Tre nomi per un momento di grandissima musica: Johann Sebastian Bach, Mischa Maisky e l’Accademia Filarmonica Romana. È così che la cultura musica incessantemente cresce, per continuare la ricerca infinita nell’universo di autori eterni come Johann Sebastian Bach. La Filarmonica Romana è riuscita appieno nell’intento di mostrare al pubblico quanto uno dei compositori più prossimi al sacro come Bach possa essere declinato nel contemporaneo, senza perdere mai la sua altezza ieratica, capace però di permeare l’animo di tutti e per farlo ha scelto il musicista perfetto: Mischa Maisky, una leggenda vivente, un violoncellista acclamato in tutto il mondo per le sue esecuzioni di Bach.
Profondità del suono, nobiltà del fraseggio, pathos interpretativo. Mischa Maisky è tornato con il suo prezioso violoncello Montagnana del ‘700 a suonare per il pubblico dell’Accademia Filarmonica Romana giovedì 2 marzo al Teatro Argentina le Suites per violoncello solo di Bach. Capolavori della musica di tutti i tempi, veri e propri “monumenti” che il musicista lettone ha eseguito in concerto moltissime volte e inciso in tre diverse registrazioni nella sua lunga carriera artistica, regalando sempre nuove interpretazioni ed emozioni. Nelle Suites regola e invenzione trovano un insuperabile punto d’incontro: “un grande diamante, con tante sfaccettature diverse che riflettono la luce in innumerevoli modi” così Maisky sulle Suites di Bach di cui ha eseguito la n. 1 in sol maggiore BWV 1007, la n. 4 in mi bemolle maggiore BWV 1010 e la n. 5 in do minore BWV 1011, completando il ciclo avviato nella stagione precedente e ci ha dato modo di vedere, ascoltare le sue straordinarie qualità di interprete, grazie alla possibilità data da queste pagine musicali di Bach. Un evento sold-out già molto tempo prima, che ci ha offerto la possibilità di comprendere la comunione inscindibile tra compositore e musicista, necessari a restituire in note il pensiero musicale e la sua potenza. Mischa Maisky è salito sul palco dell’Argentina con una postura inimitabile, rilassata e sacrale al contempo con un’eleganza del gesto che non si smorza neppure nell’affrontare i passaggi più virtuosistici e vibrati della suite n.4.
Occorre poi ricordare che le suite per violoncello solo di Bach sono opere non autografe, su cui permane un alone di mistero, che assorbe però quasi a simbolo proprio del mistero divino e del misticismo del compositore, ma sono soprattutto scritture che chiedono al musicista di impegnarsi in una parte aurorale, in cui decisioni devono essere prese autonomamente dallo stesso nell’affrontare l’esecuzione, come ad esempio le arcate e la dinamica. Perché questo? Perché Bach ha sempre voluto conferire carattere di universalità alle sue opere, che spesso riscriveva anche per altri strumenti. Mischa Maisky ci ha offerto un’interpretazione ricercata, policromatica, un fraseggio vastissimo, che riesce a declinare le tante sfumature del sentimento di Bach. È da notare anche la generosità del musicista che, davanti all’entusiatico apprezzamento del pubblico, ha concesso due bis.
È impossibile stabilire una cronologia esatta delle Suites, mancando datazioni e manoscritto originale. Si presume siano state concepite prima o dopo le Sonate e Partite per violino solo. Molti studi indicano il 1720 come periodo più probabile, con Bach in procinto di trasferirsi a Lipsia. Le sei Suites rimangono sconosciute sino agli inizi del ‘900, quando il violoncellista catalano Pablo Casals, appena tredicenne, in un negozio di Barcellona s’imbatte in un’edizione usata della partitura. Dopo anni di studio, esecuzioni e continue ricerche, l’opera bachiana sale alla ribalta internazionale. È il 1930 e Casals decide di registrare tutte le partiture, svelando al mondo la bellezza miracolosa di queste pagine. Ciascuna Suite si compone di sei movimenti: un Prélude seguito da una serie di danze cortesi lente o più vivaci, come Allemande, Courante, Sarabande, Minuet, Bourrée, Gavotte o Gigue. Tutte mostrano un equilibrio perfetto, fra sperimentazione e tradizione, senza dimenticare la spiccata forza espressiva.
Johann Sebastian Bach
Suite n. 1 in sol magg. BWV 1007
Suite n. 4 in mi bem. magg. BWV 1010
Suite n. 5 in do min. BWV 1011
Mischa Maisky
È l’unico violoncellista al mondo ad aver studiato sia con Mstislav Rostropovič sia con Gregor Piatigorsky. Rostropovič lo ha lodato come: “uno dei più promettenti talenti della nuova generazione di violoncellisti”. Nato in Lettonia, ha studiato in Russia e, dopo il suo rimpatrio in Israele, è stato accolto con grande entusiasmo a Londra, Parigi, Berlino, Vienna, New York, Tokyo e in tutti i più importanti centri musicali.
Maisky si considera cittadino del mondo: “suono un violoncello italiano, con archi francesi e tedeschi, corde austriache e tedesche. Mia figlia è nata in Francia, mio figlio maggiore in Belgio, il terzo in Italia e il più piccolo in Svizzera. Guido un’auto giapponese, indosso un orologio svizzero, una collana indiana e mi sento a casa ovunque ci siano persone che amano la musica classica”.
Ospite fisso nei maggiori festival internazionali, ha collaborato con direttori quali Leonard Bernstein, Carlo Maria Giulini, Lorin Maazel, Zubin Mehta, Riccardo Muti, Vladimir Ashkenazy, Daniel Barenboim, James Levine, Yuri Temirkanov, Valery Gergiev, Kirill Petrenko, e con musicisti tra i quali Martha Argerich, Radu Lupu, Evgeny Kissin, Itzhak Perlman, Lang Lang, Peter Serkin, Gidon Kremer, Yuri Bashmet, Vadim Repin, Maxim Vengerov, Janine Jansen, per citarne alcuni.
Uno dei momenti salienti della sua carriera è stato nel 2000, quando ha dedicato un tour mondiale alla musica di Bach con oltre 100 concerti. La profonda ammirazione per questo grande compositore ha indotto Maisky a registrare le Suites per ben tre volte. In qualità di artista esclusivo della Deutsche Grammophon da oltre 30 anni, ha realizzato più di 40 registrazioni con orchestre quali Wiener, Berliner, Israel Philharmonic, London Symphony, Orchestre de Paris, etc. Nel 2021 la Deutsche Grammophon ha pubblicato il cofanetto comprendente tutte le registrazioni.
La lunga e illustre carriera ha portato a Maisky numerosi riconoscimenti e premi. Fra i più recenti: 46° Istanbul Music Festival Lifetime Achievement Award (2018), membro onorario della Royal Academy of Music (2019), accademico onorario dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia (2021) e Honorary Fellow dell’Accademia di musica e danza di Gerusalemme (2021). A partire dalla stagione 2022/23 Mischa Maisky è nominato solista onorario della Filarmonica Toscanini di Parma.
Il concerto si inserisce nella rassegna “La musica da camera dal barocco al contemporaneo”
Sostenuta dalla Regione Lazio con il Fondo Unico 2023 sullo Spettacolo dal Vivo