venerdì, 29 Marzo, 2024
Società

Via l’antisemitismo dallo sport

Negli stadi non sono, purtroppo, rari casi di violenza e intolleranza di matrice antisemita. Un fenomeno tanto odioso quanto preoccupante che ha spinto un gruppo di parlamentari, tra cui i “grillini” Paolo Lattanzio, Felice Mariani e Antonio Zennaro e la vicepresidente della Camera Mara Carfagna a dare vita all’intergruppo “Sport e lotta all’antisemitismo” con l’obiettivo di promuovere i valori di amicizia, cooperazione, collaborazione e inclusione, affrontando e superando i recenti episodi di discriminazione e intolleranza.

Questa volta a mobilitarsi sono le società calcistiche e le istituzioni sportive hanno raccolto l’invito dell’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei) per un impegno ancor più serrato su questo versante.

Un messaggio forte e unitario sarà lanciato giovedì 16 gennaio, alle ore 16, nella sede del Centro bibliografico Ucei, in occasione dell’evento “Un calcio al razzismo”.

Accanto alla presidente Ucei, Noemi Di Segni, che ha ideato l’evento, rivolto in particolare ai giovani, ci saranno tra gli altri il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina, il presidente dell’Associazione italiana calciatori Damiano Tommasi, l’ad della Lega calcio serie A Luigi De Siervo e l’ad della Lega nazionale dilettanti Cosimo Sibilia.

“Oggi più che mai –  afferma Di Segni – è fondamentale ribadire l’importanza di uno sforzo senza tregua contro le parole dell’odio, troppo spesso egemoni nelle curve degli stadi. Una minaccia che non si limita ai novanta minuti di gioco, ma che dagli stadi finisce per propagarsi in tutta la società italiana. Dare un calcio al razzismo è impegno non più procrastinabile”.

All’iniziativa, cui hanno aderito il Coni, diverse società professionistiche e i direttori delle principali testate sportive nazionali, sono invitati a partecipare dirigenti, atleti e istituzioni in campo ad ogni livello nella lotta al razzismo nel calcio. I presenti, per rafforzare questo impegno, saranno chiamati a firmare il “Manifesto della comunicazione non ostile per lo sport” realizzato dall’associazione “Parole O-Stili”.

A orientare la declinazione del Manifesto della comunicazione non ostile per lo sport sono stati i contributi di oltre 100 fra atleti, club, squadre, federazioni, aziende, giornalisti e comunicatori legati al mondo dello sport.

Si tratta di dieci semplici principi di stile a cui ispirarsi per ristabilire un contatto diretto, sincero e fondato sui valori nobili dello sport, così da evitare un linguaggio ostile nel tifo e nella comunicazione. Ed ecco il decalogo che dovrebbe orientare i professionisti dello sport e della comunicazione nel corso della loro attività: “Virtuale è reale”, “Si è ciò che si comunica”, “Le parole danno forma al pensiero”, “Prima di parlare bisogna ascoltare”, “Le parole sono un ponte”, “Le parole hanno conseguenze”, “Condividere è una responsabilità”, “Le idee si possono discutere. Le persone si devono rispettare”, “Gli insulti non sono argomenti”, “Anche il silenzio comunica”.

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