Secondo un sondaggio realizzato dal Consiglio Nazionale dei Giovani e dall’Istituto Piepoli, per il 65% degli italiani i “giovani dovrebbero avere più spazio anche in politica e nelle istituzioni”. Il dato è ancora più alto per i segmenti di popolazione tra i 18 e i 34 anni (81%) e tra i 35 e i 54 (72%). L’opinione cambia per gli over 54, dove il 50% ritiene che per governare e amministrare serva più esperienza di quella che ha un giovane. “Nonostante ciò, il nostro Parlamento presenta un’età media di 51.2 anni. Sono soltanto 65 Parlamentari al di sotto dei 40 anni e nella fascia d’età 25-29 anni scendono a 3 pari allo 0.75% del numero totale, con una percentuale che per i sindaci under35 si aggira intorno al 3.7%, percentuale che scende a zero per i comuni capoluogo. Dati che dovrebbero destare preoccupazione, specialmente considerando che proprio in Italia si registra un dato di partecipazione dei giovani alla vita associativa e sociale tra i più alti in Europa”, ha commentato la Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani (CNG), Maria Cristina Pisani.
L’inesperienza dei giovani
“Le cause sono facilmente intuibili analizzando il dato per classi d’età. La prima è la retorica anacronistica che associala la gioventù all’inesperienza e infatti se per l’81 per cento degli under 35, i giovani dovrebbero avere più spazio nelle istituzioni, a dimostrazione della loro enorme volontà e capacità di assumere importanti responsabilità, il 50 per cento degli over 54, pensa che i giovani, che però in altri Paesi rivestono persino la carica di Primo Ministro, non hanno le esperienze necessarie. Eppure, se ci pensiamo, le più grandi rivoluzioni di questi anni, nel nostro Paese, sono nate e crescono attraverso i pensieri e i quotidiani gesti dei più giovani: dalla sensibilità ambientale, riconosciuta solo di recente nella nostra Costituzione, a quella per una società inclusiva, per una istruzione di qualità, accessibile, per un rinnovato sistema occupazionale”, prosegue Pisani.
Maggiori barriere normative
“La seconda causa è che in tutta Europa, il nostro è il Paese dove i giovani hanno maggiori barriere normative di accesso alle istituzioni: in Italia, a 18 anni si può essere eletti sindaci di una città come Roma, ci si può sposare, arruolare o guidare un’automobile, ma non si può essere deputati, senatori, o europarlamentari, e decidere le regole della convivenza comune, che riguardano le generazioni di oggi e soprattutto quelle di domani. Se, infatti, l’età minima per essere eleggibili a deputato è di 25 anni, per diventare senatore sono richiesti persino 40 anni; allo stesso modo l’età minima per l’elettorato passivo per le prossime elezioni europee è di 25 anni, soglie così alte, in tutta l’Unione Europea, sono previste solo in Italia e in Grecia”, aggiunge la Presidente del CNG.