Nel pieno rispetto della tradizione religiosa e culturale, il Venerdì Santo continua a essere un momento di riflessione anche a tavola per la maggioranza degli italiani, che scelgono di osservare l’astinenza dalla carne privilegiando piatti a base di pesce. Secondo un’indagine Coldiretti/Ixe’, quest’anno ben due famiglie su tre porteranno in tavola pietanze a base di pesce, confermando una consuetudine antica ma ancora profondamente sentita. A fare la parte del leone è il pesce azzurro, protagonista di moltissime ricette regionali che uniscono sapori del mare e della terra. Piatti semplici ma ricchi di storia e significato, che riflettono la varietà e la creatività della cucina popolare italiana. In Liguria, ad esempio, si gusta il baccalà in umido con patate e olive, mentre in Veneto è tradizione servire i bigoli in salsa, con acciughe e cipolle. La Lombardia celebra i sapori lacustri con il risotto alla tinca o al pesce persico.
Spostandosi al Centro Italia, la Toscana propone il baccalà alla livornese, nelle Marche si prepara il brodetto di pesce, e nel Lazio non mancano gli ‘spaghetti del Venerdì Santo’, con alici e pangrattato. Al Sud, la Campania serve la classica zuppa di cozze, la Puglia la gustosa tiella di riso, patate e cozze, mentre la Calabria porta in tavola le alici ripiene. Anche le isole mantengono viva la tradizione: in Sicilia si cucinano le celebri sarde a beccafico, e in Sardegna la burrida, una specialità a base di gattuccio, aceto e noci.
Scelta consapevole
Oltre al legame con la fede, il consumo di pesce nel giorno della Passione di Cristo rappresenta anche una scelta consapevole a favore della filiera ittica nazionale. Ben il 65% degli italiani – segnala Coldiretti – opterà per pesce Made in Italy, supportando così le oltre 12mila imprese di pesca e acquacoltura del nostro Paese. Una scelta che, però, richiede attenzione: il mercato del pesce è dominato da prodotti importati e spesso poco trasparenti. Per questo Coldiretti invita i consumatori a leggere con cura le etichette, dove devono essere indicate chiaramente il metodo di produzione (pescato, allevato o pescato in acque dolci), l’attrezzo utilizzato per la cattura e la zona di provenienza. Nel caso del pesce congelato, è obbligatorio indicare la data di congelamento, mentre per i prodotti decongelati deve comparire chiaramente la dicitura “decongelato”.
Non manca, infine, una piccola, ma significativa parte della popolazione che sceglie di osservare un digiuno più rigoroso, rinunciando del tutto al cibo in segno di penitenza e rispetto del precetto.