mercoledì, 1 Maggio, 2024
Società

Le coppie italiane fanno più figli con nonni pensionati giovani 

Bankitalia, età pensione è alta

L’Italia è un paese che sta invecchiando a vista d’occhio. E’ un bene perché significa che si è alzata la speranza di vita, ma è anche un segno preoccupante perché significa che si fanno sempre meno figli. 

Ora, una ricerca pubblicata dalla Banca d’Italia, sostiene che più si continua ad alzare l’età della pensione, meno figli si fanno. Lo studio è nella collana “Temi di discussione” a firma di Edoardo Frattola. 

In sostanza la disponibilità di tempo dei nonni condizionerebbe favorevolmente la propensione a fare figli delle giovani coppie, in particolare quelle dei paesi dell’Europa mediterranea, e quindi anche l’Italia. 

La dimostrazione viene dal confronto con i dati tra i paesi del nord Europa e quelli sud dove, negli ultimi decenni, l’età delle pensione è stata costantemente alzata e dove, contemporaneamente, è crollata la natalità.

Pensioni, figli e nipoti 

La correlazione così stretta significherebbe che le politiche per il contenimento della spesa per le pensioni avranno avuto un effetto positivo nell’immediato, soprattutto per la finanza pubblica,ma hanno spostato in avanti un problema che ora si mostra in tutta la sua drammaticità: invecchiamento della popolazione, mancanza di manodopera, spesa sanitaria e per l’assistenza agli anziani fuori controllo, chiusura di asili e scuole. 

In particolare, specifica Frattola, “la probabilità della nascita di un nipote aumenta significativamente due anni dopo il momento in cui l’anziano genitore acquisisce il diritto alla pensione di vecchiaia”: risultato in linea con altri studi secondo i quali, soprattutto per quantoriguarda l’area mediterranea, è più diffusa la disponibilità degli anziani a prendersi cura dei nipoti.

 Più figli con più nonni

Qui quando i genitori anziani vanno in pensione l’effetto positivo associato all’età sembra prevalere sull’effetto negativo della perdita di reddito. Influiscono molto sulla decisione di fare figli anche la vicinanza geografica dei nonni, il loro stato di salute e la composizione famigliare.

Se così fosse saremmo di fronte a un errore strategico di politiche per la natalità fatte soprattutto dai governi dei paesi mediterranei. Ovvero, al contrario di quelli del nord, nei paesi dell’Europa del sud non sarebbero la disponibilità di asili o i supporti alle famiglie, sempre richiamati come esempi virtuosi, le vere correlazioni positive con la propensione a fare figli perché nei paesi mediterranei i legami con la famiglia di origine sono più forti e quindi i nonni assistono di più i nipoti, ma piuttosto l’età pensionabile degli stessi nonni che, invece, venendo spinta sempre più avanti costringe le giovani coppie a rimandare la decisione di mettere al mondo figli.

Nel nord Europa tutto cambia

L’area dei paesi nordici è caratterizzata, infatti, da un forte intervento dello Stato sociale nei confronti di famiglie con figli e una più forte parità di genere, soprattutto nel carico di lavoro per la casa. In queste aree, compresi anche i paesi “a metà strada” (Austra, Belgio, Paesi Bassi, Svizzero e Danimarca), l’età alla quale si va in pensione non influisce quasi per niente sulla decisione delle giovani coppie. Questo confermerebbe ancora di più l’influenza della “supplenza” dei pensionati nella cura dei bambini nei paesi mediterranei. Il fatto è che in Italia, oggi, si contano più di 14 milioni di ultra 65enni e la pensione di vecchiaia è fissata a 67 anni. Al 31 dicembre 2022 si contavano 18 milioni di pensionati; quasi un terzo dell’intera popolazione. Abbassare l’età pensionabile potrebbe rivelarci un colpo di grazia definitivo per la finanza pubblica. Ma non tenere conto della funzione dei nonni significa condannare gli italiani all’invecchiamento generale della popolazione. Un bel cul-de-sac.

Nati al minimo storico

Tanto per avere un parametro di riferimento, nel nostro Paese, le nascite durante il baby-boom (tra il 1945 e il 1964) toccarono picchi di un milione di nati in un anno, per poi continuare a scendere fino alla fine degli anni settanta. C’è stata una oscillazione di alti e bassi fino al 2008, anno nel quale nacquero 576.659 bambini e bambine. Da allora la curva ha ripreso ad andare precipitosamente in discesa fino ad arrivare al “minimo storico” di 392.598 nati nel 2022. “Diminuzione che, secondo l’Istat, è dovuta solo in parte alla spontanea o indotta rinuncia ad avere figli da parte delle coppie. In realtà, tra le cause pesano molto tanto il calo dimensionale quanto il progressivo invecchiamento della popolazione femminile nelle età convenzionalmente considerate riproduttive (dai 15 ai 49 anni)”. Una delle proiezioni meno drammatiche in circolazione, immigrazione compresa, stima che nel 2070 la popolazione italiana tornerà a 47-48 milioni di abitanti, più o meno quanti eravamo agli inizi degli anni cinquanta: con la differenza che allora c’erano tanti nipoti e pochi nonni. 

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