lunedì, 21 Luglio, 2025
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Banche italiane, utile record nel 2024. La Fabi: “Giusti i riconoscimenti ai lavoratori”

Nel 2024 le banche italiane hanno registrato un nuovo massimo storico in termini di utile netto: 46,5 miliardi di euro, in aumento di 5,7 miliardi rispetto al 2023. Lo rivela una ricerca dell’Ufficio studi della Federazione autonoma bancari italiani, secondo cui la redditività del comparto ha raggiunto livelli eccezionali, spinta da un contesto favorevole sul piano monetario e da alti tassi d’interesse decisi dalla Banca centrale europea. Nel triennio 2022-2024 gli utili del settore hanno superato complessivamente i 112 miliardi, segnando un netto miglioramento rispetto al periodo 2018-2021, caratterizzato da profitti contenuti e dagli effetti della crisi pandemica. Il 2024 ha confermato un modello bancario centrato sull’attività creditizia: il margine di interesse ha continuato a trainare i ricavi, rappresentando il 58,5% del totale, contro il 41,5% delle commissioni.
Queste ultime, però, tornano a crescere: +12,4% sul 2023, fino a 45,7 miliardi, superando il picco del 2021. A supportare la dinamica è stata la ripresa delle attività commerciali: consulenza, risparmio gestito, distribuzione assicurativa.
Secondo la Fabi, la qualità del credito resta solida, con un’incidenza dei crediti deteriorati netti all’1,5%, un tasso di copertura del 52,5% e prestiti in “stadio 2” al 9,9%. La cessione di Npl per oltre 17 miliardi nel biennio ha contribuito alla stabilità dei bilanci. Migliorano anche gli indicatori di efficienza: il cost/income scende al 53,2%, mentre il Roe (return on equity) sale al 13,3%, confermando la piena normalizzazione della redditività sul capitale.

Lavoro quotidiano

Alla luce di questi risultati il Segretario generale della Fabi Lando Maria Sileoni ha commentato che i numeri raggiunti “non sono piovuti dal cielo, ma sono il frutto del lavoro quotidiano di centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori” che operano nelle filiali, nei centri operativi, nelle direzioni generali e nei servizi centrali. In questa prospettiva Sileoni ha sottolineato come siano pienamente giustificati gli aumenti salariali ottenuti nel contratto collettivo firmato nel 2023, pari a 435 euro medi mensili, così come l’incremento di 20.000 euro lordi annui per i dirigenti raggiunto questa settimana.
“Gli azionisti sono stati ampiamente ripagati, con dividendi generosi. È giusto che anche i dipendenti, a ogni livello, vengano valorizzati per quello che fanno”, ha aggiunto Sileoni, ricordando come lo stesso concetto sia stato ribadito da Carlo Messina, Ceo di Intesa Sanpaolo, e da altri amministratori delegati del settore.

Credito e servizi

La Fabi evidenzia inoltre che l’evoluzione del margine di interesse indica un rallentamento, legato alla stabilizzazione della politica monetaria e a un possibile riequilibrio tra credito e servizi. Il sindacato bancario ha infine rinnovato l’attenzione verso le pressioni commerciali indebite esercitate dalle banche sul personale, per incentivare il collocamento di prodotti finanziari e assicurativi, anche a rischio. Un tema che, secondo la FABI, non è solo sindacale, ma sociale, come emerso anche dall’audizione nella scorsa legislatura presso la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche.
“Intendiamo proseguire con scrupolo in questa direzione – ha concluso Sileoni – tutelando non solo i lavoratori del settore, ma anche la clientela bancaria”.

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