giovedì, 25 Aprile, 2024
Salute

Influenza, la quota di anziani vaccinati non raggiunge la soglia Oms

ROMA (ITALPRESS) – Ogni anno l'influenza stagionale è responsabile dai 3 ai 5 milioni di casi gravi in tutto il mondo e di circa 650mila decessi. Il ricorso alla vaccinazione concorre a contenere gli effetti dell'influenza sia in termini di morbosità sia di letalità. Nel 2021, secondo i dati Istat, le persone di 65 anni e più che dichiarano di essersi vaccinate contro l'influenza (nei 12 mesi precedenti l'intervista) sono il 66,1% (46,9% nel 2019 e 42,3% nel 2015 ), in crescita ma comunque al di sotto della soglia raccomandata dall'Oms. Quota, peraltro, non raggiunta neanche tra gli over 75 (73,2%, 59% nel 2019 e 53% nel 2015). La copertura vaccinale aumenta al crescere dell'età, con differenze di genere non significative: tra i 65 e i 74 anni ha fatto il vaccino antinfluenzale il 60,6% degli uomini e il 58,6% delle donne; tra gli ultrasettantacinquenni i valori sono rispettivamente 75,3% e 71,8%. Nella classe 15-64 anni il livello di vaccinazione risulta nettamente inferiore: solo il 14,5% degli uomini e il 16,4% delle donne. La propensione a vaccinarsi non varia molto in base allo status socio-economico dell'anziano, mentre una significativa differenza si osserva relativamente al luogo di residenza, con una maggiore propensione a vaccinarsi nelle regioni del Centro Italia. Oltre il 60% della popolazione non vaccinata nella classe di età 15-64 anni non ritiene di essere un soggetto a rischio e il 16% dichiara di non essere stato consigliato in tal senso da nessun medico. Tra gli over 64enni non vaccinati il 15,7% è timoroso per possibili rischi e l'11% esprime dubbi sull'efficacia del vaccino. Il timore dei rischi è più presente tra gli over74enni (20,9%) mentre nella popolazione giovane o adulta non vaccinata questi motivi sono poco diffusi (meno del 5%). La copertura vaccinale è particolarmente importante nel segmento dei soggetti più vulnerabili specie se anziani. Tra gli over64enni che dichiarano cattive condizioni di salute la propensione alla vaccinazione è più elevata della media, a conferma di come lo stato di salute sia rilevante nell'orientare le scelte in questo senso. Tra chi dichiara buone condizioni di salute, infatti, il ricorso alla vaccinazione è più basso (60,1%) rispetto a chi dichiara di trovarsi in cattive condizioni di salute (71,5%) o di chi presenta malattie croniche (69,1%), specie in situazioni di multi morbosità (71,8%). A frenare il ricorso alla vaccinazione nei più fragili sono anche i timori degli eventuali rischi conseguenti. Il non ritenersi soggetto a rischio costituisce la motivazione prevalente per il 40% degli ultra64enni non vaccinati che dichiarano di trovarsi in buone condizioni di salute; percentuale che si dimezza tra chi dichiara di trovarsi in cattive condizioni di salute (18,5%). Tra questi ultimi, tuttavia, la quota di chi adduce la motivazione legata ai possibili rischi, in confronto, raddoppia (il 21,7% contro il 10% tra chi dichiara buona salute). Nei più fragili risulta più elevata anche la quota di chi dichiara di non essersi vaccinato a causa di problemi di salute (15,5% rispetto al 5,7% del totale degli ultra 64enni non vaccinati). – foto agenziafotogramma.it – (ITALPRESS). ads/fsc/com 22-Mar-23 13:23

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

I-Com, a rischio la competitività del Sistema sanitario nazionale

Redazione

Sanità alle Regioni costa di più, funziona meno ed è ingiusta

Giuseppe Mazzei

Covid, incidenza in calo ma Rt medio in aumento

Redazione

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.