Imprese e lavoratori si interrogano sul rischio che non vada a buon fine il Progetto Italia, la soluzione proposta da Salini Impregilo per salvare prima di tutto Astaldi e da lì altre grandi imprese creando un polo delle costruzioni, solido a livello finanziario e forte sul mercato interno e internazionale. Lo riporta Affaritaliani secondo cui, nonostante il confronto serrato con la Cassa depositi e prestiti, le banche e le imprese coinvolte vada avanti, c’è chi teme, soprattutto le organizzazioni dei lavoratori, l’ipotesi più nera: il fallimento del progetto. Oggi sei delle prime dieci aziende italiane di costruzioni sono di fatto in crisi. Questo – osserva Affaritaliani – significa che da qui ai prossimi mesi il nostro paese potrebbe dover affrontare una emorragia occupazionale che coinvolge 30.000 lavoratori diretti e altrettanti indiretti. E’ evidente che se il Progetto Italia dovesse naufragare e le grandi aziende coinvolte riprendere la strada del fallimento, il rischio sarebbe quello di un cortocircuito industriale che coinvolgerebbe a cascata fornitori, lavoratori e in ultima istanza cittadini. Le aziende interessate sono infatti tutte impegnate nella realizzazione di opere strategiche sul territorio nazionale. In totale in 14 regioni italiane ci sono cantieri bloccati per via delle crisi aziendali per un valore complessivo di 30 miliardi. (Italpress)