giovedì, 28 Marzo, 2024
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Bagnasco: L’Europa ritrovi le sue radici cristiane. La visita del cardinale a Teramo

“Eccellenza, Autorità, Cari Fratelli e Sorelle,
ringrazio il Pastore di questa Diocesi per il gentile invito a condividere alcune considerazioni sul tema ‘Annunciare il Vangelo in Europa’. Mi valgo anche di una qualche conoscenza del Continente europeo, grazie ai rapporti con i Presidenti delle Conferenze Episcopali, a visite e incontri con i diversi Paesi”. Inizia così con un tono pacato intriso di un forte senso e visione di una comunità Cristiana che deve ritrovare e rinnovare il sentire comune.

Le parole suonano come un monito e un appello di fede, di carità, di misericordia ma anche di impegno. Nel Duomo di Teramo una folla di cittadini, di fedeli di autorità ascolta le parole di Sua Eminenza il Cardinale Angelo Bagnasco giunto in città per l’inaugurazione dell’anno accademico 2019/2020 del Centro per la Teologia “San Paolo VI”. Bagnasco, già presidente della Conferenza Episcopale Italiana dal 2007 al 2017, attualmente Arcivescovo di Genova, presidente della Conferenza Episcopale Ligure e presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee. Ruoli impegnativi il cardinale Bagnasco  non si sottrae nel riflettere sul destino dell’Europa, delle sue radici cristiane, nell’evocare lo smarrimento di fede e di presenza di oggi.

Nel suo stile semplice ma chiarissimo spiega come l’Europa sia attraversata da un senso di inquietudine che lui ha percepito nel suo peregrinare in diocesi lontane sempre attento ad ascoltare le parole delle tante comunità religiose. “La mia conoscenza è limitata”, osserva Bagnasco, “ma per è me motivo di riflessione in quanto anche l’Italia vive dentro ai processi storici e cultuali diffusi nel mondo occidentale e in particolare in Europa. Dico subito che nessuna parte della terra è ormai immune da certi venti di casa nostra: dall’America Latina all’Africa, dall’ Asia all’Oceania. E’ vero che le tradizioni tengono, ma è altrettanto vero che il vento soffia forte alle porte e cerca di entrare e di scombinare”. La preoccupazione del cardinale Bagnasco, anche nel suo ruolo di presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee è sul cammino Cristiano dell’Europa, che é il tema conduttore del suo intervento, senza tuttavia, tralasciare nel suo intervento parole di stima, e di apprezzamento verso la comunità locale, in particolare per l’impegno di monsignor Lorenzo Leuzzi, che ha voluto fortemente la visita pastorale è la presenza del cardinale Bagnasco.

Nel duomo di Teramo, infatti, il porporato tiene la sua lectio magistralis teologica.
L’evento intitolato “Protagonisti nella storia”, proprio come la Lettera pastorale recentemente consegnata dal Vescovo di Teramo Lorenzo Leuzzi alla comunità diocesana, un testo che racchiude due importanti momenti dell’anno pastorale della Diocesi di Teramo-Atri: l’inaugurazione dell’anno accademico 2019/2020 del Centro per la Teologia “San Paolo VI” e il Mandato Missionario agli Operatori Pastorali. Sono appuntamenti densi di significati spirituali “La vita è una continua meraviglia”, ricorda il cardinale Bagnasco nel riflettere il senso profondo del dono della vita. Il sentimento del Cardinale Angelo Bagnasco, è tutto legato al futuro dell’Europa, con riflessione carica di speranza.

“L’Europa ho ritrova le sue origini, la propria storia oppure sarà ben difficile che abbia un futuro buono, un futuro vero che risponda alla sua visione di maestra in umanità, una missione che nasca dalla fede, nel Vangelo e in Gesù Cristo”, osserva Bagnasco rispondendo al termine della sua lectio magistralis, ad una domanda de La Discussione, “Il rogo della Cattedrale di Parigi, Notre Dame il simbolo che ci fa pensare alle nostre origini che hanno generato questo splendore di bellezza che ci sollecita con questo trauma, con questo choc del rogo, a pensare chi siamo. L’Europa ritrovi le sue origini e se stessa nel progettare nuovi cammini. Ritrovare noi cristiani e cattolici il fervore della fede e creare delle oasi, delle minoranze creative che non sono delle cittadelle fortificate ma delle oasi dove chiunque voglia può riposare e ristorate le forze e ritrovare speranze”.

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