domenica, 20 Aprile, 2025
Esteri

Putin annuncia una tregua di 30 ore per Pasqua, ma gli attacchi continuano

Stati Uniti pronti a riconoscere l'annessione della Crimea. New York Times: alla Casa Bianca "nessuna discussione" su nuovi aiuti

In un momento di tensioni sempre più complesse e intrecciate, la guerra in Ucraina attraversa un fragile equilibrio tra gesti simbolici, bombardamenti incessanti e proposte diplomatiche cariche di ambiguità. In un intervento trasmesso dal Cremlino, il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato una tregua unilaterale in occasione della Pasqua ortodossa. “Sulla base di considerazioni umanitarie”, ha dichiarato, “oggi dalle 18:00 [ora di Mosca] fino alla mezzanotte tra domenica e lunedì, la parte russa dichiara una tregua pasquale”. La decisione è stata annunciata durante un incontro con il capo di Stato maggiore Valery Gerasimov, diffuso dai media statali. Tuttavia, lo stesso Putin ha avvertito che le forze armate devono restare pronte a rispondere a “qualsiasi provocazione” da parte ucraina. Una tregua, dunque, più propagandistica che reale. Non a caso, nelle stesse ore, nuovi attacchi si sono abbattuti su Kharkiv, nel nord-est dell’Ucraina, provocando almeno 113 feriti, tra cui nove bambini, mentre un ragazzo di 12 anni ricoverato d’urgenza in ospedale dopo essere stato colpito da un frammento di esplosivo. Nell’attacco è morto un uomo anziano. Ma l’intera Ucraina è stata presa di mira durante la notte da un massiccio attacco russo. Secondo l’Aeronautica militare, sono stati lanciati otto missili (tra cui tre balistici Iskander-M, due antinave Onyx e tre anti-radar Kh-31P) e 87 droni di vario tipo. Trentatré di questi ultimi sono stati abbattuti, mentre altri 36 sono precipitati in aree disabitate. Le regioni colpite includono Odessa, Sumy, Donetsk e Zaporizhzhia.

Le trattative segrete per un accordo di pace

Nel frattempo, le diplomazie occidentali si muovono dietro le quinte. Secondo un’inchiesta di Bloomberg, gli Stati Uniti avrebbero condiviso con alcuni alleati europei una bozza di proposta per un possibile accordo di pace. Al centro, una prospettiva controversa: congelare il conflitto riconoscendo di fatto l’occupazione russa delle regioni conquistate dal 2014 a oggi — inclusa la Crimea — in cambio di un cessate il fuoco duraturo. Un’ipotesi che scuote il fronte occidentale: la rimozione delle sanzioni economiche imposte a Mosca, ad esempio, richiederebbe l’unanimità degli Stati membri dell’Unione Europea. Allo stesso tempo, verrebbero messe da parte le aspirazioni ucraine a entrare nella NATO, considerate “irrealistiche” nel contesto attuale. Il piano prevede anche garanzie di sicurezza per Kiev, ma rimane avvolto in molteplici interrogativi: chi le garantirebbe? Con quali strumenti? E con che affidabilità?

Washington: stop agli aiuti?

A gettare ulteriore ombra sulle reali intenzioni americane è un’inchiesta del New York Times, secondo cui alla Casa Bianca e al Congresso “non c’è attualmente alcuna discussione seria” su nuovi pacchetti di aiuti per l’Ucraina. Le forniture di armi e l’intelligence militare – determinanti per la resistenza ucraina – potrebbero presto esaurirsi, lasciando Kiev in balia del conflitto. Secondo il quotidiano, mentre il dialogo pubblico si concentra sul sostegno a Kiev, le trattative effettive riguarderebbero soprattutto questioni economiche, come l’accesso degli Stati Uniti ai minerali rari presenti in Ucraina. Un nuovo accordo sarebbe pronto per essere firmato dal segretario al Tesoro Scott Bessent e da Donald Trump giovedì prossimo. Ma il vero obiettivo di Trump – si legge – sarebbe un “accordo globale” con la Russia.

Witkoff: “Putin non vuole conquistare l’Ucraina”

David Witkoff, inviato del presidente Trump, ha recentemente sostenuto su Fox News e in un’intervista a Tucker Carlson che “Putin non ha alcuna intenzione di conquistare l’intera Ucraina”, paragonando un’ipotetica occupazione del Paese a quella di Gaza, “un pantano senza uscita”. Secondo Witkoff, la chiave per la pace risiederebbe nel negoziato su “cinque territori”, senza tuttavia specificare quali. Parole che hanno fatto infuriare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha definito la posizione di Witkoff “in linea con la strategia russa”. Zelensky ha ribadito che “nessuno ha il mandato di negoziare sui territori ucraini”, che “appartengono al nostro popolo”.

Kiev smentisce: “Non siamo d’accordo al 90% con Trump”

In questo quadro, fonti vicine all’amministrazione Trump avevano fatto trapelare attraverso il New York Post che Kiev sarebbe “al 90% d’accordo” con il piano di pace discusso a Parigi. Una versione smentita con decisione dal Ministero della Difesa ucraino in un’intervista a Sky News: “Non è possibile misurare in percentuale i progressi di un dialogo, quando la Russia continua a colpire le nostre città ogni giorno”. Kiev ha però confermato di essere “in un dialogo costruttivo” con Washington e ha ribadito il suo impegno “a porre fine alla guerra”, ma non a costo di cedere territorio sovrano.

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