e Puglia e tra quelle del Nord, le più colpite sono l’Emilia Romagna e il Veneto che hanno segnato complessivamente un aumento di circa il 45%.

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