giovedì, 25 Aprile, 2024
Società

“Giochi, contro la criminalità e la ludopatia”. I risultati della Commissione parlamentare d’inchiesta

Il gioco legale, oltre i pregiudizi verso regole più razionali

Con la partecipazione del Presidente emerito della Corte Costituzionale, Giuliano Amato, si è tenuta nei giorni scorsi la presentazione del Documento Conclusivo della “Commissione d’inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico”, alla quale hanno preso parte anche il Sottosegretario di Stato per l’Economia e le finanze, Federico Freni, il Presidente della Commissione, Sen. Mauro Maria Marino ed il Direttore Generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Marcello Minenna. Ha introdotto e coordinato la tavola rotonda chi scrive queste note, che ha subito manifestato,  da un canto, compiacimento perché a distanza di quasi venti anni i commissari della “Commissione d’inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico” hanno apprezzato e preso in seria considerazione il lavoro svolto dalla Commissione Finanze e Tesoro del Senato nel corso della XIV legislatura con “l’Indagine conoscitiva sul settore dei giochi”, dal quale poi ha preso le mosse questa ultima Commissione d’inchiesta. Dall’altro ha espresso rammarico perché “dopo un ventennio siamo ancora ai blocchi di partenza in quanto politica ed istituzioni poco hanno fatto per questo settore cosi importante”.

La prima relazione è stata svolta dal Presidente emerito della Corte Costituzionale, l’On.le Prof. Giuliano Amato che, tra l’altro, ha affermato che: “C’è una parte del Paese che vive questa vicenda in un modo che non aiuta ad affrontarla e a risolverla. Estirpare il vizio del gioco è operazione che appartiene più ad altri che allo Stato. Lo Stato cosa può fare? Può regolamentare il settore per limitare le conseguenze negative. L’alcolismo non porta con sé la condanna del vino. Ricordo che quando vennero istituire le sale bingo non c’era solo l’esigenza di fare gettito, ma anche quella di creare un luogo nel quale si potesse svolgere questa attività in un ambiente che permettesse di tenere sotto controllo, grazie alla socialità, le derive patologiche. C’era quindi una consapevolezza del male a cui si arriva attraverso il gioco”… “Una legge che proibisca il gioco d’azzardo potrebbe essere contestata dalla Corte Costituzionale”….”Possiamo fare tutto il possibile per rendere funzionale il sistema delle sale giochi, ma ci vuole un uso intelligente della tecnologia per rilevare le attività di gioco, pur nel rispetto della privacy”.

Il sottosegretario di Stato per l’economia e le finanze, Federico Freni, ha dichiarato: “La nuova legislatura può fare la differenza sul mondo del gioco d’azzardo. Ho trovato grande collaborazione solo da una parte del parlamento”. …”Senza un riordino del settore, consapevole, con standard qualitativi a livello europeo, le proroghe saranno sempre necessarie, così come non saranno possibili le gare, antieconomiche per concessionarie e stato” E, proseguendo, il sottosegretario di Stato ha aggiunto : “Il gioco d’azzardo può essere disciplinato e regolamentato, senza perdere di vista gli aspetti patologici e criminali, senza chiusure indiscriminate”….”Ogni punto gioco che chiude è un insuccesso per il sistema che non ha saputo disciplinare in modo adeguato strumenti e servizi che esistono in tutto il mondo”, ha concluso Freni.

Al presidente Amato, che aveva criticato il sistema reiterato delle proroghe delle concessioni ha replicato subito dopo il Direttore generale delle Dogane e dei Monopoli di Stato, Marcello Minenna:”Se a giugno del 2022 l’Agenzia non avesse fatto le proroghe il settore del gioco pubblico avrebbe chiuso. So che il settore è consapevole. La decisione dell’Agenzia è stata presa con pareri presi a titolo personale, non mi era mai successo. Oggi c’è una grande confusione tra gioco regolato e gioco illegale”; ha poi precisato “E’ possibile non capire che gioco regolato vuol dire avere gli strumenti per instradare questa attività in un ambito lontano dalla criminalità? Durante il lockdown siamo andati a chiudere il gioco illegale. Nella legalità ci sono i server dell’Agenzia, del gioco regolato sappiamo tutto. Non c’è autorità in Europa e nel Mondo che ha la consapevolezza dei sistemi di gioco che ha la nostra Agenzia, consapevolezza oltretutto aumentata in questi anni tramite modelli statistici e di analisi quantitativa in grado di segnalare le anomalie. Sul gioco illegale – ha spiegato Minenna – si tratta di trovare chi offre senza autorizzazioni, per questo abbiamo anche sviluppato un’App che consente a chiunque di sapere se quella macchinetta o sala gioco è o non è regolare, potendo fare segnalazioni. Nonostante l’evidente utilità c’è stato chi diceva che quest’app promuoveva il gioco. È un’idea difficile da capire, così come è molto difficile capire perché non riusciamo ad aggiornare i sistemi ragioneristici dello Stato, creando così un ostacolo alla riforma”.

