venerdì, 19 Aprile, 2024
Attualità

Se l’asteroide sfugge ai telescopi per colpa di migliaia di satelliti…

A rischio l'avvistamento di pianetini pericolosi per la Terra

Questa è un’immagine che ho tenuto da parte per un po’, infine decidendomi a pubblicarla oggi.

L’ho ottenuta lo scorso 30 giugno, nel corso della diretta con osservazioni in tempo reale dedicata ad Asteroid Day, quando proprio l’asteroide 2010 XJ10 si stava avvicinando a noi in tutta sicurezza, pronto – il giorno dopo – a transitare a circa un milione e mezzo di km dalla Terra, quattro volte più lontano della Luna.

Già al primo sguardo l’immagine colpisce per qualcosa di insolito.

Chi conosce il sottoscritto e segue le attività del Virtual Telescope, è abituato a vedere immagini di asteroidi “estremi”, ovvero che si avvicinano sensibilmente alla Terra. Le tecnologie implementate sui nostri strumenti sono in grado di puntare e seguire qualsiasi asteroide, anche quando le sue caratteristiche di movimento apparente sono rapidamente variabili, proprio per via della vicinanza dell’oggetto.

Infatti, su questa pagina avrete visto decine di riprese dove l’asteroide appare come un aguzzo punto di luce e, sullo sfondo, si osservano le tracce lasciate dalle stelle: questo perché il telescopio insegue l’asteroide, appunto, sicché le stelle “fisse” lasciano una scia più o meno lunga, a seconda della velocità apparente dell’asteroide in quel momento.

Con queste semplici informazioni dovrebbe essere alquanto semplice decifrare la fotografia riportata qui, che tuttavia ha qualcosa in più.

Come sempre, il telescopio inseguiva il pianetino – 2010 XJ 10, un corpo con diametro stimato tra i 43 e i 96 metri – e le stelle sullo sfondo lasciano tante tracce orizzontali.

Ma l’asteroide potrebbe anche non mostrarsi ai vostri occhi curiosi, distratti piuttosto da una luminosa, lunga linea che taglia in diagonale l’intero campo di vista. Essa è stata lasciata da uno dei circa duemila satelliti Starlink finora messi in orbita (e molti di più ne sono attesi, per non dire di altre costellazioni simili sempre più prossime al lancio). Ho voluto dare un nome e un cognome a quel satellite, identificandolo infine con lo Starlink 2299.

“Che colpo di fortuna”, penserà qualcuno di voi. In effetti, trovare nelle proprie riprese astronomiche qualcosa di imprevisto fa piacere, quando l’intruso è scientificamente rilevante. “Ma anche se esso aggiunge solo colore, resta il fascino della cattura fortuita”, potrebbe rilanciare quel qualcuno.

E mentre ragioniamo su questo, abbiamo dimenticato che stavamo cercando l’asteroide 2021 XJ10. Già che fine ha fatto? Tranquilli, anche lui è presente, solo che lo Starlink gli è passato praticamente sopra. Se guardata al centro dell’immagine, proprio a “contatto” con la traccia del satellite, vedrete il punto luminoso del nostro pianetino.

Insomma, il satellite ha reso difficile cogliere l’asteroide in questa ripresa, che del tutto fortuitamente semplifica le preoccupazioni di tanti astronomi dinanzi al lancio di manciate di satelliti che presto intralceranno, con percentuali variabili, lo sguardo dei loro telescopi.

Ora, se l’avvistamento di un asteroide destinato a transitare vicino a noi fosse dipeso da questa sola immagine, probabilmente non lo avremmo acciuffato, distratti e forviati (noi e i nostri software di identificazione automatica) proprio dallo Starkink. E se esso fosse stato destinato a colpirci?

Questa semplice immagine dovrebbe farci riflettere su quanto prezioso sia il cielo stellato, risorsa culturale inestimabile ancor prima che oggetto di studi scientifici. Già lo abbiamo sfigurato con la piaga dell’inquinamento luminoso, contaminazione del paesaggio notturno che non si condannerà mai abbastanza, causa sia di enormi sprechi economici ma soprattutto di immani danni all’ambiente naturale; ora rischiamo di imprigionare sia i nostri occhi che i nostri strumenti scientifici dietro le “sbarre” luminose rappresentate dalle lunghe tracce di decine di migliaia di satelliti che in pochi anni potrebbero pullulare sulle
nostre teste.

Andrà a finire, come insegna la storia, che anche un tale problema ci sfuggirà di mano. E non ho mai sperato come in questo momento di sbagliarmi.

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