sabato, 27 Aprile, 2024
Attualità

“La speranza? Con-correre per umanesimo ed ecologia integrali”

Intervista al teologo don Gianni Fusco

Dottrina sociale e l’impegno della Chiesa. Sono gli orizzonti per la costruzione della “speranza che un mondo migliore più equo, giusto e solidale è possibile”. A sollecitare questo cammino è don Gianni Fusco, docente presso la Lumsa, avvocato rotale, segretario generale UAC ed Animatore spirituale UCID, tra i protagonisti dell’XI edizione del Festival della dottrina sociale della Chiesa. Iniziativa tenuta a Verona. Intervistato da La Discussione indica tra le molte idee e proposte, un modo nuovo di concepire le relazioni interpersonali, quello del “cum currere”, il camminare insieme “pur con ruoli e responsabilità diverse verso la medesima finalità”.

Prof. don Gianni Fusco, parliamo dell’importante Festival della Dottrina Sociale AUDACI NELLA SPERANZA – CREATIVI CON CORAGGIO giunto alla XI edizione; come può essere raggiunta la “Speranza autentica”?
Il tema affrontato in questa ultima edizione è stato l’invito rivolto ai cristiani/cattolici di avere il coraggio di intraprendere la sfida della storia nella contingenza difficile presente per sostenere, ancora una volta, la speranza che un mondo migliore più equo, giusto e solidale è possibile. Il motore di queste opportunità può ritrovarsi nelle prospettive che la dottrina sociale della Chiesa mette in campo. Essa è insegnamento che riguarda la sfera del vivere sociale ed è espressione della riflessione ecclesiale.
Il pensiero sociale nacque dai primissimi secoli della Chiesa; tuttavia la riflessione magisteriale, seguendo un metodo sistematico prese avvio con l’enciclica di Leone XIII Rerum novarum (1891), nata per dare risposte alle precarie condizioni umane e lavorative degli operai; i pontefici successivi, fino ai giorni nostri, si espressero in merito con vari pronunciamenti fino a giungere alla più recente presa di posizione teorizzata da Papa Francesco nell’enciclica Laudato si (24.05.2015): in essa è sviluppata la prospettiva dell’ecologia integrale con cui si suggerisce una nuova concezione della relazione tra noi e la natura. Da qui una nuova economia, nella quale la produzione di ricchezza sia diretta al benessere integrale dell’essere umano e al miglioramento – non alla distruzione – della nostra casa comune

Quale la lezione che avremmo dovuto imparare dal Covid19?
Possiamo affermare che la dottrina sociale della Chiesa si occupa dell’uomo, perché egli è creatura di Dio, dotata di dignità spirituale e soprannaturale, centro dell’ordine economico, sociale, politico, insieme alla sua famiglia; del lavoro, che va visto, come richiama Giovanni Paolo II, «nel quadro più ampio di un disegno divino utile ai singoli alla realizzazione dello scopo fondamentale della loro vita, mentre l’impegno dell’occupazione di tutte le forze disponibili è un dovere centrale dell’azione degli uomini di governo, politici, dirigenti sindacali ed imprenditori e le autorità responsabili sono preposte perché mettano mano ai provvedimenti necessari a garantire ai lavoratori la giusta retribuzione e la stabilità»; dello Stato, perché esso deve essere una società organizzata, dove è garantita la convivenza civile, le giuste libertà individuali e sociali e la giustizia, nel perseguimento del bene comune, dell’intera comunità e non di un gruppo a detrimento delle legittime esigenze degli altri, e rispettando la libertà religiosa di tutti i culti ed i diritti della Chiesa Cattolica.

Parliamo di “Speranza” quale il suo ruolo oggi?
Approfondire pertanto la dottrina sociale della Chiesa significa pronunciarsi nei temi relativi alla persona umana, alla prossimità divina, alla verità dell’uomo, alla solidarietà, alla salvaguardia del creato, al bene comune, al principio di sussidiarietà, e infine alle tematiche di famiglia, lavoro, vita economica, comunità politica, pace, comunità internazionale; uno spettro di possibilità tanto ampio da abbracciare in un dialogo aperto e in un confronto serrato quanto arricchente l’attualità del nostro presente e la necessità di riordinare i percorsi sociali ed economici nella logica della sostenibilità. È anche su quest’ultima prospettiva che si dovrà riflettere per elaborare adeguate misure che siano capaci di meglio coniugare la centralità della persona e la sua dignità con le esigenze di produrre quanto utile al progresso e al miglioramento delle condizioni generale della società.
Alcune linee guida sono emerse e che potrebbero essere sintetizzate nella considerazione dell’imprenditore e dei dirigenti di aziende concorrenti nella collaborazione con i propri dipendenti al fine di raggiungere gli stessi scopi. “Concorrere” diversamente da quanto assunto nel nostro linguaggio corrente (con il significato più di contrasto e di prevaricazione dell’altro) indica piuttosto il “cum currere” cioè il camminare insieme se pur con ruoli e responsabilità diverse verso la medesima finalità; un secondo aspetto afferisce alla valorizzazione delle competenze che la persona, prima ancora che il lavoratore, mostra e che intende mettere al servizio degli altri per il profitto di tutti come del resto già accadeva nelle officine rinascimentali dove chi interveniva piuttosto che semplicemente una lavorazione metteva in essere un’opera dove la persona trasferiva la propria creatività e nella quale si riconosceva; ancora si può pensare alla necessità di inquadrare la persona in un ambiente vitale che ne traccia i profili non solo di vita ma anche di priorità da osservare e di responsabilità da assolvere: non è la stessa cosa vivere in un paese già sviluppato rispetto a un paese che è in via di sviluppo; da qui la necessità di un “dialogo” con il territorio per le esigenze culturali economiche ed ecologiche che quel contesto richiede; infine la necessità di rispettare i tempi che la persona richiede per il suo essere un padre, una madre, un marito o una moglie, un figlio/a prima ancora che operaio, dirigente, imprenditore.

Secondo Lei, gli uomini come possono migliorarsi ed affrontare meglio la propria vita?
Il pensiero cattolico, per concludere, da sempre rifiuta ogni sorta di dicotomizzazione. Il suo progetto, piuttosto, è quello di tenere insieme i 3 principi base di ogni ordine sociale – lo scambio di equivalenti; la redistribuzione; la reciprocità – intervenendo non solamente sul piano culturale, ma anche su quello propriamente istituzionale, per far sì che il principio di fraternità, declinato come solidarietà orizzontale e verticale quale scenario vero di sostenibilità, possa trovare spazio di applicazione nell’ordinaria vita economica e sociale.

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