“Sono in costante contatto con il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, che insieme al patriarca Teofilo sta entrando nella Striscia di Gaza con un carico di 500 tonnellate di aiuti destinati alla popolazione civile”. Lo ha dichiarato oggi il Vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine del Forum Italia-Balcani sul turismo. Una missione umanitaria ad alto rischio quella portata avanti dalle due alte autorità religiose cristiane, che si stanno facendo carico della consegna diretta degli aiuti in un’area ancora segnata da intensi combattimenti. Per questo motivo, Tajani ha rivolto un appello deciso a tutte le parti coinvolte nel conflitto: “Il Governo italiano chiede a Israele di interrompere le azioni militari e di garantire in maniera totale la sicurezza dei due inviati nella loro importante missione”.
Il titolare della Farnesina ha sottolineato la necessità di un’immediata tregua nella regione: “Israele e Hamas devono raggiungere un cessate il fuoco. La guerra a Gaza deve cessare. È giunto il momento di scegliere definitivamente la via del negoziato diplomatico per fermare gli attacchi che continuano a colpire i civili, per liberare tutti gli ostaggi israeliani e per permettere l’ingresso degli aiuti necessari”.
Colloqui diretti
Tajani ha inoltre rivelato di aver avuto colloqui diretti nelle ultime ore sia con le autorità israeliane che con rappresentanti ecclesiastici: “Ieri ho parlato con il ministro Saar e con il parroco della chiesa. Ho ribadito con forza la richiesta di cessate il fuoco e la necessità di assicurare l’ingresso degli aiuti. Non ci si può limitare a dichiarazioni di principio: bisogna parlare con Israele in modo franco, anche per denunciare ciò che non condividiamo. È la linea che stiamo portando avanti con fermezza”. Ribadendo la condanna del governo italiano agli attacchi contro la popolazione civile, Tajani ha chiarito che la posizione dell’Italia rimane equilibrata ma determinata: “Se vogliamo veramente aiutare il popolo palestinese, non possiamo farlo interrompendo i rapporti con Israele. Serve dialogo, fermezza e responsabilità”.