Centrodestra a fine vita nel Consiglio regionale del Veneto che si spacca con Fratelli d’Italia e Forza Italia da una parte e Lega e il Presidente Zaia con il Pd sconfitti. Non passa la legge di iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito. Il voto della norma, proposta dall’associazione “Coscioni”, non ha passato i primi due dei 5 articoli complessivi, che richiedevano il sì della maggioranza assoluta. Il secondo, in particolare, è un articolo “fondamentale” della legge, per cui il Presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti ha proposto il rinvio in commissione, che è stata poi approvata dall’Assemblea. C’è stato un lungo dibattito in aula, dibattito che dura da mesi su giornali e televisioni, e ai 22 voti contrari si sono sommati i 3 astenuti che valgono anch’essi come un no. Quindi alla fine della corsa si sono contati 25 no e 25 sì. C’è stata anche un’assenza. Gli astenuti sono della Lega e uno del Pd.
Zaia: data lettura errata
“Mi spiace che qualcuno abbia dato una lettura errata, ovvero che la legge discussa in Veneto ‘istituiva il fine vita’. Non istituiva niente, ma stabiliva solo i modi e i tempi delle risposte ai malati, e le modalità di coinvolgimento delle Asl”, si è difeso così il Presidente Zaia, che ha aggiunto: “ma nonostante non sia diventata legge i malati terminali con determinate caratteristiche sanno che possono presentare le loro istanze per il fine vita, in base alla sentenza della Consulta.” “E’ immorale – ha detto Zaia in aula consiliare – che un Paese gestisca un tema così profondo e importante con una sentenza della corte costituzionale”.
Ditelo sui tetti: serve dialogo
Tra i più attivi a contrastare la legge regionale il network “Ditelo sui tetti” che commenta: “W la vita, W la ragione, W il Veneto vivo.” “Decidere della vita e della morte, della tradizione di un popolo, dei servizi sanitari ai malati tirando i dati di un voto sotto pressione delle più varie circostanze è stato uno spettacolo triste”, si legge in un comunicato del coordinatore nazionale Domenico Menorello: “in questo triste spettacolo, hanno però ancor di più brillato le persone che, in consiglio regionale e nella società, hanno rischiato in proprio, chiedendo ragioni, offrendo ragioni, contro l’urto del politically correct, dando più credito a una tradizione meravigliosa di solidarietà di cui il vero Veneto è esemplare testimone. Ora – continua il coordinatore e componente del Comitato nazionale bioetica, Domenico Menorello – si apra una stagione di comprensione e dialogo con tutti, anche con chi ha voluto questa forzatura ideologica, senza paura di mettere a tema le visioni dell’uomo che sono alla base di ogni scelta, quotidiana come politica. Noi, come associazioni – conclude – e come società civile, fin dal prossimo giovedì chiediamo a tutti di dare un contributo al “care day” per dire ad alta voce che la vita va sempre servita, specie nella debolezza e nella fragilità, perché la promessa che la vita genera non ha mai condizioni. E chiediamo a tutti di guardare innanzitutto questa possibilità come più +ragionevole. Come più umana”.
Pro Vita & Famiglia: ce lo ricorderemo
Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia ha scritto: “resta grave il sostegno politico del Presidente Zaia e di altri consiglieri della Lega, di cui ci ricorderemo alle prossime elezioni. Auspichiamo che questo stop sia definitivo e che la Regione Veneto lavori per moltiplicare l’accesso dei cittadini che ne hanno diritto alle cure palliative per vivere degnamente anche in situazioni di grande sofferenza”.