lunedì, 6 Maggio, 2024
Lavoro

Cna Veneto: la contrattazione è la strada migliore. No al salario minimo

Anche la Confederazione degli Artigiani e Piccole Imprese venete è per la contrattazione e boccia il salario minimo. Se a livello nazionale la contrattazione interviene principalmente per assicurare una retribuzione adeguata al costo della vita e norma una serie di istituti in grado di offrire flessibilità e tutele ai lavoratori, va ribadito – e questa è la posizione di CNA Veneto – “che a livello regionale l’artigianato ha costruito un sistema di relazioni sindacali estremamente efficace che ha dato vita ad una rete territoriale di enti bilaterali in grado di offrire un supporto attraverso prestazioni per imprese e lavoratori.” Sono attivi, infatti, strumenti come quelli erogati dal sistema bilaterale i quali, grazie alla corresponsione da parte dell’impresa di una parte aggiuntiva di salario del lavoratore, sono in grado di assicurare prestazioni di welfare che vanno ben al di sopra del salario minimo e che nel caso rischierebbero di sparire. “Tutto questo vale certamente di più di 9 Euro.”

Relazioni sindacali fondamentali

“Le relazioni sindacali sono un elemento fondante della nostra Organizzazione – dichiara Moreno De Col presidente di CNA Veneto – attraverso la quale, soprattutto nella nostra regione, abbiamo dato vita ad una contrattazione di secondo livello in grado di abbracciare tutti i comparti dell’artigianato con soluzioni adeguate ad esigenze di imprese e lavoratori.” “Per risolvere il problema dei lavoratori sottopagati nel nostro Paese non è sufficiente determinare per legge un salario minimo – afferma il responsabile Dipartimento relazioni sindacali CNA Maurizio De Carli -. Nel corso degli anni, le relazioni sindacali nel comparto hanno dimostrato che i buoni contratti collettivi prevedono livelli retributivi sempre superiori alla soglia minima che il legislatore intende introdurre. I problemi complessi non si prestano a soluzioni semplici. Per garantire il rispetto del dettato costituzionale di una retribuzione sufficiente e proporzionale non serve fissare un salario minimo per legge. Altre sono le misure necessarie: il contrasto al lavoro irregolare; la regolamentazione della rappresentanza datoriale e sindacale; la garanzia di una corretta applicazione dei contratti collettivi. E bisognerebbe anche affrontare il tema della produttività. Ma questa è un’altra storia.” Le parti devono trattare “Ebav – dichiara il Direttore dell’ente bilaterale Oscar Rigoni – conta oltre 35.000 imprese aderenti e più di 157.000 lavoratori iscritti. Nel corso del 2022 il nostro ente bilaterale ha erogato prestazioni in favore di imprese e lavoratori per una cifra complessiva superiore ai 20 milioni di euro.” “È evidente – conclude il presidente CNA Veneto Moreno De Col – che tutto ciò ha un valore in termini di impatto sul tessuto sociale del nostro territorio che va ben oltre le cifre di cui si discute in questi giorni. È fondamentale che quanto costruito in decenni di confronto tra le parti sociali non venga smantellato; e per questo riteniamo che per superare il tema del ‘lavoro povero’ la sola strada da percorrere sia quella che passa per un ruolo ancor più incisivo della contrattazione e degli strumenti da essa promossi.”

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