venerdì, 19 Aprile, 2024
Manica Larga

Quanto è civile l’economia?

Quando uno più uno non fa due è perché c’è di mezzo l’uomo. Provo a spiegarmi. Se, per esempio, io e un’altra persona mettiamo su un’azienda e questa, oltre alla sua spicciola attività d’impresa, si pone il problema di essere parte integrante di una comunità, ecco che la cosa non riguarda più solo e soltanto me e quell’altro disgraziato, ma tutti noi. 1+1=3.

In estrema sintesi, è questo il principio di fondo dell’economia civile, disciplina nata attorno al 1400 a Firenze e che a Firenze torna dal 24 al 26 settembre con un festival a lei intitolato, il Festival dell’Economia Civile.

Quella dell’economia civile è una storia ampia, che va da San Francesco fino a Papa Francesco e la sua enciclica Fratelli Tutti. Spiega Stefano Zamagni, Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, che il principio alla base dell’economia che abbiamo conosciuto finora si basa sull’ hobbesiano “homo homini lupus”, cioe’ l’uomo che mangia l’altro uomo. Infatti, secondo questo principio, l’uno vale uno, ovvero io conto solo per me stesso.

Forse è per questo che vedi maree di giovani studenti di economia entrare all’Universitá carichi di buoni sentimenti e uscirne cinicamente equipaggiati, dice un altro protagonista del Festival, il professor Leonardo Bechetti, in un podcast che ho messo su mentre, a mia volta, vado a lezione.

Tuttavia, secondo Antonio Genovesi, fondatore della visione alternativa offerta dall’economia civile, il punto è piuttosto “homo homini natura amicus”, ovvero l’uomo amico della natura.

Prendi, per esempio, la transizione ecologica. “La transizione ecologica non è un dispetto, ma un favore per le aziende: le aiutiamo ad andare nella direzione giusta per il futuro, l’unica che le consentirà di essere ancora competitive domani”, ha sottolineato Bechetti durante la presentazione del Festival, in onda su Facebook e YouTube qualche giorno fa.

Insomma, il mio spazio è finito e non siamo qui a fare promozione, ma se vi va di farci un salto magari è un’occasione buona per farvi un’idea. Male che va, potreste sempre incontrare tipi interessanti come Raghuram Rajan, economista di fame mondiale e autore de Il terzo pilastro: La comunità dimenticata da stato e mercati. Oppure il Premio Nobel per l’economia del 2015, Angus Deaton. Per non parlare del Premio Pulizer Jared Diamond o di Federica Cherubini, figura di vertice del Reuters Institute for the Study of Journalism, Michela Spina, portavoce dei Friday For Future Italia, ed Elisa Cappa Bava, una delle protagoniste dello European Youth Parliament.

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