sabato, 27 Aprile, 2024
Ambiente

Filiera legno, Piano nazionale della Cia-Agricoltori per la sostenibilità energetica

I risultati dello studio di Università e Associazioni ambientaliste

Nasce la “Filiera Foresta Legno”, su cui fondare le politiche forestali, ambientali ed energetiche. Proposte e obiettivi sono stati elaborati dal Gruppo di lavoro temporaneo coordinato da Aiel, l’Associazione italiana energie agroforestali promossa da Cia-Agricoltori Italiani che ha ricevuto il nullaosta alla pubblicazione da parte del Gabinetto del Ministero dell’Agricoltura e foreste.
“Partendo dalla consapevolezza che i settori produttivi”, sottolinea la Cia-Agricoltori, “collegati alla filiera foresta-legno-energia hanno un ruolo strategico per valorizzare, dal punto di vista economico e occupazionale, le aree interne e montane del nostro Paese e per contribuire al raggiungimento di obiettivi di decarbonizzazione e di produzione di energia da fonti rinnovabili, è nata la necessità e l’urgenza di declinare in un unico documento i princìpi condivisi dal Tavolo di Filiera Foresta Legno“.

Sostenibilità e biomasse Le indicazioni relative alla “Gestione forestale e sostenibilità degli usi energetici delle biomasse forestali”, presentato dall’Associazione italiana energie agroforestali, devono servire a dare una visione condivisa fra i soggetti che compongono la filiera forestale, dei caposaldi e dei modelli da adottare “per il corretto e sostenibile utilizzo delle biomasse forestali, in una logica di uso a cascata”.
Molto ampio il Gruppo di Lavoro formato da Università e Istituti di ricerca nazionali, Regioni Italiane, Associazioni ambientaliste, Associazioni dei Comuni e dei Comuni montani, Organizzazioni agricole e di categoria, Associazioni dei produttori boschivi, schemi di certificazione forestali, Associazioni del settore industria-legno. “Il position paper”, si evidenzia nel documento programmatico, “riconosce che l’uso più efficiente, sostenibile e a cascata delle biomasse forestali permetterebbe di aumentare il valore prodotto dai boschi italiani e contribuirebbe a stabilizzare la filiera locale e nazionale del legno. Oggi, solo il 15,3% della superficie forestale italiana (che comprende complessivamente 11 milioni di ettari e che, raddoppiata negli ultimi 50 anni, è ancora oggi in crescita) è soggetto a piani di gestione forestale, e la produzione di legno e altri prodotti rimane stabile ma diminuiscono le segherie e le infrastrutture per le utilizzazioni in bosco”.

Risorsa poco utilizzata L’attuale tasso di prelievo forestale è compreso tra il 18,4% e il 37,4% dell’incremento annuo, molto inferiore alla media europea, pari al 73%. Il basso tasso di prelievo, fa presente la Confederazione italiana agricoltori, comporta una forte dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento di legno e legname per l’industria nonché per l’importazione di legna da ardere, pellet e cippato.

“Paradossalmente, a fronte di settori industriali solidi e competitivi su scala internazionale legati ai prodotti a base di legno e cellulosa”, si annota nel documento del Gruppo di lavoro, “la domanda di materie prime legnose, semilavorati in legno e biocombustibili legnosi non è soddisfatta dalle risorse forestali nazionali, se non parzialmente. Per questo è necessario un cambio di paradigma: grazie alla gestione forestale sostenibile, uno dei pilastri su cui si fonda la Strategia forestale nazionale, è possibile attivare uno sviluppo economico locale legato alla gestione sostenibile del bosco e delle sue filiere, che valorizzi le risorse umane, creando posti di lavoro nella produzione forestale, nella prima lavorazione per la creazione di materiali grezzi e semilavorati per fini strutturali, artigianali ed energetici”.

Patrimonio che crea valore La filiera legno-energia, secondo i risultati del gruppo di lavoro, crea valore anche attraverso la manutenzione del patrimonio boschivo e lo fa spesso nelle aree cosiddette “interne” e “marginali”. “Queste attività generano ricadute positive per i territori, inclusa la prevenzione del dissesto idrogeologico e del rischio incendi”, sottolinea ancora il gruppo di lavoro nel documento presentato al
Ministero, “In questo contesto, le biomasse legnose provenienti da gestione forestale sostenibile possono offrire un contributo significativo anche per la diversificazione e la sicurezza energetica del Paese e per garantire il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Unione europea al 2030 e 2050”.

Dieci miliardi di metri cubi di gas La filiera agroforestale italiana nel suo complesso sarebbe in grado, se opportunamente orientata e sostenuta, di evitare l’importazione di oltre 10 miliardi di metri cubi annui di gas naturale. “Lo sviluppo di sistemi energetici locali da filiera territoriale, alimentati da biomasse legnose per la produzione di calore ed energia in cogenerazione ad alto rendimento”, evidenzia il progetto, “rappresenta dunque un’opportunità per la gestione responsabile e pianificata del patrimonio forestale nazionale, con indiscutibili ricadute per il bilancio del carbonio, il governo del territorio e lo sviluppo socioeconomico”.

Filiere energetiche Il position paper si chiude con un decalogo di proposte finalizzate a dare concretezza a questo nuovo approccio, tra cui l’istituzione di un Tavolo Interministeriale permanente tra il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy “al fine di garantire la condivisione e il coordinamento delle politiche”, conclude la nota progettuale, “che riguardano le filiere industriali ed energetiche collegate al settore forestale, anche attraverso una specifica attività di ricerca, formazione e innovazione”.

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