venerdì, 19 Aprile, 2024
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San Valentino, l’amore non manda al pronto soccorso

“La violenza non è mai amore, e da quelle situazioni bisogna fuggire alla svelta”. Nell’approssimarsi del 14 febbraio, in cui si celebra la Giornata degli Innamorati, l’avvocato Valentina Ruggiero, esperta in diritto familiare e da anni vicina alle donne nella lotta contro la violenza di genere, lancia il suo appello all’amore responsabile.

“Secondo le stime della Polizia di Stato – spiega l’esperta – in Italia ogni giorno 88 donne sono vittime di violenza, circa una ogni 15 minuti. Di queste, il 36% subisce maltrattamenti, il 27% stalking, il 9% violenza sessuale e il 16% percosse. Il 75% di questi episodi si consuma in famiglia. Negli ultimi 5 anni, 427 mila minori hanno assistito ad episodi di violenza contro la madre, nella quasi totalità dei casi compiute per mano del marito o compagno.

L’avvocato Valentina Ruggiero

Avvocato, come mai ha pensato di rivolgersi alle donne a pochi giorni dalla Festa di San Valentino?
“A San Valentino le coppie di tutto il mondo si ritaglieranno dei momenti romantici per celebrare il loro amore. Eppure dietro tutti quei gesti galanti, le candele accese e i mazzi di fiori, però, si può nascondere una situazione meno rosea, segnata da comportamenti violenti ed umilianti”.

Il quadro è davvero così preoccupante?
“Nella mia carriera, non so più quanti sono i casi di separazione per situazioni di violenza ai quali ho lavorato. Quasi tutti, però, erano accomunati dal fatto che la donna aveva subito violenze fisiche e/o psicologiche per un lasso di tempo lunghissimo, compromettendo la sua salute, la sua vita sociale e la sicurezza sua e, in molti casi, anche dei propri figli. Moltissime di loro pensavano di non avere una via alternativa, ma non è affatto così. Lasciatevi aiutare. Amatevi e prendetevi cura di voi”.

C’è un caso che, in qualche modo, le ha lasciato un segno?
“La storia di Maria (nome di fantasia), una donna che ha subito violenze fisiche e psicologiche per 24 anni”.

Possibile?
“Proprio così. Una storia iniziata quando aveva solo 13 anni ed ha incontrato quello che sarebbe diventato il mio carnefice. All’inizio, era pieno di attenzioni, si prendeva cura di lei, fino a conquistare la sua più completa fiducia. Mai avrebbe pensato che sarebbe arrivato ad annullarla come donna”.

In che senso?
“A 17 anni Maria ha avuto il mio primo figlio e, come tutte le mamme, si sentiva la più felice del mondo. Ma già dal primo anno, sono iniziate le violenze fisiche e psicologiche con scenate assurde di gelosia. Non poteva uscire da sola e, se lo faceva, veniva picchiata violentemente con calci e pugni. Nel corso degli anni sono arrivati altri due figli e le violenze sono continuate anche durante le gravidanze”.

Perché, nonostante le costanti violenze, la donna non ha mai denunciato il suo carnefice?
“Perché ogni volta chiedeva perdono e lei pensava che sarebbe stata l’ultima o che, forse, era anche colpa sua. Negli anni questa donna è stata annullata completamente, nel senso che non poteva fare nulla, se non in sua presenza: neanche la spesa. In 24 anni di unione non le ha mai dato un euro. Non poteva neanche comprarsi un rossetto o un paio di calze. Era terrorizzata dal suo rientro a casa, perché temeva di essere picchiata di nuovo. Addirittura, il compagno le disse che avrebbe voluto sfigurarle il viso, così che nessun’altro uomo potesse guardarla o desiderarla”.

E la famiglia di origine?
“Tutti, tranne il padre, sapevano, ma nessuno l’ha aiutata. Questa storia è andata avanti per anni fino a quando una persona le consigliò di rivolgersi al centro Antiviolenza Differenza Donna di Roma. Lì è iniziata la sua rinascita. Perché gli operatori l’hanno aiutata a lasciare casa ed a trovare un posto sicuro dove stare con i figli e un lavoro che le consentisse l’indipendenza economica. Ma il percorso è stato duro. Anche perché l’ex partner non si è arreso. Poi sono iniziate le udienze per la separazione e per le aggressioni ed è arrivata la condanna”.

Quale è la morale di questa storia di vita vissuta?
“Bisogna denunciare subito le violenze, perché quello non è amore. Chiedete aiuto alle persone a voi care e rivolgetevi a un centro antiviolenza. Non abbassate mai la guardia, perché il vostro carnefice potrebbe agire in qualsiasi momento e fuggite via. Ma, dopo quel lungo inferno, ha incontrato il mio Principe Azzurro che ha sposato. Chi ha sofferto, merita la felicità e che duri per sempre”.

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