sabato, 27 Aprile, 2024
Politica

Una “Pax europea” per salvare un mondo in frantumi

Il 19 agosto di quest’anno ricorderemo i 70 anni dalla scomparsa di Alcide De Gasperi. Guardando il mondo di oggi con i suoi occhi di allora ci sarebbe un misto di delusione e di speranze.

La sua ultima telefonata a Roma, prima di accasciarsi e morire, fu segnata dal dispiacere per non essere riuscito a convincere la Francia a confermare il sì alla CED, Comunità Europea di Difesa. Ce lo raccontò in un’intervista la figlia di De Gasperi, Maria Romana.

Ispirato anche da Altiero Spinelli, il più grande statista dell’Italia repubblicana vedeva nella CED il primo elemento di una unione federale. Un esercito europeo, con un’Europa incamminata verso il federalismo avrebbero cambiato le sorti della storia. All’epoca gli Stati Uniti erano favorevoli ad entrambi i progetti. Ma il nazionalismo francese e il pacifismo di maniera agitato dai comunisti e socialisti francesi, ma anche da Togliatti e Nenni, col coinvolgimento di componenti della sinistra della Dc, ebbero la meglio: era morto Stalin e ai miopi di allora sembrava che la Russia non costituisse più un pericolo.

La storia si ripete, purtroppo.

Condivisione di sovranità, non perdita di identità nazionali

De Gasperi sarebbe deluso perché questa Europa, che pure ha fatto passi avanti, non capisce che deve compiere il salto di qualità: avere una maggiore condivisione delle sovranità nazionali per affrontare le sfide del secolo. L’ostacolo principale è la nuova variante del nazionalismo, sicuramente meno aggressiva: si chiama sovranismo e confonde il sacrosanto diritto dovere di difendere l’identità nazionale con il rifiuto di affrontare problemi comuni con strumenti che richiedono parziali cessioni di sovranità e non di identità.

La staffetta tra Usa ed Europa

Se il Parlamento europeo che uscirà dalle urne di giugno ritroverà lo spirito dei fondatori dell’Europa  il Vecchio continente democratico e libero potrà essere di nuovo il motore della storia, ma non più per generare o subire guerre ma per essere il primo attore di un nuovo equilibrio mondiale.

De Gasperi oltre alla delusione continuerebbe a nutrire questa speranza. Proprio perché quella che ai suoi tempi era una visione lungimirante oggi è una necessità ineludibile. La grande democrazia americana è gravemente lacerata da terribili divisioni interne e tende sempre più a ripiegarsi su stessa. L’Europa deve prendere in mano il testimone della democrazia  e della libertà, che rischia di cadere dalle mani degli Usa, e diventare il perno di una pacificazione mondiale.

Un supplemento di anima politica

L’Europa deve potenziarsi economicamente ma avere soprattutto un’anima politica e la consapevolezza del suo ruolo storico. Che non implica necessariamente una visione conflittuale con la Cina ma non può accettare che le dittature facciano il bello e il cattivo tempo dappertutto, aggredendo popoli sovrani come in Ucraina, alimentando colpi di stato come avviene in Africa, incendiando il Medio Oriente e minacciando Paesi dell’Indo-Pacifico. Solo un’Europa forte e coesa può mettere le basi per una pace mondiale.

Un augurio degasperiano a tutti gli italiani ed europei.

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