venerdì, 2 Maggio, 2025
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Meloni: “Non si può morire di lavoro. Altri 650 milioni per migliorare la sicurezza”

Il Premier in occasione del 1° maggio: “Celebriamo questa ricorrenza con i fatti”. Ma le opposizioni non ci stanno. Cdm: aggressioni a scuola, pene più dure

“Non si può morire di lavoro”. Con queste parole Giorgia Meloni ha rilanciato in occasione del Primo Maggio il piano del governo per contrastare gli infortuni e migliorare le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro. Un messaggio diretto, affidato a un video social diffuso al termine del Consiglio dei ministri di eri, che conferma il tema come prioritario nell’agenda dell’esecutivo. Dopo le ultime tragedie sul lavoro che hanno segnato drammaticamente il panorama italiano, il governo ha annunciato lo stanziamento di ulteriori 650 milioni di euro (risorse reperite insieme all’Inail) da destinare a interventi concreti per la sicurezza. Sommando queste cifre ai 600 milioni già stanziati nei bandi Inail, il totale supera 1,2 miliardi di euro: una cifra che rappresenta, secondo Palazzo Chigi, “la più grande mobilitazione di risorse pubbliche sul tema negli ultimi anni”.

Il Presidente del Consiglio ha ricordato anche le misure già messe in campo dal governo: dalla “patente a crediti” per le imprese edili, all’assunzione di nuovo personale ispettivo per potenziare i controlli, fino alla premialità per le aziende virtuose in termini di prevenzione. “Anche sulla sicurezza sul lavoro c’è ancora tanto da fare”, le sue parole, richiamando le parole del Capo dello Stato Sergio Mattarella sull’inaccettabilità dell’indifferenza e della rassegnazione di fronte al fenomeno.

Premier in prima linea

Meloni ha voluto imprimere un segno di discontinuità anche simbolica: il Primo Maggio, tradizionalmente occasione di manifestazioni sindacali, è diventato per il governo un giorno di atti concreti. “Celebriamo il lavoro non con parole, ma con i fatti”, ha detto. Un approccio pragmatico, rivendicato con orgoglio, che intende dare centralità alla sicurezza come pilastro della dignità lavorativa. Il video, realizzato in forma sobria, ma incisiva, la ritrae sola nello studio di Palazzo Chigi, a testimoniare (secondo i suoi consiglieri) l’impegno personale con cui segue il dossier. Il Premier Meloni ha inoltre posto l’accento sul ruolo delle scuole, proponendo un rafforzamento dell’educazione alla sicurezza e l’estensione dell’assicurazione Inail a studenti e docenti, misura introdotta nel 2023 e ora destinata a diventare strutturale. “La sicurezza deve diventare cultura diffusa, a partire dai più giovani”.

In un momento in cui la politica del lavoro è terreno di confronto acceso tra governo e opposizioni, Meloni ha scelto di concentrare la comunicazione istituzionale su due pilastri: sicurezza e occupazione. “Sono orgogliosa dei risultati raggiunti, ma non basta. Voglio costruire un’Italia in cui chi lavora possa tornare a casa sano e sereno ogni sera”.

Il dato di oltre un milione di posti di lavoro creati in due anni e mezzo è stato rilanciato più volte nelle dichiarazioni ufficiali: “È la dimostrazione che un governo serio può cambiare la realtà”. Il Premier ha sottolineato il boom dell’occupazione femminile e il calo della disoccupazione ai minimi da 18 anni come segnali di “una tendenza che finalmente si è invertita”.

“Aziende virtuose premiate”

Marina Elvira Calderone, Ministra del Lavoro
Marina Elvira Calderone, Ministra del Lavoro

In conferenza stampa, la Ministra del Lavoro Marina Calderone ha spiegato che l’incidenza degli infortuni in itinere è in crescita e che il governo intende integrare la sicurezza stradale nei percorsi formativi: “Dobbiamo usare al meglio le risorse dell’Inail anche per la formazione”, ha detto, ricordando l’importanza di un sistema che premi le aziende virtuose. I bandi Inail 2025, ha aggiunto, prevedranno 600 milioni per sostenere imprese che investono in salute e sicurezza.

Il governo convocherà l’8 maggio le parti sociali a Palazzo Chigi per discutere e condividere le nuove misure. Obiettivo dichiarato: dar vita a un’alleanza istituzionale e sociale per mettere la sicurezza in cima alle priorità nazionali.

Con questo incontro Meloni intende accreditarsi anche come garante di un nuovo patto sociale: “Non vogliamo imporre, ma costruire insieme”. Nel suo messaggio, il Premier ha infine rivendicato i risultati raggiunti dal governo sul fronte occupazionale: “Oltre un milione di posti di lavoro creati in poco più di due anni e mezzo, record di occupati, aumento dell’occupazione femminile, disoccupazione ai minimi da 18 anni”. Meloni ha parlato di una “controtendenza rispetto al passato” con crescita dei contratti a tempo indeterminato e calo del precariato. “C’è molto da fare, ma i numeri sono incoraggianti”.

Opposizioni all’attacco

Nonostante le parole di Meloni, le opposizioni non hanno abbassato il tiro. La Segretaria del Pd Elly Schlein ha accusato il governo di immobilismo sul fronte salariale: “Il Primo Ministro dice che i salari reali crescono, ma Istat e Ocse dicono il contrario”. La leader dem ha ribadito la richiesta di calendarizzare la proposta di legge sul salario minimo, bloccata secondo lei “su un binario morto”, e ha ricordato i 5 milioni di lavoratori con contratti scaduti. Anche il Senatore Francesco Boccia (Pd) ha criticato la narrazione governativa, sostenendo che “la sicurezza si persegue anche attraverso salari adeguati. Sotto i 9 euro è sfruttamento e questo va stabilito per legge”,

Dure anche le parole di Davide Faraone (Italia viva): “Come il panettone a Natale, c’è lo spot di Meloni il Primo Maggio. Dopo tre anni, solo propaganda e zero idee su sviluppo e lavoro”.

Più prudente, ma non meno critico, il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, che ha definito “interessante” la proposta sul salario minimo, pur invitando a valutare con attenzione gli effetti su apprendistato e fasce salariali particolari: “Attenzione che non diventi un boomerang. Ma una base salariale non contestabile è un’idea da coltivare”.

Sempre in Cdm

Giuseppe Valditara, Ministro dell'Istruzione e del Merito
Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito

Sempre ieri il Consiglio dei ministri ha approvato un intervento normativo che introduce l’arresto obbligatorio in flagranza per chi commette lesioni contro docenti e dirigenti scolastici, modificando l’articolo 380 del Codice di procedura penale. Contestualmente, viene inasprito l’articolo 583-quater del Codice penale: per le lesioni lievi al personale scolastico la pena passa da 6 mesi a 3 anni, mentre nei casi più gravi sale da 2 a 5 anni. L’annuncio è stato dato dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che ha precisato: la norma non si applicherà ai minori. “Un educatore non si tocca”, ha detto Valditara.

Approvato inoltre un disegno di legge che introduce l’obbligo per le scuole di richiedere il consenso informato scritto delle famiglie — o degli studenti se maggiorenni — per ogni attività extracurricolare o formativa che tratti temi legati alla sessualità.

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