“In due anni e mezzo ho scritto 49 lettere per segnalare le criticità normative. Quando ci siamo trovati davanti al lockdown, non sono stato il solo ad evidenziare all’opinione pubblica che durante gli Europei di calcio bisognava subito riaprire le scommesse legali. I nostri sistemi di alert, infatti, avvertivano che stava succedendo di tutto. Oltre a me – ha evidenziato Minenna – si è pronunciato anche il procuratore antimafia, ma non siamo stati ascoltati. Ha prevalso questo atteggiamento bacchettone per cui giocare equivale a farsi del male. Io credo invece che bisogna partire con la tecnologia, con una regolamentazione moderna. Se vogliamo affrontare sul serio il problema della ludopatia e della disponibilità finanziaria gli strumenti ci sono tutti. Se invece vogliamo mantenere questo atteggiamento bacchettone alla fine si farà solo confusione, con un’irregolarità che oggi cuba tra i 10 e i 15 miliardi di euro. Parliamo di cifre superiori alla raccolta legale dello Stato”.

“Su questo tema bisogna fare squadra a livello istituzionale, è necessario scrivere questo benedetto testo unico dei giochi in maniera laica e moderna. Penso anche alle criptovalute e al metaverso. Stiamo ignorando quello che ci sta succedendo intorno”, ha concluso Minenna. “C’è una sensibilità comune e condivisa che ci porta a dire che il tema del gioco è un tema importante che va affrontato nella maniera adeguata.

C’è un filo di continuità che si sviluppa dal 2003 ad oggi. Il tema del gioco è significativo, non a caso il fondamento di ogni cultura sta proprio nella questione del gioco. L’obiettivo della Commissione era quello di fare una fotografia condivisa della situazione, spero che il lavoro fatto possa rappresentare il punto di appoggio da cui partire per far sì che si vada oltre, dobbiamo lavorare per la regolamentazione del gioco, va data certezza agli operatori economici legali che agendo con una volontà imprenditoriale necessitano di avere punti di approdo certi per fare investimenti per il futuro”. Lo ha detto il senatore di IV-PSI e Presidente della “Commissione parlamentare d’inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico” del Senato, Mauro Maria Marino facendo le conclusioni del convegno.

Ed ha concluso cosi: “Nelle conclusioni del lavoro, si sottolinea la fondamentale validità del sistema italiano, con la sua riserva statale, le forme di concessione e autorizzazione, le licenze di pubblica sicurezza e la disciplina dei vari aspetti del gioco e si evidenzia la necessità della redazione di un testo normativo unitario sul gioco con norme omogenee e razionali, che tendano ad uniformare la casistica e ad allineare le procedure ad evidenza pubblica, dal punto di vista dei bandi, delle convezioni e delle scadenze dei contratti… – ha aggiunto il Presidente Marino – “Tale modifica normativa potrà dare certezza agli imprenditori e agli operatori della filiera del gioco, i quali dovranno effettuare i futuri investimenti con la serenità della vigenza di norme certe, e potrà rappresentare la base per la tutela della legalità, segnatamente per gli apparati dello Stato preposti al suo conseguimento, nel loro operare tanto nella fase preventiva del controllo del territorio e della rete internet, quanto nella fase repressiva e punitiva, come è emerso nelle audizioni dei magistrati e degli alti rappresentanti delle forze dell’ordine impegnati sul campo”… precisando anche che “Ancor più necessario è l’obiettivo di fornire alle Regioni e agli Enti locali – sulla scia dell’accordo in Conferenza unificata del 7 settembre 2017 – una guida sulle azioni da intraprendere, in modo da allinearsi sugli obiettivi di legalità e di tutela della salute, pur nel rispetto delle competenze normative e amministrative che il Titolo V della Costituzione riserva alle autonomie territoriali.

Una normazione del futuro non potrà quindi che supportare ed istituzionalizzare ogni iniziativa di raccordo tra centro e periferie, per il controllo e per il sostegno dei servizi locali, sociali e sanitari in relazione alla cura dei disturbi correlati al gioco. Un raccordo che preveda contestualmente lo stanziamento di risorse adeguate. Infine, la Commissione ha rilevato come la cooperazione interistituzionale e lo scambio di informazioni tra i soggetti pubblici costituisca una base imprescindibile per il contrasto al gioco illegale, ma anche uno strumento per individuare e soccorrere i cittadini incorsi nel disturbo della dipendenza da gioco d’azzardo. Questa relazione, approvata all’unanimità, pertanto, non si limita a delineare un quadro dell’esistente, finalmente esaustivo e non frammentato, ma prova a dare anche risposte e ad avanzare proposte in funzione di quanto emerso nel corso dei lavori della Commissione e in virtù della necessità, non più derogabile, di una riforma complessiva della materia in oggetto, sulla base di dati condivisi, di un quadro più nitido e di una visione più articolata, che consentano di porre mano alle anomalie del sistema” – ha concluso il Sen. Marino -.

Quel che ci  sembra degno di nota è che il documento nel suo spirito condivida le considerazioni dei magistrati della Corte dei Conti, che riconoscono grande importanza all’intero settore non solo perché assicura allo Stato consistenti entrate erariali, ma anche perché vede coinvolte numerose aziende che danno occupazione a centinaia di migliaia di addetti; che contribuiscono alla ricchezza nazionale; che partecipano attivamente al processo di innovazione tecnologico del nostro Paese.

Si può concludere, pertanto, che la relazione che è stata presentata al Senato potrà sicuramente rappresentare una buona base di lavoro per quei parlamentari che nella legislatura, che si apre tra qualche giorno, vorranno seriamente occuparsi di un settore intorno al quale la demagogia populista ha creato una vera e propria leggenda nera.

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